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Sabato, 20 Aprile 2024
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Mesagne Bene Comune sostiene lo sciopero indetto dai lavoratori agricoli migranti

A lanciare la mobilitazione Aboubakar Soumahoro, attivista e sindacalista dei lavoratori agricoli dell’Usb

MESAGNE - Mesagne Bene Comune sostiene lo sciopero del 21 maggio indetto dai lavoratori agricoli migranti delusi dal "Decreto Rilancio".  A lanciare la mobilitazione Aboubakar Soumahoro, attivista e sindacalista dei lavoratori agricoli dell’Usb sul suo profilo Twitter: “Noi braccianti, delusi dalle misure del decreto, non raccoglieremo la frutta e la verdura il 21 maggio 2020: sarà sciopero degli invisibili. Non vanno regolarizzate le braccia, ma gli esseri umani”

"Siamo solidali con loro perché una regolarizzazione di soli sei mesi e solo per coloro il cui permesso di soggiorno è scaduto dal 31 ottobre 2019, vincolando la possibilità di ottenere un rinnovo del permesso di soggiorno per motivi lavorativi all'ottenimento di un contratto regolare, lascia fuori centinaia di migliaia di persone che continueranno a lavorare nei campi, nell'edilizia, nella logistica e nella cura delle persone nelle stesse condizioni di sfruttamento che conosciamo ormai da troppo tempo". Si legge nella nota di Mesagne Bene Comune.

"Sono coloro il cui permesso è scaduto  prima del 31 ottobre 2019 e che rimarranno lavoratori senza diritti, sono coloro ai quali un contratto di lavoro non lo farà nessuno perché 20 euro al giorno è più conveniente per i datori di lavoro, e perché questa condizione di lavoro rappresenta esattamente l'unico modo per mantenere in piedi l'agricoltura e la maggior parte dell'economia di questo paese. Il provvedimento lascia fuori dalla regolarizzazione coloro che lavorano nell'edilizia, settore non considerato nel provvedimento pur essendo uno dei settori che impiega assieme all'agricoltura più lavoratori a nero". 

"Trascorsi sei mesi tutti coloro che hanno lavorato e lavorano come care-giver, e non hanno avuto l'eccezionale fortuna di ricevere dal proprio datore di lavoro un contratto regolare, avranno ricevuto per sei mesi un assaggio di cosa sia la dignità per poi essere ricacciati nel mondo dell'assenza dei diritti". 

"Chiediamo assieme a tutti loro che la regolarizzazione sia per tutti i migranti presenti sul territorio, che stiano lavorando o che siano alla ricerca di lavoro, perché la regolarizzazione è il solo e unico modo per evitare lo sfruttamento e perché è un dovere dello Stato garantire i diritti di tutti senza distinzione alcuna".

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