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Osapp: "Carcere di Brindisi fatiscente, ne andrebbe costruito uno nuovo"

Il sindacato di Polizia Penitenziaria descrive la situazione presso la casa circondariale in via Appia

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato della segreteria regionale Puglia e di quella provinciale di Brindisi del sindacato Osapp, sulla situazione nel carcere di Brindisi. 

In data 26 agosto 2021, l'associazione nessuno tocchi Caino, insieme ad una delegazione di parlamentari formata dall'On. Rita Bernardini, Sergio D'Elia, Elisabetta Zamparutti insieme a Giovanni Zezza, Andrea Briganti, Cosimo Lodeserto, Fabio Di Bello, Silvia Camon, Barbara Mennitti e Stefano Caliciuri hanno effettuato una visita al carcere di Brindisi, questa visita ha fatto seguito ai gravissimi fatti di cronaca accaduti in appena pochi giorni di distanza uno dall'altro nel mese di agosto. Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) con questa nota della segreteria cittadina, intende approfondire alcune criticità elencate dall'On. Rita Bernardini delle quali, alcune, non rappresentano fedelmente i fatti accaduti. 

Ci preme innanzitutto affermare come l'On. Bernardini abbia denunciato, come da tempo questa organizzazione sindacale ha fatto, il grave sovraffollamento nella struttura carceraria, che è di circa di una settantina di detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare. Questa è solo una delle tante denunce dell'Osapp Puglia e non solo del capoluogo adriatico. Ma noi dell'Osapp diciamo ancora di più: il carcere di Brindisi andrebbe chiuso per costruirne uno nuovo e moderno in un luogo periferico. 

Quella attuale è una struttura fatiscente nonostante i lavori (fatti male) di ristrutturazione parziale; infatti appare oramai inadeguata sia per la sicurezza (essendo in pieno centro, è soggetta all'attacco esterno di malintenzionati, con il lancio di sostanze stupefacenti e telefoni cellulari) che per il mandato istituzionale perché non offre la possibilità di rieducazione del detenuto (come sottolineato dall'On. Bernardini, non ci sono spazi idonei per le attività ricreative e sportive, ma anche per il reinserimento al lavoro). La costruzione di un carcere nuovo in un luogo fuori dai confini cittadini, migliorerebbe la sicurezza pubblica, oltreché dare la giusta dignità ad un quartiere popolare a ridosso dell’attuale casa circondariale; per ultimo, non per importanza, restituire la giusta dignità ai familiari che si recano a fare visita ai ristretti, obbligati ad attendere lungo la strada il loro turno d’ingresso, non garantendo quel minimo di privacy. 

I parlamentari in visita, sicuramente, non avranno difficoltà a condividere la nostra istanza e proporla al Governo, ci preme segnalare però che l'On. Bernardini abbia commentato a nostro avviso in modo errato fatti violenti accaduti nel carcere di Brindisi. Le aggressioni, gli incendi e la devastazione di una cella con conseguente uscita dei detenuti dalle proprie camere, mettendo a rischio l'incolumità del personale di Polizia Penitenziaria e la sicurezza dell'istituto, tali gesti gravissimi in questo caso non sono stati commessi da soggetti con patologie psichiatriche, ma da soggetti con indole criminale per affermare la loro supremazia e ciò è di una gravità assoluta. Alla gentile On. Bernardini ci permettiamo di dirlo noi cosa accomuna i responsabili: l'alto indice di pericolosità e l'indole violenta che li contraddistingue (gli stessi infatti sono ben noti all’amministrazione penitenziaria per fatti analoghi e lesioni gravi in altri istituti penitenziari) sempre per futili motivi.

Riteniamo utile ricordare che l'aggressione subita dal povero ispettore con un arma da taglio rudimentale che gli ha causato diversi tagli e punti di sutura sul braccio e sulla schiena, solo la fortuna e l'istinto gli hanno permesso di proteggere le parti vitali del corpo, tale violenza inaudita scaturita dalla pretesa del detenuto solo dal fatto di dover cambiare cella senza essere dapprima autorizzato dalla autorità dirigente come prevede l'ordinamento penitenziario e non la Polizia Penitenziaria chiamata a eseguire e far rispettare tali norme e leggi dello Stato. Il secondo evento ancora più violento e di palese prevaricazione e mancato rispetto di norme e leggi, è accaduto perché il detenuto intendeva passare generi alimentari ad un altro detenuto, senza autorizzazione e controllo, come da regolamento interno e penitenziario, per questo ha incendiato una bomboletta di gas, legata a bottiglie di plastica contenente olio e coperta da stracci, per intenderci utilizzandola come una molotov. Il terzo episodio è accaduto perché il facinoroso intendeva lasciare il carcere di Brindisi al più presto, senza attendere i vari permessi dagli organi e uffici competenti sia penitenziari che giudiziari, evidentemente aveva confuso il carcere per una stazione ferroviaria, dove ogni individuo è libero di partire a suo piacere. 

Mentre scriviamo, nelle zone limitrofe al carcere di Trani, si stanno ancora cercando due detenuti evasi l’altro giorno (uno dei due nel frattempo si è costituito, ndr), entrambi condannati a gravissimi reati e, in questi ultimi mesi, abbiamo assistito a troppi fatti violenti in tutto la Puglia ed il Paese (ricordiamo le rivolte e la grande evasione dal carcere di Foggia nel marzo 2020). La mancanza di personale, la sfiducia degli appartenenti al corpo di polizia penitenziaria verso uno Stato che ignora i problemi e che si fa vivo solo per inutili passerelle non demoralizzano questa organizzazione sindacale che intende continuare a denunciare ogni nefandezza all'interno degli istituti di pena e a breve chiederemo un incontro al prefetto di Brindisi al quale illustreremo tutte le criticità sulla sicurezza e al sindaco di Brindisi al quale chiederemo di fare da portavoce al governo per la costruzione di un nuovo istituto

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