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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Allagamenti: dall'intervento al rione Seta nascerà un parco

Il Comune di Mesagne ha chiesto un finanziamento di 5 milioni di euro. Il progettista spiega l'operazione

MESAGNE - Pubblichiamo di seguito un intervento esplicativo inviatoci dal progettista dell'intervento di messa in sicurezza del rione Seta di Mesagne, l'ingegnere Francesco Pagliara, rispetto al rischio idrogeologico dell'area, che prevede anche la realizzazione di un'area a verde, il Parco Capece, che prende il nome dal canale che attraversa la zona.

Il Comune di Mesagne nello scorso mese di settembre si è candidato al finanziamento di un progetto per la realizzazione del Parco Capece a ridosso del quartiere Seta e la sistemazione idraulica di parte del centro abitato. L’opera progettata riguarda la messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico di tipo preventivo nelle aree che presentano elevato rischio idraulico. L’importo richiesto è di 5 milioni di euro.

 L’intervento progettuale rientra nella tipologia prioritaria di messa in sicurezza preventiva, in quanto sulla base dei dati Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sono ad elevato rischio idraulico oltre 762 residenti del quartiere Seta, altri 764 a medio rischio e tutta la zona ovest del paese a bassa pericolosità con 7.252 residenti. Dunque, vi è una necessità preminente di intervento per la riduzione del rischio e l’aumento della resilienza del territorio.

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Le linee guida per le attività di programmazione e progettazione degli interventi per il contrasto del rischio idrogeologico della Presidenza del Consiglio dei Ministri senza alcun giro di parole riconoscono che “molti interventi, nell’ultimo mezzo secolo, sono nei fatti rimasti al palo ma soprattutto molti problemi, nonostante numerosi e cospicui sforzi, sono rimasti e restano tuttora irrisolti”. Non entrano nel merito delle responsabilità ma sicuramente tracciano una nuova cultura di intervento, di visione integrata del contesto territoriale, di semplificazione delle procedure, di governance dei vari soggetti preposti all’attuazione degli interventi.

Nel nostro caso specifico il centro abitato di Mesagne nella sua complessità idraulica e idrogeologica resta, nonostante tanti sforzi economici e progettuali degli anni passati, con grossi problemi irrisolti di rischio idraulico. Il sistema fognario è incompleto e sottodimensionato, inoltre scarica la maggior parte delle acque piovane in sette pozzi assorbenti (le cosiddette sonde, ndr) che per normativa vanno dismessi.

Nel corso degli anni il territorio della Città di Mesagne è stato impermeabilizzato e cementificato. Vi è stato un consumo del suolo a danno del drenaggio naturale, non compensato da interventi pianificatori e programmatici di invarianza idraulica. Vale a dire che se si toglie qualcosa di naturale si deve compensare senza alterarne l’equilibrio idrogeologico. Altrimenti la natura si riprende quello che le togli. A questo si aggiunga il cambiamento climatico con fenomeni piovosi più intensi. Dunque il progetto con studi idrologici ed idraulici specialistici ha riguardato interventi preventivi in una visione unica e generale dell’intero bacino nella sostenibilità ambientale e sociale del fenomeno, non una sommatoria di piccoli e vetusti interventi, non un progetto format.   

L’attuale governo nazionale, devo dire anche quello precedente, altrettanto quello della Regione Puglia hanno cambiato passo nella lotta al rischio idrogeologico. Riconoscendo che è in atto una “guerra”, davanti a tante vittime e danni sociali ed economici. A livello nazionale finalmente nel 2019 c’è un Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico, il ripristino e la tutela della risorsa ambientale. La Regione Puglia, da parte sua nel cogliere tutte le misure assegnate a livello nazionale ed europeo, sta attuando una politica più ampia ed integrata del recupero e riutilizzo delle acque piovane e di quelle reflue urbane.

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La progettazione che abbiamo visto sino ad oggi è stata quella settoriale che ha determinato la necessità di reperire uno spazio specializzato per ogni funzione: spazi per la laminazione delle acque; spazi per la depurazione; spazi per la ricreazione; spazi per la biodiversità. Ciò ha comportato un grande consumo di suolo e, di conseguenza, maggiori difficoltà nella realizzazione delle opere e nella relativa manutenzione e gestione economica.

Il progetto da me redatto e che l’amministrazione comunale di Mesagne ha candidato al finanziamento, ha un approccio integrato per la riduzione del rischio idraulico, al contrario, di quello settoriale. Infatti è stata prevista un’ampia area a parco con eco-boulevard, pavimentazioni drenanti, recupero e laminazione delle acque nell’arena delle acque del Canale Capece, naturalizzando le aree golenali. In definitiva si rivela ottimale per l’economia complessiva sia dello spazio che degli interventi di gestione e di manutenzione, poiché integra in un unico spazio, sufficientemente dimensionato, più funzioni e permette un minor consumo di suolo.

 La sistemazione idraulica sempre ad ovest del paese, mediante la realizzazione di una nuova rete fognaria e di ampliamento di quella esistente, consentirà di dismettere due pozzi assorbenti. Nell’ambito delle varie azioni e opzioni messe in campo a livello nazionale e regionale, il progetto non potrà restare sulla carta se ognuno, per il ruolo che gli compete, riconosca la necessità preminente di dare soluzione definitiva all’elevato rischio idrogeologico della città di Mesagne. (ing. Francesco Pagliara)

   

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