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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Procura di Brindisi: i giornalisti possono accedere agli atti giudiziari

La direttiva firmata dal procuratore Antonio De Donno può essere letta come un'apertura nei confronti dei cronisti: arriva dopo la riforma Cartabia che ha reso più complicato il rapporto con le fonti

BRINDISI - Dalla Procura di Brindisi arriva l'ok, messo nero su bianco, ufficiale insomma: i giornalisti potranno avere gli atti giudiziari non più coperti da segreto. La direttiva è firmata dal procuratore, Antonio De Donno, e dall'aggiunto, Antonio Negro. Il cronista potrà fare richiesta di atti giudiziari o di un'ordinanza presso gli uffici della Procura, specificando i motivi della richiesta. E' quanto prevede la direttiva del 14 settembre 2022, arrivata il giorno dopo nelle caselle email delle varie redazioni. Molti cronisti possono aver letto tale direttiva come una sorta di "apertura" da parte della Procura di Brindisi nei confronti della categoria, in quanto arriva in un momento storico molto particolare, in cui reperire le informazioni che riguardano cronaca nera e cronaca giudiziaria è sempre più difficile.

Il plauso di Assostampa e Ordine dei giornalisti 

Procedendo con ordine, cosa dice la direttiva? Dice che la Procura di Brindisi, previa autorizzazione del procuratore, può rilasciare ai giornalisti copia degli atti giudiziari, ovviamente di quelli non più coperti da segreto, per garantire il corretto esercizio del diritto di cronaca. La Procura di Brindisi non è l'unica in Italia: già Perugia, Potenza e Napoli hanno adottato provvedimenti analoghi. Senza entrare nel dettaglio della direttiva, qui si ricorda che anche chi non è parte del procedimento penale può richiedere copia degli atti. Questo principio vale per il cronista, che esercita il suo diritto/dovere di cronaca. Si legge nella direttiva: "Attesa la delicatezza della valutazione e del bilanciamento di interessi da effettuarsi e, quindi, per garantire la necessaria uniformità delle decisioni da assumere su una tematica oggettivamente nuova, l'autorizzazione in esame al rilascio delle copie, sia degli atti processuali in genere sia delle ordinanze cautelari è riservata, per tutti i procedimenti di competenza dell'ufficio, al procuratore della Repubblica ovvero al procuratore aggiunto, che provvederanno previa interlocuzione, anche informale, con il sostituto titolare del procedimento". Il provvedimento dovrà tenere conto del rispetto del codice di rito e di altre disposizioni dell'ordinamento giuridico nazionale e delle indagini in corso. E' necessaria sempre l'autorizzazione del procuratore, che deve verificare se ricorrono i limiti indicati ed eventualmente può negare il rilascio o autorizzarlo, "se del caso oscurando eventuali dati sensibili quando non relativi agli indagati", si legge sempre nella direttiva.

Fin qui, la direttiva. Ma per comprendere l'importanza di quest'ultima va ribadito il contesto in cui arriva. Altrimenti non si spiega come possa essere letta come un'apertura nei confronti della stampa. Occorre conoscere il decreto legislativo numero 188 del 2021, quello sulla presunzione d'innocenza, la "riforma Cartabia". In un riassunto preso dal sito ufficiale della Camera si legge che "introduce il divieto, per le autorità pubbliche, di presentare all'opinione pubblica l'indagato o l'imputato in un procedimento penale come 'colpevole', prima che sia intervenuto un provvedimento definitivo di condanna". Ancora: limita le conferenze stampa della Procura, solo quando strettamente necessarie. Nel corso del tempo il problema è stato la sua applicazione, spesso e volentieri molto restrittiva. I giornalisti hanno perso "contatto" con le forze dell'ordine, che non comunicano più l'attività quotidiana come facevano prima della riforma. Non solo cronaca nera, anche fare cronaca giudiziaria è diventato più complicato. Per questi motivi, una norma che metta nero su bianco cosa il cronista può richiedere agli uffici giudiziari è sacrosanta e arriva in un momento storico delicato sotto il profilo del rapporto fonti-cronista. La Procura di Brindisi ha voluto disciplinare il tutto.

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