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Giovedì, 28 Marzo 2024
Attualità Ceglie Messapica

"Nonno è morto in solitudine, il Covid ti toglie la dignità"

La tragica storia di Pietro Ligorio e di sua moglie, Antonia Ciciriello, entrambi positivi, raccontata dalla nipote Antonella Ligorio

CEGLIE MESSAPICA - "L'attimo prima eravamo impegnati a raccogliere le olive nella nostra campagna, l'attimo dopo l'ho visto accasciarsi per terra, senza forze. Così è stato nei giorni successivi fino all'arrivo del risultato del tampone: era Covid. Da allora non abbiamo capito più niente." Antonella Ligorio è una ragazza forte ma non trattiene le lacrime nella lunga telefonata durante la quale ripercorre tutte le tappe, dolorose, del calvario vissuto dai nonni, risultati positivi al Covid-19. Il nonno, Pietro Ligorio, 89 anni, purtroppo non ce l'ha fatta, è deceduto lo scorso 12 dicembre nel reparto di Pneumologia dell'ospedale di Ostuni, dopo quasi 20 giorni di degenza. La nonna, Antonia Ciciriello, 82enne, è tornata oggi ( 29 dicembre) nella sua casa di Ceglie Messapica, dopo oltre un mese nella sub intensiva dello stesso nosocomio. Entrambi trasportati d'urgenza il 25 novembre prima al Perrino e poi trasferiti, sempre insieme, nell'ospedale ostunese. 

"Ti ritrovi da un giorno all'altro, mentre magari fai progetti per il Natale, a chiamare due ambulanze contemporaneamente e vedere i tuoi nonni andare via così, senza poterti avvicinare, rassicurarli e dare loro un bacio, un ultimo bacio mai dato." Il racconto di Antonella Ligorio è un fiume in piena: "In quel momento inizia un calvario fatto di chiamate al reparto per avere notizie, per sapere se hanno mangiato, dormito, per capire la situazione clinica e ogni volta arriva una notizia che ti toglie piano piano la speranza o che te la ridà. Da quel momento inizi a sentirti impotente perché loro sono lì a combattere e tu l'unica cosa che puoi fare è aspettare che passi la giornata per ricevere un'unica chiamata possibile dai medici."

Solo un anno fa, i coniugi Ligorio avevano festeggiato 60 anni di matrimonio. Una lunga vita insieme, amati dai figli e nipoti. Qualche problema di salute, fortunatamente, superati e una grande voglia di non fermarsi mai. Il calvario inizia intorno alla metà di novembre: un familiare risulta positivo, parte così il protocollo previsto dalla Asl con tracciamento e isolamento per i contatti stretti. Dal primo test i coniugi risultano negativi. La vita continua con le giuste precauzioni ma il Covid ci ha dato prova che nulla è scontato e Pietro Ligorio viene ritrovato senza forze un sabato mattina sotto ad un albero, nel terreno dove stava raccogliendo le olive. Seguiranno febbre, inappetenza e spossatezza fino a quando necessiterà di ossigeno. Nel frattempo sia lui che la moglie rifanno il tampone: è Covid. Ma la situazione precipita la sera del 25 novembre quando entrambi vengono trasferiti con urgenza dal 118 al Perrino di Brindisi dove restano tre giorni prima di essere portati nell'ospedale di Ostuni. 

ANTONELLA LIGORIO E IL NONNO-2

"I giorni diventano lunghi e logoranti - continua la nipote Antonella - inizi a pregare e a sperare perché ti rimane solo quello da fare. Ma a volte non basta e dopo quindici giorni, quando pensi che forse c'è uno spiraglio arriva un'onda di dolore che ti travolge così violentemente che pensi di morire anche tu. Un dolore che non ti dà pace e la rabbia ti devasta perché non ti dai una spiegazione e non puoi incolpare nessuno perché non ha voluto nessuno che succedesse tutto questo. Per questo, a coloro che non credono nell'esistenza di questo virus o che si lamentano perchè non possono uscire o viaggiare, ritornermo a fare tutto ma c'è una cosa più preziosa che si può perdere, la vita, quella non torna più, abbiatene cura."

I numeri che, ogni sera, ci passano davanti sullo schermo del televisore sono volti di mamme, di papà, di mariti, di mogli. Sono i volti dei malati e dei loro cari. I volti di chi ce l'ha fatta, di chi sta combattendo, di chi se n'è andato. La storia di Pietro Ligorio è quella, purtroppo, di tanti altri in questi mesi: si muore in solitudine senza il conforto di una persona cara.  "A noi che restiamo - conclude Antonella Ligorio - è preclusa la possibilità di dire addio e non mi abituerò mai a questa morte perchè il Covid ti toglie la dignità."

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