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Condotta di Apani, via ai lavori. Zona interdetta per otto mesi

Sarà off-limits solo la fascia interessata. Intanto riprende la polemica sul mancato utilizzo dei reflui in agricoltura

BRINDISI – Dureranno almeno 8 mesi i lavori di rifunzionalizzazione e prolungamento della condotta sottomarina di Apani, con cui – secondo il progetto di Acquedotto Pugliese – saranno convogliate al largo i reflui trattati dal depuratore circondariale di Bufalaria, che serve i comuni di San Vito dei Normanni, San Michele Salentino, Carovigno e le marine di competenze di quest’ultima amministrazione civica.

Pertanto, a partire da oggi 7 gennaio sino ai primi giorni di agosto, salvo proroghe o modifiche, con ordinanza della Capitaneria di Porto di Brindisi firmata dal comandante, capitano di vascello Giovanni Canu, è interdetta alla navigazione, all’ancoraggio, a qualsiasi attività di superficie o subacquea, e ad ogni altra attività connessa agli usi pubblici del mare, l’area compresa tra le seguenti coordinate: 40°41'42.05"N 017°49'41.47"E; 40°41'43.84"N 017°49'35.57"E; 40°42'53.97"N 017°51'33.37"E; 40°42'50.39"N 017°51'34.29"E; 40°42'50.89"N 017°51'47.11"E; 40°42'47.78"N 017°51'45.91"E.

La futura condotta sottomarina di Apani (2)-2

Il progetto

Si tratta di una settore di superficie marina che abbiamo riprodotto su mappa (planimetria originale consultabile in Capitaneria), in cui si svolgeranno i lavori affidati a suo tempo con gara d’appalto da AqP all’impresa Doronzo Infrastrutture Srl di Barletta. L’ordinanza è stata emessa dall’autorità marittima, visto l’esito delle verifiche che definiscono accettabile il rischio della presenza di ordigni bellici, e gli atti relativi del Comune di Brindisi per quanto di sua competenza (opere sulla terraferma, di raccordo tra la condotta di scarico del depuratore nel punto in cui sfocia nel Canale Reale, sino al collegamento con il tratto subacqueo).

Una parte dei reflui trattati dal depuratore, di alta raffinazione, secondo un  accordo ottenuto dal Consorzio di gestione di Torre Guaceto, saranno utilizzati per irrigare i terreni agricoli compresi nel perimetro della riserva naturale terrestre dello Stato, che rientra nella governance del consorzio stesso assieme alla omonima Area marina protetta (per la cronaca, la condotta subacquea non interessa l’area della Amp).

Il depuratore di Bufalaria

Il depuratore e gli usi irrigui

Sulla decisione originaria, sia pure temporanea, di convogliare nel Canale Reale, e quindi nella baia di Torre Guaceto, i reflui del depuratore di Bufalaria scoppiò una polemica che vedeva da una parte ambientalisti e consorzio, e dall’altra Aqp, Regione e Comuni interessati. In realtà, la capacità di raffinazione di un depuratore moderno e di recente entrato in funzione è nettamente più alta di quella degli impianti di Ceglie Messapica, Francavilla Fontana e Latiano che scaricano da anni nel Canale Reale.

Ma si è poi giunti alla soluzione del recupero del progetto originario di trasferimento al largo della costa dei reflui stessi, e parzialmente del riuso per scopi agricoli. Sui quest’ultimo punto c’era stata invece la richiesta della sezione di Carovigno del Partito comunista, che chiedeva e chiede che l’intero patrimonio di reflui riciclati venga destinato all’agricoltura della zona, invece di essere in gran parte sprecato in mare, privilegiando per altro verso solo i terreni compresi nell’area protetta.

depuratore bufalaria dopo-2

La polemica: “Chi paga non avrà l’acqua”

Ma il Partito comunista torna alla carica anche oggi, con un comunicato in cui polemizza con il Consorzio di gestione di Torre Guaceto e quanti sostengono la “soluzione finale” dello scarico al largo della costa. “Il consiglio comunale di Carovigno, all’unanimità, compreso l’attuale sindaco, all’epoca consigliere di minoranza,  votò per la realizzazione della conduttura sottomarina dove incanalare i reflui e scaricarli in alto mare, ‘tanto il mare depura tutto’, fu detto”, si legge nel comunicato del Pc.

“I sostenitori del  progetto dell’AqP,  già finanziato, per la conduttura sottomarina sono, oltre che il  sindaco ed l’ex consiglio comunale di Carovigno,  anche le  associazioni ambientalistiche istituzionali, il sindaco di Brindisi, il presidente del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, l’ex commissario prefettizio di Brindisi e la Regione Puglia di Emiliano”, prosegue la nota.

“Il Consorzio progetta di distribuire l’acqua per l’agricoltura fuori dal comprensorio del depuratore di Carovigno, intanto nelle bollette AqP a pagare la quota di depurazione sono gli abitanti del comprensorio. Perché la Regione Puglia ha approvato il progetto del Consorzio e non ha chiesto ai Comuni di Carovigno, San Vito dei Normanni e San Michele Salentino di produrre un progetto per la distribuzione delle acque reflue depurate in agricoltura? Nello statuto del Consorzio  non si trova traccia scritta che possa autorizzarlo a progettare la distribuzione dell’acqua in agricoltura”, è la polemica domanda posta a tutti gli interlocutori.

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