Dipendenti Abaco Brindisi: "L'internalizzazione non ci garantisce"
Critiche dei sindacati Cgil e Cisl alla scelta della maggioranza consiliare. "Riprenderemo la trattativa"
BRINDISI – I sindaci Filcams Cgil e Fisascat Cisl, a nome dei 21 lavoratori in carico attualmente alla società di riscossione tributi Abaco, si dicono amareggiati e delusi per la decisione, assunta dalla maggioranza del consiglio comunale di Brindisi, di procedere con la internalizzazione del servizio, pertanto annunciano che continueranno a premere sul Comune per ottenere una soluzione di garanzia per il futuro dei dipendenti.
“Attualmente l’appalto, in scadenza a fine anno ma prorogato per ulteriori 6 mesi , è affidato alla società Abaco S.p.a. che impiega 21 lavoratori e lavoratrici. La delibera prevede in particolare la gestione interna della riscossione volontaria di Imu, Tasi, Tari, riscossione fitti attivi, relativi oneri condominiali e le sanzioni amministrative del codice della strada. La riscossione coattiva, il back-office e la lotta all’evasione fiscale sarà esternalizzata ad un nuovo affidatario”, riepilogano i sindacati.
Lo spacchettamento dei compiti preoccupa molto i sindacati: “A nulla è servita la richiesta, da parte dei lavoratori e delle lavoratrici dell’appalto, di ritiro della delibera o la temporanea sospensione per poter congiuntamente addivenire ad una progettazione più condivisa della riorganizzazione dello stesso, motivata da evidenti lacune tecniche presenti sull’efficacia dell’espletamento del servizio e l’assenza di volontà politica di salvaguardare sia l’occupazione in essere ma anche, la qualità del servizio esperita da personale competente, esperto e con una lunga anzianità di settore, che ha portato nelle casse comunali entrate pari a 45 milioni di euro a fronte dei 25 milioni del 2011”.
Il fatto che il sindaco e la maggioranza si siano invece adeguati al parere negativo formulato dagli uffici circa la possibilità di applicazione della clausola sociale nel passaggio del personale da Abaco al futuro gestore del servizio viene considerata dai sindacati una prova di “poco coraggio”. La presenza di “punteggi premianti”, attribuibili al gestore subentrante che si impegna a riassorbire “il maggior numero di lavoratori,” non solo non convince i sindacati “ma non dà alcuna garanzia sulla tutela degli attuali livelli occupazionali. L’organo esecutivo può sempre discostarsi da pareri tecnici e motivare adeguatamente le proprie scelte. Duole constatare che questo non è stato fatto”.