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Si può uscire per curare i randagi, ma con autocertificazione

Il sindaco di Brindisi chiarisce che esiste una precisa disposizione ministeriale per canili e colonie feline

BRINDISI – Il permesso di utilizzare le autocertificazioni è esteso anche alla cura degli animali, e non solo delle persone. Quindi, spiega il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, tale permesso non è limitato al recarsi presso studi veterinari o pet shop, ma si deve intendere esteso anche all’alimentazione dei gatti delle colonie feline, che sono tutelate da una legge nazionale e da una regionale, ma anche regolamentate da raccomandazioni comunali, come nel capo della città capoluogo.

gatti - colonie feline 4-3

Rossi comunica di aver fatto il punto con il prefetto e il questore “per ribadire che il Ministero della Salute con nota del 12 marzo 2020 ‘Sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare’ disciplina anche l’accudimento di canili, gattili e colonie feline, autorizzando la cura degli animali tramite modulo di autocertificazione”.

“Gli spostamenti relativi alla cura degli animali di affezione rientrano nell'ambito della deroga relativa ai motivi di salute, in quanto sono da estendersi anche alla sanità animale, in conformità delle disposizioni previste nei Dpcm 8, 9 e 11 marzo 2020. Chi effettua gli spostamenti per le motivazioni citate nella nota, dovrà utilizzare il modulo di autocertificazione”, raccomanda però il sindaco Rossi.

Un altro ospite del canile di Brindisi-3

Per quanto riguarda la toilettatura, non prevista invece nella nota ministeriale, essa è sanzionabile secondo il sindaco Rossi. Bisognerebbe però, verificare se tale tipo di intervento ha solo finalità estetiche e pertanto non legate al mantenimento in salute dell’animale, o se ha finalità di cura come disinfestazioni, riduzione del mantello nei mesi caldi, pulizia non effettuabile in casa, eccetera. La questione, pertanto, è controversa.

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