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In memoria di 3 braccianti scomparse nel 1980: una cerimonia per non dimenticare

La Flai Cgil sarà presente a Ceglie Messapica per ricordare le giovanissime Lucia Altavilla, Pompea Argentiero, e Donata Lombardi. E' quanto si legge in un comunicato a firma del segretario generale provinciale, Gabrio Toraldo

CEGLIE MESSAPICA - Il 19 maggio 1980, intorno alle 16, sulla superstrada Taranto-Brindisi nei pressi di Grottaglie, un pulmino che trasportava 15 braccianti agricole tentò il sorpasso ad un camion che sostava sul bordo della strada. Probabilmente sbandando, andò a finire con la fiancata destra sul camion. Morirono tre ragazze sedute da quel lato del pulmino. Lucia Altavilla di 17 anni, Pompea Argentiero di 16 anni e Donata Lombardi di 23 anni. Tutte e tre di Ceglie Messapica. Le lavoratrici erano dirette a Scanzano Ionico, dov’era in pieno sviluppo la coltivazione delle fragole a bordo del furgone di un caporale.

Venerdì 19 maggio 2023, a 43 anni da quella tragedia, Flai Puglia, Flai Brindisi e Cgil Brindisi si stringono attorno al ricordo di Lucia, Pompea e Donata in una cerimonia in forma sobria con i familiari delle vittime. L'appuntamento è fissato attorno alle 8.30 al cimitero di Ceglie Messapica per la deposizione di una corona di fiori.

Alla cerimonia saranno presenti il sindaco Angelo Palmisano; il presidio Libera di Ceglie Messapica; Gabriele Guarino e Giusy De Simone, segretari Flai Cgil Brindisi; Gabrio Toraldo, segretario generale Flai Brindisi; Antonio Macchia, segretario generale Cgil Brindisi; Antonio Ligorio, segretario Flai Puglia; ed Antonio Gagliardi, segretario generale Flai Puglia. 

"A Brindisi – spiega il segretario generale della Flai provinciale, Gabrio Toraldo – occorre dare applicazione concreta alla legge 199/2016 per il contrasto al lavoro nero, allo sfruttamento del lavoro in agricoltura e per il riallineamento retributivo nel settore agricolo. Sebbene tanto sia stato fatto, manca ancora molto da fare sia sul fronte della realizzazione di un sistema di trasporto pubblico che sottragga i braccianti dalla dipendenza dai caporali, i quali verrebbero privati anche della più importante forma di arricchimento. Spiace constatare inoltre che le aziende che hanno aderito alla Rete del lavoro agricolo di qualità sono pochissime in questa provincia, segno ancora di una scarsa sensibilità al problema. Per questo continuiamo a sollecitare l'Inps a convocare gli organi costituenti la Rete per sbloccare la situazione. Costruire una agricoltura equa, sostenibile, etica e che metta al centro la persona è possibile, vi sono numerosi esempi positivi a cui la Flai contribuisce e che sostiene".

"Dal 1980 ad oggi – conclude il segretario generale della Camera del lavoro di Brindisi, Antonio Macchia - ogni 19 maggio è un giorno della memoria. Le storie di Lucia, Pompea e Donata sono sempre vive nella nostra memoria e accompagnano ogni giorno la nostra azione sindacale, affinché fatti del genere non accadano mai più. Purtroppo, nonostante siamo da sempre in prima linea nei campi e su ogni altro luogo di lavoro, questo fenomeno è ancora lontano dall'essere debellato. Anzi, dal settore agricolo si è evoluto aggredendo altri settori e nuovi lavori. Oggi conosciamo nuove forme di caporalato come – ad esempio – quella del “caporalato digitale” attuato nei confronti dei riders. E anche a Brindisi abbiamo degli esempi che stiamo combattendo come Cgil con l'aiuto delle forze dell'ordine. Una forma ancora più sofisticata laddove il caporale non è una persona fisica, ma un algoritmo, che è alla base dello sfruttamento della persona. La Cgil di Brindisi accanto alla Flai e alle altre combatterà sempre contro ogni forma di caporalato". 

"Da Foggia a Lecce, da Bari a Taranto, dalla Bat a Brindisi – dichiara Gagliardi - la Flai pugliese continua la guerra al caporalato. Non solo nelle campagne e nei ghetti con il sindacato di strada, ma anche nei tribunali con tante costituzioni di parte civile nei processi contro imprenditori e caporali autori di gravissime pratiche persecutorie, in violazione dell’art. 603-bis e, più in generale, della Legge 199 del 2016. Crediamo che questa legge sia uno strumento molto importante per combattere questo fenomeno ancora troppo diffuso. Continuiamo a sostenere che se il caporalato esiste è perché troppi imprenditori lo utilizzano rendendolo funzionale alle economia delle loro aziende. Oggi, più che mai, è necessario intervenire nella regolazione del mercato del lavoro agricolo rendendolo trasparente e facendo incontrare domanda-offerta presso uffici pubblici. Per realizzare ciò bisogna incentivare e sviluppare la Rete del lavoro agricolo di qualità, le cui sezioni sono istituite presso tutte le sedi Inps provinciali della Puglia, purtroppo scarsamente utilizzate. Perciò, occorre andare oltre, da un lato coinvolgendo anche le aziende in un salto culturale e dall'altro cancellando lo sfruttamento estremo diffuso fra gli stagionali italiani e migranti stranieri, questi ultimi ricattati e alloggiati in baraccopoli e quartieri-ghetto delle nostre città. Proprio i ghetti, che sono degli autentici inferni vanno cancellati utilizzando i fondi disponibili, a cui – purtroppo – qualche comune ha deciso di non attingere. Bisogna quindi combattere lo sfruttamento, il lavoro sottopagato, precario e non tutelato e la politica dei voucher in agricoltura non aiuta, anzi. E se è vero che non c'è sindacato senza lavoratori, non ci sono lavoratori liberi senza sindacato. I lavoratori quindi devono credere nel sindacato alimentando energia per liberarli dallo sfruttamento con la forza dei diritti".

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