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Caos tamponi a Mesagne: "Pazienti Covid in preda a stati d'ansia"

Il sindacato Cobas scrive a Pasqualone e al governatore Emiliano chiedendo che si faccia chiarezza sui disagi patiti dai degenti

MESAGNE - Una situazione di “estrema confusione organizzativa” viene denunciata dal sindacato Cobas all’interno dell’ospedale De Lellis di Mesagne, che ospita attualmente 16 pazienti Covid post acuzie. Il segretario provinciale dell’organizzazione sindacale, Roberto Aprile, ha scritto una lettera al direttore generale dell’Asl Brindisi, Giuseppe Pasqualone, e al governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, a seguito di quanto accaduto ieri mattina (lunedì 6 aprile), quando i degenti, esasperati dalle incertezze sugli esiti dei tamponi, sono andati su tutte le furie. 

“Il sindacato Cobas – si legge nella lettera chiede che venga realizzata immediatamente una indagine su questa situazione in modo di ripristinare condizioni normali di operatività. Vogliamo innanzitutto chiarire che i degenti sono estremamente soddisfatti del personale sanitario, ringraziandoli sentitamente. Ci sono degenti che a causa di questa strana situazione scoppiano a piangere nelle telefonate con i parenti, che vengono colti da stati d’ansia e di panico, senza che nessun servizio psicologico venga loro offerto”.

“Nella struttura di Mesagne – prosegue Aprile - in questi giorni sono presenti 16 degenti che non riescono a capire perché nessuno è stato dimesso fino ad ora. I medici riferiscono a qualcuno che il ritardo è dovuto a tamponi persi, ad altri vengono dette prima una cosa e poi una altra. Oltretutto gli esiti di questi tamponi sono dati verbalmente, senza quindi una carta scritta e firmata. I pazienti sono quasi tutti asintomatici”.

“Senza parlare del fatto - si legge ancora nella missiva - che prima di essere trasferiti a Mesagne, tutti hanno seguito un percorso all'ospedale Perrino di Brindisi . In ultimo, e non meno importante, c'è l'aspetto psicologico di chi fisicamente sta bene e non capisce perché non può tornare a casa. I 16 degenti chiedono di uscire da questa strana situazione di limbo ed avere tutte le informazioni possibili sul loro stato di salute, così come le leggi prevedono”.
 
 

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