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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Ghiaia e Tnt per chiudere gli scavi archeologici: pioggia di critiche

Polemica per la decisione della Soprintendenza archeologica di coprire i resti in piazza della Libertà ad Ostuni. Secondo i tecnici vetro o plexigass non sarebbero stati possibili perchè avrebbero agevolato il proliferare della vegetazione

OSTUNI - Polemiche per la decisione dell'amministrazione comunale di Ostuni di mettere in sicurezza lo scavo archoelogico di piazza della Libertà con una copertura di ghiaia di fiume pulita. Le indicazioni, infatti, come precisa il primo cittadino Guglielmo Cavallo, sono pervenute dalla Soprintendenza e, quindi, condivise dall'ente comunale e dall'architetto Ilaria Pecoraro, per effettuare un intervento reversibile e preservare i resti, spesso, ricettacolo di rifiuti in questi anni. Non sarebbe stata possibile, secondo i tecnici, una copertura con vetro o plexigass perchè avrebbe agevolato il proliferare della vegetazione. Grazie al tessuto non tessuto e alla ghiaia, invece, i reperti calcarei si conserverebbero per secoli e, nel caso, quando si vorrà fare riemergere tutta l'area archeologica, sarà possibile farlo senza alcun danno alle strutture. Ad eseguire i lavori è la ditta Lippolis Restauri di Noci.

Certo è che questa su questa decisione molte sono le critiche ed i pareri negativi, soprattutto, tra gli studiosi. A partire dal professore Donato Coppola, direttore scientifico del Museo civico di Ostuni, che ha interessato, con una missiva, il ministro Dario Franceschini: "Improvvisamente senza alcuna esigenza reale questi resti hanno ottenuto il beneplacito della Soprintendenza per l'interramento, adducendo una giustificazione di 'messa in sicurezza'. Certamente questa è la sicurezza dell'oblio della propria storia e della rimozione di una scelta di modernità, penso ad una piattaforma trasparente calpestabile. Morale del discorso: decine di migliaia di euro per gli scavi, oltre cinquantamila euro per il sotterramento. Che logica ci può essere in simili scelte contradditorie? Quali tecnici ai vari livelli hanno deciso simili scelte? Spero solo che questa prassi non determini le attività future sulla base della quantità di risorse che deriveranno dai finanziamenti europei".

SCAVI ARCHEOLOGICI OSTUNI 2-3

Non meno polemico Pierangelo Buongiorno, professore di Diritto romano e diritti dell'antichità all'Università del Salento: "Circa 50mila euro per l’intervento di interramento non appaiono una cifra esigua, ma sorprende che di cotanta ponderazione, e delle valutazioni di spesa sul sistema di copertura in vetro e di areazione che sono state valutate eccessive, non resti traccia alcuna nelle relazioni tecniche. In tali relazioni, anzi, l’interramento è presentato sin da subito come l’unico intervento per conciliare la messa in sicurezza dell’area archeologica con non meglio precisate 'esigenze sorte durante l’elaborazione del regolamento comunale delle occupazioni di suolo pubblico da parte di locali per il pubblico esercizio'".

"Esigenze di chi, poi? C’è insomma da chiedersi - prosegue il professore - se attraverso l’inumazione dell’area archeologica non si siano limitati gli effetti del regolamento comunale 87/2019 per l’occupazione di suolo pubblico da parte di attività commerciali, dove all’articolo 16 si stabilisce che nella zona di piazza della Libertà, 'le aree occupate non devono mai essere addossate a edifici religiosi, aree archeologiche'. La copertura in vetro, ancorché calpestabile, avrebbe perpetuato l’esistenza dell’area archeologica. L’inumazione, invece, la estingue, e restituisce, ma questo è un effetto secondario, il suolo ai culti della dea Tavolinia". 

La scoperta degli antichi resti avvenne nel 2002, durante alcuni lavori di rifacimento di piazza della Libertà, appartenenti a epoche diverse, dall’età messapica a quella aragonese. Nel 2017 il professore Donato Coppola e un gruppo di studenti si occuparono della pulizia dello scavo. Il progetto di messa in sicurezza attraverso il riempimento dell’area archeologica era, già, previsto dal regolamento comunale per l’occupazione di suolo e spazio pubblico, approvato nel 2019 di concerto con la soprintentendenza archeologica. 

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