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Gli operatori del sorriso allo stremo: "Regaliamo spensieratezza, non possiamo essere dimenticati"

La storia di tre professionisti del settore Intrattenimento fermi da ottobre scorso, senza ristori e senza prospettive per il futuro. "Il telefono non squilla più se non per prenotazioni per il 2022 (matrimoni), il calendario è completamente vuoto"

SAN PIETRO VERNOTICO - Da Treviso, Brasile e Torino a San Pietro Vernotico per dare vita a un sogno: creare divertimento per grandi e piccini. Un sogno lungo sette anni che la pandemia rischia di mandare in frantumi per sempre. Luciano Trenta (da Treviso), 43 anni, la moglie Luciany Reis Da Cruz (dal Brasile) 39 anni e Annalisa Madau (da Torino), 45 anni, proprietari di una ditta che si occupa di intrattenimento con sede a San Pietro, dal 13 ottobre sono fermi. Il telefono non squilla più se non per prenotazioni per il 2022 (matrimoni), il calendario è completamente vuoto. Un settore quello dell’intrattenimento che continua a essere schiacciato dagli effetti della pandemia. Se le feste sono vietate è vietato anche il divertimento e chi si occupa di animazione da sei mesi è fermo. Senza risarcimenti, senza speranze per il futuro. 

“Lo scorso anno abbiamo ricevuto i ristori previsti, da novembre non percepiamo alcun tipo di aiuto economico - spiega Annalisa Madau - con questo nuovo sistema di ristori, sarà molto difficile ottenere qualche rimborso. Sappiamo che il nostro lavoro crea assembramenti e quindi sarà l’ultimo a ripartire, ma senza sostegni economici come dovremo fare? Non riusciremo ad andare avanti a lungo”. Due famiglie con bambini da sfamare. E altri giovani senza lavoro. Come è noto le attività che si occupano di intrattenimento generano altro lavoro tra animazione, ballo, e altro. In questo caso circa quaranta giovani rischiano di perdere un’opportunità, la ditta in questione opera nei villaggi turistici, organizza campus per bambini oltre a intrattenimento per feste. 

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Una situazione che vivono tutti i professionisti di questo settore e di altri. Molti rischiano di non alzare più la saracinesca del proprio negozio. Un dramma che tutte le Partite Iva travolte dalle chiusure stanno vivendo giorno per giorno e che stanno manifestando sotto diverse forme: dalle proteste pacifiche, agli appelli sui Social Network, agli scontri veri e propri davanti alle sedi delle istituzioni. 

Si chiede a gran voce di lavorare, in sicurezza. Su questo aspetto, nessuno ha dubbi. Una situazione difficile che diventa drammatica quando a chiudere è l’unica fonte di guadagno per le famiglie.

Annalisa, Luciany e Luciano trascorrono le loro giornate nella sede della loro attività commerciale, programmando il futuro “Per noi questo lavoro è come un figlio, curiamo amorevolmente ogni aspetto, ci aggiorniamo continuamente, organizziamo corsi di formazione per chi vuole intraprendere questa strada. Continuiamo a vederci regolarmente in sede progettando gli eventi futuri, ma senza certezze non faremo una buona fine. I soldi che avevamo a disposizione si stanno finendo, e senza soldi è difficile continuare con questa attività. Abbiamo scritto una lettera di sfogo sulla nostra pagina Facebook che abbiamo inviato anche al Governo. Vorremmo sapere che fine faremo, a chi rivolgerci per capire se dobbiamo già gettare la spugna e riorganizzarci o sperare in una ripartenza”. 

La lettera inviata al Governo 

Egregio Premier Mario Draghi, Egregio Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo Dario Franceschini, con questa lettera vogliamo solo ricordare che esistono ancora il settore dell’animazione, dello spettacolo, dell’arte e della danza, degli eventi, del Circo e dei giostrai (Spettacoli viaggianti) e del turismo e chiediamo che già nel primo Dpcm del governo Draghi vi ricordiate che da novembre 2020 non percepiamo nessun aiuto economico e non sappiamo per quanto tempo riusciremo a far fronte a questa gravissima crisi.

Siamo consapevoli, che per la natura del nostro lavoro, noi creiamo assembramenti e quindi saremo indubbiamente l’ultimo settore che potrà ripartire, ma se non volete che questo settore muoia totalmente, ascoltateci, dateci gli strumenti, rielaborate protocolli di sicurezza, ma soprattutto riconosceteci aiuti economici.

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Forse anche voi credete che fare animazione e spettacolo sia da pagliacci o da buffoni (come lo pensano altre migliaia di persone), ma non è assolutamente così. Chi fa questo lavoro di mestiere è un professionista del settore, per lavorare con i bambini, i malati e gli anziani servono anni di studio in psicologia, pedagogia e scienze dell’educazione, per diventare artisti di strada, maghi, ballerini, musicisti e cantanti ci vogliono anni di studio specifici, allenamenti e costanti corsi di aggiornamento, per organizzare eventi, manifestazioni, matrimoni ci vogliono menti creative e manageriali ed investimenti economici e per lavorare nel turismo servono tutte queste caratteristiche, competenze sopra citate, capitali da investire e parallelamente produciamo infinite opportunità e posti di lavoro.

Siamo quindi preparati, competenti, qualificati, professionisti, produttori, siamo artisti e manager, siamo investitori per garantire costantemente la qualità, l’avanguardia e l’originalità dei nostri servizi.

Ed abbiamo un inconfutabile potere: grazie alla passione per il nostro lavoro regaliamo sorrisi, permettiamo alle persone di staccare la spina e distogliersi per qualche ora dalle preoccupazioni quotidiane, regaliamo spensieratezza, divertimento, benessere mentale e fisico.

Vi sembra da sottovalutare? Ognuno di noi, in questo periodo di inattività, si sta reinventando, riorganizzando, studiando, aggiornando, investendo gli ultimi risparmi per essere sul pezzo il giorno che potremo nuovamente lavorare e guadagnare.

Ma senza aiuti economici stiamo soffrendo ed esaurendo ogni nostra ultima risorsa nonostante ci chiedete di continuare a pagare affitti, bollette, assicurazioni, commercialisti, consulenti del lavoro, contributi Inps…non sono solo migliaia e migliaia di Partite iva ad essere messe in ginocchio, ma sono migliaia, migliaia e ancora migliaia di famiglie che a loro volta devono continuare a pagare le loro bollette, i loro affitti, le loro tasse, le loro assicurazioni, le loro spese alimentari e le loro spese di prima necessità. Siamo pronti ad incontrarvi personalmente per essere ascoltati…chiediamo di non essere dimenticati 

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