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Giovedì, 28 Marzo 2024
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L'industrializzazione a Brindisi: benessere e sviluppo, fra luci e ombre

Presentato all'Archivio di Stato il libro di Franco Stasi sul ruolo della politica brindisina negli anni della svolta industrialista

BRINDISI - Nell’ambito della manifestazione culturale Domenica di carta, che si è svolta in tutta Italia domenica 13 ottobre, l’Archivio di Stato di Brindisi, che ha aderito all’iniziativa effettuando l’apertura straordinaria dell’Istituto, ha presentato il libro del docente e funzionario della pubblica amministrazione, Franco Stasi: “La politica a Brindisi negli anni della svolta industrialista. ‘Dalla chiusura a sinistra’ alle amministrazioni di centro-sinistra”. Stasi ha svolto attività politica nel Psi ed ha scritto articoli per “Quotidiano” e “Meridiana”. 

Il suo volume, edito dalla casa editrice Hobos Edizioni di Brindisi nel maggio 2019, è il risultato di un lungo e accurato lavoro di ricerca sui documenti e i giornali conservati dall’Archivio di Stato di Brindisi. Nel libro l’autore ha ricostruito le vicende politiche della città di Brindisi dal 1959, anno in cui si tenne la cerimonia della posa della prima pietra del Petrolchimico Montecatini, sino al 1971.

L’importante lavoro è stato presentato, nel pomeriggio di domenica, nelle sale dell’Archivio di Stato, ed è stato introdotto dalla direttrice dell’Istituto, dottoressa Maria Antonietta Ventricelli. Erano presenti l’autore del libro e il professor Nicola Colonna, avvocato e docente di Storia delle dottrine politiche presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Bari, che ha curato la prefazione del volume. 

La copertina del libro di Franco Stasi-2

I documenti conservati nell’Archivio di Stato di Brindisi consultati da Franco Stasi, provengono, come afferma la dottoressa Ventricelli, dai Fondi Gabinetto della Prefettura (le relazioni dei prefetti e la raccolta dei giornali), dal Fondo Questura (relazioni dei questori e prefetti, la serie Elezioni Amministrative) e dall’archivio privato Francesco Arina. Per la direttrice, il volume si articola su tre livelli di analisi: le vicende nazionali, le vicende regionali e la storia della città di Brindisi. 

Per le vicende nazionali, il passaggio nodale che viene evidenziato nel volume è il novembre del 1963, con il primo governo di centrosinistra, quando i Socialisti entrarono nel governo guidato da Aldo Moro. La trattazione prosegue poi fino agli anni Settanta, anni della strategia della tensione e delle stragi del terrorismo. Il secondo livello di analisi, quello regionale, tratta la Puglia e la trasformazione del Mezzogiorno con la svolta industrialista, con la situazione di Brindisi e di Taranto. Infine, il terzo livello analizza la città di Brindisi negli anni della svolta. 

Il pubblico-7-5

“Una ricostruzione dettagliata dei passaggi politici avuti in un arco di tempo”, evidenzia la direttrice, “l’insediamento della grande industria con forte impatto ambientale di cui si è avuto consapevolezza solo molti anni dopo; la crescita demografica; lo sviluppo urbanistico che portò alla nascita di nuovi quartieri”. La direttrice ricorda poi le personalità di indubbio rilievo che si mossero sulla scena politica di Brindisi e dei quali l’autore del libro riporta gli interventi a congressi, comizi e sui giornali: Italo Giulio Caiati, Carlo Scarascia Mugnozza, Antonio Perrino, Mario Marino Guadalupi, Luigi Capone, Clemente Manco, Armando Monasterio, Antonio Somma e Giuseppe Patrono. 
“Tra luci ed ombre, furono anni di sviluppo e di crescita per Brindisi questi dal 1959 al 1970-71?”, chiede la dottoressa Ventricelli ai relatori.

Per Stasi, attraverso la posa della prima pietra della Montecatini e le decisioni dei governi dell’epoca, si avviò non solo per Brindisi, non solo per la Puglia, ma per l’intero Mezzogiorno, una fase diversa: “È su questo terreno dell’intervento dello Stato nell’economia che si apre questa fase nuova”, afferma l’autore del libro, “ per cui si cerca di trapiantare nelle nostre zone quello che è stato il modello di sviluppo vincente del Nord dell’Italia: il triangolo industriale: Milano-Torino-Genova, con la speranza, con l’illusione, che quel meccanismo di sviluppo che aveva dato risultati importanti al Nord potesse essere uno sviluppo ‘autopropulsivo’ che avrebbe portato ricchezza e benessere non solo nella città”.

L'intervento del professor Nicola Colonna-2

Per il professor Nicola Colonna furono anni di benessere e di sviluppo, anche se con forti luci ed ombre. Gli anni dell’industrializzazione in provincia di Brindisi, come un po’ in tutto il Mezzogiorno, non sono, per il docente, la decisione di un momento, ma sono il punto di arrivo di un processo lungo, di un’evoluzione, un dibattito, che affonda le sue radici prima della seconda Guerra mondiale e dopo, negli anni della ricostruzione, negli anni Cinquanta. Gli anni Cinquanta sono anni di novità per il nostro Paese. Sono gli anni in cui nasce la Ceca (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio), il patto di Roma, il Mec (Mercato Europeo Comune). 

“Soprattutto sono gli anni in cui per la prima volta il nostro apparato produttivo si misura in campo aperto. Questo significa che non vi è più l’intervento protettivo dello Stato sulla grande industria, ma gli imprenditori sono costretti ad accettare una sfida, come diremmo, di carattere globale, sul mercato internazionale”. “La grande industria”, prosegue Colonna, “si ricostituisce fondamentalmente nel triangolo Milano-Torino-Genova. Questa costituzione della grande industria su ciò che già esisteva, fa sì che dal Mezzogiorno si avvii un drenaggio di forze lavoro di dimensioni nette. Gli anni Cinquanta sono gli anni in cui davvero vi è una migrazione epocale. Sono milioni i cittadini meridionali, in gran parte braccianti, che emigrano, prendono il cosiddetto treno del sole, il treno della speranza, con le loro valigie di cartone, emigrano dai luoghi di nascita, dai paesini del Mezzogiorno e anche dalla nostra Puglia e dalla nostra provincia, attratti dal miraggio di una vita migliore”. 

L’avvocato evidenzia quindi la modificazione profonda della composizione demografica e l’avvio del processo di inurbamento. L’Italia da Paese prevalentemente agricolo-industriale diventa Paese industriale-agricolo, nasce una nuova classe operaia che per la prima volta si affaccia su un orizzonte più ampio con tutte le contraddizioni e i drammi, anche umani, che questo comporta. “Uno sconvolgimento demografico, ma non solo demografico. C’è uno sconvolgimento anche sociale”, sottolinea. Il docente si sofferma poi sui tre fatti destinati a condizionare lo sviluppo del decennio successivo: la riforma agraria, l’apertura dei mercati internazionali e la nascita della Cassa del Mezzogiorno da un lato e la nascita delle partecipazioni statali dall’altro. “Con la Cassa del Mezzogiorno e con le partecipazioni statali, per la prima volta nella storia del Paese lo Stato fa il suo ingresso nell’economia in maniera massiccia”, spiega Colonna. 

La presentazione è proseguita toccando altri temi importanti sviluppati in modo molto approfondito nel volume. Stasi ha ripercorso la difficile nascita in Italia del primo governo di centro-sinistra, nel 1963, ricostruendo poi in maniera puntuale la vicenda locale, evidenziando come era strutturato il quadro politico brindisino, con i partiti e le personalità più importanti agli inizi degli anni Sessanta e come si arrivò alla prima giunta di centrosinistra a Brindisi. 

Antonio Mario Caputo-7

Al termine della serata, è intervenuto il professor Antonio Mario Caputo, secondo cui il libro di Franco Stasi deve essere letto perché lascia una porta aperta: “Franco Stasi fa un’analisi fino al 1971, poi ad un certo punto dice com’era Brindisi trenta anni fa”. “Allora lascia la possibilità a lui stesso o a chi si vuole interessare di storia in generale e di storia locale di poter ancora ricercare su quelle che lui ha posto come fondamenta, come base essenziale di una storia importantissima”. 

Caputo parla poi del 1959, quando venne posta la prima pietra della Montecatini alla presenza del governo al completo e, per quanto riguardava Brindisi, di tutte le forze politiche brindisine di destra e di sinistra. Ricorda poi come l’arrivo della Montecatini significò l’apertura di una prospettiva per quelle persone che abitavano nelle baracche di Via Appia, del Casale e del Perrino. “Brindisi in quel periodo è il prototipo dello sviluppo dell’intera area industriale nazionale”, evidenzia Caputo. “Il direttore della Montecatini risponde al nome dell’ingegner Mario Natta, fratello dell’ingegner Giulio Natta, il quale vincerà il premio Nobel per la chimica perché a Brindisi, su sua formula, si realizza la plastica moplen”. “Questo libro”, conclude Caputo, “oltre ad essere un libro di storia, di politica, è un libro che parla di amministrazione. È un libro principalmente che fa un’analisi sociologica. Ecco perché va letto”. 

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