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Carenza di medici al Perrino: “Così non potremmo sostenere una seconda ondata di Covid”

Monito del presidente dell’Ordine dei medici di Brindisi: “Se non arriveranno nuovi specialisti, l’autunno sarà durissimo”

BRINDISI - “Se non arriveranno nuovi medici, non saremmo in grado di sostenere una seconda ondata di Covid”. Arturo Oliva va dritto al punto. Il presidente dell’Ordine provinciale dei medici chirurghi e odontoiatri di Brindisi ha lanciato un monito sulle lacune che affliggono l’ospedale Perrino. Lo ha fatto pubblicamente ieri sera, davanti al management dell’Asl Brindisi, prima dal concerto dell’orchestra d’archi della fondazione Petruzzelli di Bari, in omaggio agli operatori sanitari in prima linea contro la pandemia. Fra marzo e aprile, nel pieno dell’emergenza coronavirus, Oliva aveva già denunciato la situazione di estrema difficoltà in cui operavano i medici, a causa delle carenze di organico e delle inadeguatezze strutturali del Perrino. Adesso che la pandemia sta dando dei segnali di ripresa, il presidente dell’Ordine esorta le autorità sanitarie a giocare d’anticipo, nella malaugurata ipotesi di una nuova impennata di contagi nei mesi autunnali. 

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“Al di là dell’incremento di posti letto e di adeguamenti strutturali – dichiara Oliva a BrindisiReport - il fattore umano rimane ancora quello più importante, perché non può essere surrogato dalle macchine”. Per questo occorre reclutare, in tempi brevi, nuovi medici. “Il reparto di Malattie Infettive (l’unico attualmente destinato ai pazienti Covid, ndr) – afferma Oliva - ha in organico solo cinque medici, che devono sopperire alle attività ambulatoriali e all’assistenza dei pazienti Covid. Per far funzionare cinque sale operatorie e due urgenze, praticamente tutti i giorni, i medici fanno turni massacranti, lavorando senza sosta e senza riposo”.

Oliva solleva inoltre la problematica riguardante i ritardi nel completamento dei lavori di restyling del reparto di Rianimazione. “Sono ormai quattro anni – afferma Oliva – che si trascinano dei lavori che dovevano durare due mesi. Questo ci costringe ad avere due moduli di Rianimazione”. Particolarmente complessa è anche la situazione dei medici anestesisti. “I colleghi –spiega il presidente dell’Ordine - sotto pressione da una infinità. Qui paghiamo lo scotto di una graduatoria. Noi facemmo un concorso nel 2017 che avrebbe dovuto spegnere la sete di anestesisti che avevamo, ma su 26 idonei non venne nessuno a Brindisi, poiché fu permesso di utilizzare questa graduatoria altrove. E’ vero che esiste un accordo che consente di attingere anche alle graduatorie di altre aziende sanitarie, ma la condizione è che siano prima soddisfatte le esigenze dell’Asl che bandisce il concorso. E invece questo non è stato fatto. Adesso i pochi anestesisti che abbiamo sono costretti a fare doppi turni”. 

E poi bisogna fare i conti con la difficoltà a reclutare nuovi medici. “Non si trovano – dichiara Oliva – specialisti. In vista di una prossima procedura concorsuale, ad oggi non è arrivata nessuna domanda. Questa difficoltà scaturisce da una mancata programmazione. Da anni lamentiamo il fatto che ci siano pochi posti nelle scuole di specializzazione, perché nel sistema sanitario si entra con la specialità. Adesso gli specializzandi del penultimo e ultimo anno possono essere ammessi nella sanità pubblica, ma se ne trovano pochi e Brindisi, purtroppo, non è una piazza appetibile, anche per questioni demografiche. Nel senso che – spiega Oliva - ci sono meno specialisti residenti a Brindisi rispetto a Bari e Lecce. I nostri laureati, se si specializzano, vanno altrove. Oppure, se restano qua, preferiscono svolgere il servizio a Bari o a Lecce”.

Ma per quale motivo gli specialisti non restano a Brindisi? “Perché con organici inadeguati – risponde Olia - i turni di lavoro diventano massacranti. Ormai qui a Brindisi siamo costretti ad accettare turni mattina-notte. Non si recupera più il mancato riposo, la domenica si è costretti a lavorare e non si recupera il festivo. D’estate, se si riescono a fare 15 giorni di ferie fra l’1 giugno 1 il 30 settembre, è una cucccagna”.  La speranza è che le cose possano migliorare tramite il concorso bandito dall’Asl Brindisi che si è svolto nei giorni scorsi. “Ma questa volta – conclude il presidente dell’Ordine - son sia data la graduatoria finché non si sopperisce alle nostre carenze d’organico. Se non dovessimo ricavare niente da questo concorso, l’autunno non lo supereremo. Noi, come organo sussidiario dello Stato, saremo sempre attenti”. 

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