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A Mesagne la presentazione del Dossier statistico immigrazione 2022

Si svolgerà martedì 13 dicembre alle ore 18:30 presso le Officine Ipogee. Il rapporto socio-statistico è realizzato dal Centro Studi e Ricerche Idos in collaborazione con il Centro Studi e rivista Confronti

MESAGNE - Le associazioni Mesagne Bene Comune e Street View, con il patrocinio del Comune di Mesagne e del Consorzio dell'Ats Br 4, organizzano la presentazione della trentaduesima edizione del Dossier Statistico Immigrazione 2022, che si svolgerà martedì 13 dicembre alle ore 18:30 presso le Officine Ipogee a Mesagne. Il rapporto socio-statistico è realizzato dal Centro Studi e Ricerche Idos in collaborazione con il Centro Studi e rivista Confronti, grazie al sostegno dell'Istituto di Studi Politici “S. Pio V” e dell'Otto per Mille della Tavola Valdese. Esso analizza il panorama migratorio in Italia alla fine del 2021, ad oltre due anni dall'avvento di una pandemia globale e nel mezzo di una guerra dalle implicazioni mondiali scoppiata alle porte dell'Europa.

I dati del dossier sottolineano come le “3 C” di Conflitti, Clima e Covid-19 siano tra i fattori chiave per comprendere le migrazioni contemporanee. Infatti, nel 2021 i 32 conflitti nel mondo hanno congiunto i propri effetti devastanti a quelli dell’emergenza climatica e della pandemia da Covid-19, rendendo inabitabili aree sempre più vaste del pianeta. A questi fattori di espulsione si è aggiunta, di recente, la guerra tra Russia e Ucraina, che a fine settembre 2022 aveva già spinto 7,4 milioni di profughi ucraini nei Paesi UE. Del resto, i conflitti moltiplicano e aggravano – con un’intensità impressionante durante la guerra in Ucraina – le crisi alimentari. Oggi nel mondo soffrono la fame 870 milioni di persone, aumentate di 150 milioni dal 2020. A loro volta le crisi ambientali, provocate in gran parte dal cambiamento climatico, nel solo 2021 hanno generato 24 milioni di sfollati interni. Gli effetti delle condizioni meteorologiche estreme, dalla siccità alle inondazioni, dalle desertificazioni all’inquinamento, colpiscono “soprattutto i Paesi poveri e i poveri che vivono nei Paesi ricchi”. Secondo la Banca mondiale entro il 2050 i migranti ambientali, in fuga dai disastri ambientali causati dal cambiamento climatico, potrebbero arrivare a 220 milioni di persone.

Anche in Italia l'immigrazione è sempre più “climatica”. Nel 2021, infatti, i primi Paesi di origine delle persone giunte nella nostra penisola erano tra quelli che maggiormente stanno soffrendo la pressione del cambiamento climatico: Bangladesh, Pakistan, Iran, Siria, Eritrea, Guinea, Costa d'Avorio, Afghanistan, Egitto, Tunisia. Si tratta di Paesi dipendenti dal grano russo e ucraino e di aree del mondo allo stremo per la siccità intervallata da alluvioni, per l’innalzamento delle temperature medie e per le conseguenti carestie che stanno affamando decine di milioni di persone.

A far crescere il numero dei migranti forzati, infatti, ci sono i conflitti disseminati in tutto il mondo, che non provocano solo morti, sfollati e distruzione, ma generano un forte impatto ecologico che peserà anche sulle future generazioni. Ne è un esempio il conflitto in Ucraina, che ha innescato anche un’altra guerra, quella del grano e dei cereali, che a sua volta rischia di peggiorare la già precaria sicurezza alimentare in diversi Paesi del mondo. La dipendenza dal grano proveniente dai due Paesi belligeranti, unitamente alla crisi climatica in corso – in particolare per quanto riguarda il Medio Oriente, l’Africa settentrionale e subsahariana – minaccia quindi di aumentare la spinta migratoria dalla sponda Sud del Mediterraneo. 

Ad accogliere l’esodo di milioni di sfollati sono, principalmente, Paesi con risorse precarie e a loro volta fragili anche da un punto di vista ambientale. Nel 2021, l’83 per cento dei rifugiati è stato accolto in Paesi a reddito basso o medio. Eppure, negli Stati più ricchi e maggiormente responsabili della crisi climatica continua a diffondersi un allarmismo sull’arrivo in massa di profughi climatici. Sempre più denaro pubblico viene speso per militarizzare i confini piuttosto che per ridurre le cause del disastro climatico.

Commenta il presidente di Idos, Luca Di Sciullo: “Ingiustizia climatica e ingiustizia sociale si saldano e la migrazione diventa l’unica strategia di adattamento per chi non ha altra alternativa che fuggire dalla povertà in tutte le sue forme. Non basta evitare i conflitti per risolvere la questione delle migrazioni forzate; è anche necessario imparare a convivere in maniera più sostenibile con il nostro pianeta, rovesciando l’attuale modello di sviluppo e ragionando concretamente sul diritto a migrare”.

Il Dossier Statistico Immigrazione è uno strumento conoscitivo a disposizione di tutti coloro che intendono acquisire una conoscenza esatta, organica e puntuale delle migrazioni, in Italia e nel più ampio contesto internazionale, nella consapevolezza che esse costituiscono un fenomeno imprescindibile per comprendere il nostro tempo e sempre più decisivo per il futuro delle società contemporanee. 

L'incontro vedrà la presenza del presidente di Idos, che offrirà ai partecipanti la possibilità di comprendere i punti salienti dell'edizione di quest'anno, e si arricchirà del contributo di studiosi ed esperti in materia. 

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