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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Monsignor Intini, "un artigiano di comunione". Il nuovo vescovo si presenta

Presso il santuario della Madonna di Jaddico il primo incontro fra il vescovo Giovanni Intini e i parroci dell'arcidiocesi di Brindisi-Ostuni, di cui dal 10 febbraio rileverà le redini dal vescovo uscente, Domenico Caliandro

BRINDISI – Cresciuto in una famiglia di artigiani, si definisce un “artigiano di comunione”. Nel giorno del suo 57esimo compleanno, monsignor Giovanni Intini ha avuto stamattina (mercoledì 28 dicembre) un primo contatto con l’arcidiocesi di Brindisi-Ostuni, di cui assumerà le redini il prossimo 10 febbraio, succedendo al vescovo uscente, monsignor Domenico Caliandro, in pensione per sopraggiunti limiti d'età. Intini, proveniente dalla diocesi di Tricarico (Matera), ha trascorso la mattinata presso il santuario della Madonna di Jaddico, dove ha incontrato i parroci dell’arcidiocesi che si appresta a dirigere. Per l’occasione ha incontrato anche i giornalisti, rispondendo alle loro domande.

Originario di Gioia del Colle (Bari), Intini è cresciuto a Noci, nella diocesi di Conversano-Monopoli. Il 29 giugno 1990 è stato ordinato presbitero dal vescovo Domenico Padovano per la diocesi di Conversano-Monopoli. È stato arciprete-parroco della chiesa matrice di Santa Maria della Natività a Noci. Nel 2014 è stato nominato dal vescovo Domenico Padovano rettore della basilica concattedrale di Maria Santissima della Madia a Monopoli. Dal 7 dicembre 2016 è vescovo di Tricarico. 

Giovanni Intini 5

“Sono nato e cresciuto – dichiara Intini – in una famiglia di artigiani. Mio padre era ebanista. Mia madre era sarta”. Intini spiega di usare con “delicatezza” la parola artigiano. “Sono – dichiara – un artigiano di comunione. Il compito della Chiesa è quello di poter costruire fraternità universale, partendo dal particolare. Sarebbe assurdo pretendere la fraternità universale, se poi siamo divisi o contrapposti. Spero di poter essere al servizio di questo cammino comune”. 

I giovani

Intini, come già accaduto nell’esperienza lucana, si confronterà con numerosi casi di povertà. Non solo povertà materiale, ma anche quella che lui definisce la “povertà di umanità”. “Dobbiamo essere più convinti della nostra umanità - afferma - e farla risplendere. Come chiesa dobbiamo diventare esperti di umanità”. In quest’ottica, ci sarà una particolare attenzione ai giovani. “C’è già in programma - dichiara il vescovo - un incontro proprio per una riflessione sui giovani”. L’alto prelato pone l’accento sulla necessità di responsabilizzare i giovani, “affinché possano costruire la loro vita a partire dalle scelte semplici”. A tal proposito viene fatto riferimento al Progetto Policoro, su cui l’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni “ha lavorato molto bene”. Si tratta infatti di uno “stimolo alla creatività dei nostri giovani affinché possano provare a immaginare nuove possibilità lavorative”, attraverso lo strumento del micro credito. 

Giovanni Intini 2

Gli oratori

Tradizionale luogo di aggregazione dei giovani sono gli oratori. Questo spazio di socialità sta però affrontando, ammette Intini, “una crisi che non possiamo e non dobbiamo nascondere”. “Ogni crisi – spiega il vescovo - viene perché ci sia una fase di rigenerazione”. Il vescovo rimarca come gli oratori nel Meridione abbiano sempre conosciuto vicende alterne. “Serve una riflessione – dichiara ancora Intini - per capire gli oratori utili per questo tempo. Gli oratori come erano fatti una volta, non funzionano più. E’ una strada importante ma va adeguata al tempo odierno”.

Giovanni Intini

Intini affronta anche il tema del “cammino sinodale”: “Unica opportunità - dichiara Intini - che abbiamo oggi di capire che c’è un cambiamento in atto e noi dobbiamo rispondere a questo cambiamento”. “Abbiamo bisogno di capire  - conclude - qual è il migliore modo per i cristiani di stare al mondo”. 

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