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Venerdì, 29 Marzo 2024
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E il sindaco prolunga il blocco del cracking con nuova ordinanza

Riccardo Rossi dispone la fermata sino all'esito delle indagini ulteriori che Arpa ha in corso

BRINDISI – Il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, sostituisce l’ordinanza numero 44 del 20 maggio, quella con cui si intimava a Versalis la cessazione delle attività dell’impianto di cracking del petrolchimico di Brindisi, con un’altra ordinanza, la numero 54, che dispone la prosecuzione della sospensione dell’esercizio dell’impianto di cracking per la produzione di etilene e propilene P1CR con riferimento a tutte le sue sezioni principali”. La nuova ordinanza “produrrà effetti fino all’acquisizione delle definitive risultanze di Arpa Puglia a completamento delle valutazioni preliminari sugli eventi occorsi; Versalis Spa potrà entro dieci giorni formulare osservazioni sulla presente ordinanza”.

È la risposta che arriva da palazzo di città alla richiesta dell’azienda di revoca della sospensione dell’impianto, accompagnata dalla dichiarazione di estraneità alle emissioni odorigene che nei giorni precedenti il 20 maggio avevano pervaso intere zone di Brindisi. L’ordinanza numero 54 giunge inoltre alla vigilia della seduta urgente del consiglio comunale di mercoledì 27 maggio e dell’incontro stabilito con i vertici Versalis in programma il 28 maggio. Ciò che ha indotto il sindaco a prolungare la durata della sospensione è il primo report dell’Arpa sulle emissioni rilevate dalle centraline nella zona industriale e in città il 20 maggio.

La richiesta di Eni Versalis

Rossi infatti sottolinea nel nuovo atto che porta la data di oggi 26 maggio “la precipua finalità del presente provvedimento teso a prevenire eventi dannosi per la salute pubblica, valore sovraordinato rispetto ai procedimenti che regolano la mera applicazione dell’art. 29 decies” del Testo unico sull’ambiente, visto “il sussistere dei presupposti del periculum, della necessità e dell’urgenza; la necessità che la ripresa dell’esercizio dell’impianto non possa attuarsi in assenza delle dovute garanzie e certezze sull’assenza di un ripetersi di una o più cause che hanno già determinato l’insorgere di un possibile rischio di pubblica incolumi.”

Il sindaco non manca di sottolineare “le proprie prerogative ex lege di valutazione della tollerabilità delle lavorazioni provenienti dalle industrie cosiddette insalubri - adozione di provvedimenti in via cautelare interventi per impedire la continuazione di attività potenzialmente pericolose”, e che “Arpa Puglia ha riferito nella medesima comunicazione sopra riferita, di avere “in corso ulteriori accertamenti che potranno consentire di inquadrare meglio il fenomeno e, possibilmente, di individuare la causa dell’innalzamento delle concentrazioni di taluni parametri monitorati e del disagio lamentato dalla popolazione.”

La relazione dell'Arpa del 25 maggio

Di quella prima relazione, resa nota lunedì 25 maggio, il sindaco Riccardo Rossi considera “le evidenze di picchi benzene anche presso la centralina mobile nel sito di Micorosa a distanza molto ravvicinata dello stabilimento Versalis; le evidenze di netti incrementi di toluene, inquinante di chiara origine industriale e derivante da processi di reforming, in alcuni giorni dei periodi di fermata e riavvio degli impianti; elementi di storicità allorquando è riferito che ‘anche in passato, in alcun giornate corrispondenti alla fermata del petrolchimico, sono state rilevate variazioni significative dei normali trend del benzene in diverse centraline della città di Brindisi”.

Ed infine, rileva la “pesante incognita dovuta alla non conoscenza del dato qualitativo (concentrazione di inquinanti, dati invalidi) dei flussi da diversi punti emissivi dello stabilimento di Versalis (E101, E102, E103, E104, E105, E106, E108) come riscontrato durante il sopralluogo ispettivo Arpa del 20 maggio 2020, che introduce un vulnus nel quadro di riferimento informativo traducibile, tout court, in assenza di presidio della matrice aria-ambiente, circostanza certamente all’attenzione delle autorità competenti in ambito di Aia”. Va ricordato che il caso è scoppiato nel corso di interventi di manutenzione dell'impianto di cracking, e del ricorso nuovamente al sistema delle torce di emergenza utilizzate per la combustione dei gas presenti nell'impianto da fermare.

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