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In Africa per aiutare i bambini: diario di una grande esperienza di solidarietà

Sono tornati in Italia i volontari dell’associazione Protezione civile di Torchiarolo partiti per l’Africa carichi di materiale di prima necessità da donare alle popolazioni locali

TORCHIAROLO – Sono tornati in Italia il 20 maggio, dopo 24 ore di viaggio, i quattro volontari dell’associazione Protezione civile volontari Torchiarolo che lo scorso tre maggio erano partiti per l’Africa carichi di materiale di prima necessità da donare alle popolazioni locali, colpite dal ciclone Idai.

Il presidente e veterano delle missioni Gianni Liaci di Torchiarolo, insieme ai volontari Rosa Macchia (di Mola di Bari), Hiber Scardino (di Lecce) e Maria Enriquez (di Mesagne) hanno visitato i villaggi del Balntyre, in Malawi, dove dal 2015, grazie al progetto “Malawi...Volontariamente”, sono riusciti a realizzare Pre-school per i piccoli alunni e una Water pump per andare incontro alle esigenze primarie degli abitanti.

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Partiti con otto valigie cariche di medicinali, alimenti e materiale didattico, i volontari hanno dapprima fatto scalo ad Addis Ababa in Etiopia e poi a Lumbashi in Congo, per dirigersi infine a Lilongwe, la capitale del Malawi. La condizione dei villaggi è apparsa sin da subito critica, pur nello scorrere regolare delle giornate: «La situazione sta tornando alla normalità, effettivamente è difficile scorgere un disastro da una situazione di per sè già disastrata. Tutto sommato questa zona è stata colpita di striscio dal ciclone Idai», ha raccontato Liaci.

Natasha colpita da malaria e tre bambini deceduti

Tuttavia, sin da subito i volontari sono stati accolti da una brutta notizia: tre dei bambini censiti e accuditi durante le missioni precedenti erano deceduti e un’altra, Natasha, versava in gravi condizioni a causa della malaria. Le devastazioni, infatti, avevano aumentato le condizioni di disagio e di mancanza di igiene della zona, provocando la diffusione di malattie e virus contagiosi. Fortunatamente Natasha è riuscita a sconfiggere l’infezione e a tornare alla sua normalità di bambina, da vera combattente, come lo sono tutti i piccoli abitanti dei villaggi.

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La visita nel carcere femminile 

Dopo i primi giorni trascorsi con gli alunni della Pre-school, tra giochi e formazione, i volontari hanno fatto visita al carcere femminile di Lonzu, dove le mamme sono rinchiuse con i propri figli. Lì hanno anche avuto modo di incontrare i prigionieri del settore maschile e di poter donare materiale a sostegno dei volontari che da anni gestiscono la struttura. Oltre ai medicinali raccolti in Italia, hanno donato anche viveri comprati in loco: zucchero, uova e sapone, fondamentali per la vita quotidiana nel carcere.

La visita all'orfanotrofio

Tappa obbligatoria successiva era l’orfanotrofio “Alleluja Care Center” di Namwera, gestito dalla volontaria italiana Rita Milesi. La struttura accoglie bambini africani abbandonati e li accudisce fino al compiere dei 3 anni, alla cui età per legge, i piccoli devono essere inseriti nel villaggio d’origine e ospitati dai parenti più prossimi.

In Malawi i volontari hanno anche avuto modo di incontrare Andrea, una ragazza di origini colombiane che ha deciso di sostenere il progetto “Malawi…Volontariamente”, e Roberto, un giovane spagnolo, che in Africa sta costruendo un luogo in cui i bambini possano imparare un mestiere e vivere una vita normale. Lì Roberto ha anche incontrato l’amore e dato vita ad una famiglia felice.

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“Continuo a non farmene una ragione. Nonostante da anni veda questa realtà, non riesco ad accettare tutto questo. Leggendo un libro ho scoperto la chiave di lettura: “Non accettare mai queste situazioni e nel piccolo contrastarle". E siamo al punto di partenza. Ed ecco perché ogni anno torniamo qui”, ha confessato Gianni Liaci.

Il video di alcuni momenti in Africa

La prossima missione è prevista per agosto. In programma una anche per ottobre. Nel frattempo chiunque può sostenere l'iniziativa attraverso donazioni e aiuti di vario genere. Tutte le informazioni possono essere raccolte sulla pagina facebook dell'organizzazione "Malawi VolontariaMente". 

Le missioni precedenti

"Ci tengo a precisare che tutti i soldi che vengono donati si trasformano in aiuti concreti a queste popolazioni, per questo aggiorniamo continuamente la nostra pagina Facebook e raccontiamo le nostre esperienze, i cittadini che hanno donato e donano devono sapere che ogni centesimo viene speso per fornire aiuti a queste persone - aggiunge Liaci - non alloggiamo in hotel o strutture confortevoli ma nei villaggi insieme a loro, il nostro scopo è solo quello di rendere migliore la vita di chi è meno fortunato di noi. Questo piccolo progetto è l'esempio di come basta veramente poco per fare grandi cose, e serve soprattutto tanta buona volontà. Due volontarie, una colombiana e l'altra brasiliana, conosciute sul posto, che operano con altre associazioni, hanno deciso di aderire al nostro progetto e questo per me è un esempio della nostra onestà e trasparenza". 

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