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Pronto Soccorso, l'Asl chiede la dichiarazione dello stato d'emergenza

Arriva dopo la conferenza dei sindaci Asl Brindisi del 6 dicembre. Avevano espresso preoccupazione per l'emergenza negli ospedali causata dalla carenza di organico che si ripercuote a cascata in tutti i territori

BRINDISI - L'Asl di Brindisi ha chiesto la dichiarazione dello stato di emergenza per i tre Pronto Soccorso della provincia. Si tratta di quello del capoluogo, di quello di Francavilla Fontana e di quello di Ostuni. Alla base delle criticità che hanno portato a tale decisione, la strutturale carenza di medici assegnati. In questi giorni, fine dicembre 2022, l'Asl si è attivata con una missiva, indirizzata al prefetto, al presidente della Regione, all'assessore regionale alla Sanità e al direttore del dipartimento Promozione della Salute e del Benessere animale della Regione Puglia. La lettera porta in calce le firme del direttore amministativo, Andrea Chiari, del direttore generale, Flavio Maria Roseto, e del direttore sanitario, Vito Campanile.

La conferenza dei sindaci

La situazione critica, che va ormai avanti da tempo, ha conosciuto un punto di svolta il 6 dicembre scorso, durante la conferenza dei sindaci Asl Brindisi, convocata per discutere delle criticità del servizio emergenza-urgenza con particolare riguardo al Pronto Soccorso. I primi cittadini avevano espresso preoccupazione per l'emergenza negli ospedali causata dalla carenza di organico che si ripercuote a cascata in tutti i territori e coinvolge anche il Pronto Soccorso dell'ospedale Perrino di Brindisi, punto di riferimento della provincia. In realtà, la stessa Asl aveva in precedenza già segnalato la strutturale carenza d'organico con alcune note, risalenti già all'estate 2022.

Mancano i medici

Nella missiva inviata dall'Asl a vari soggetti si legge: "Si precisa che, nonostante la gravissima carenza di organico, sono state messe in atto tutte le strategie contrattuali e tutte le indicazioni impartite a questa direzione per assicurare i turni di servizio in tutti e tre i Pronto Soccorso della Asl, garantendo la continuità dell'erogazione delle prestazioni sanitarie a tutti i cittadini". Poi, viene spiegato che sono garantiti i Lea (Livelli essenziali di assistenza), ma le procedure di reclutamento non hanno consentito di ripristinare l'organico di ruolo. Mancano i medici, insomma. I concorsi pubblici banditi non hanno portato i risultati sperati: quasi tutti i candidati non accettano l'incarico. Quanti medici sono in servizio presso i tre Pronto Soccorso? Sono 13, dei quali 7 di ruolo. Quanti dovrebbero essere? Le unità previste sono 45. I numeri parlano chiaro.

I carabinieri al Pronto Soccorso

Alla fine della missiva, la chiosa dell'Asl di Brindisi: la gravissima carenza di personale assegnato stabilmente al Pronto Soccorso "rischia di interrompere la specifica continuità assistenziale". Che la situazione fosse seria da tempo, era chiaro. La gravità si è palesata plasticamente la sera del 16 novembre 2022. Ospedale Perrino, Brindisi. In servizio ci sono due medici. Da soli, devono gestire circa 50 persone, come ha documentato BrindisiReport in un articolo precedente. I due medici chiamano i carabinieri. Sono le ore 21. Ci sono 23/24 pazienti in codice "arancione", da prendere in carico, quindi, nell'arco di 15 minuti (Linee guida del Ministero), altri 6/7 codici "azzurro" (urgenza differibile), e continuavano ad arrivare persone da tutta la provincia. Quella stessa sera muore un'anziana. Qui, gli sviluppi della vicenda. 

Nota della Asl di Brindisi

La Regione Puglia ha accolto le richieste formulate dalla Asl Brindisi per fronteggiare la situazione di criticità attualmente in atto nelle strutture di Emergenza-urgenza a causa della drammatica carenza di personale medico. La direzione strategica aveva chiesto in particolare di essere autorizzata ad adottare misure straordinarie, come ad esempio distaccare temporaneamente, nei Pronto soccorso, medici provenienti da altri reparti. 

Erano stati i sindaci della provincia di Brindisi ad appellarsi, con un documento, alla direzione Asl, affinché quest'ultima sollecitasse l'intervento urgente della Regione e la conseguente deroga ai criteri ordinari. L’Assessorato e il Dipartimento Promozione della salute della Regione Puglia hanno acconsentito in tempi brevissimi autorizzando la Asl "a porre in essere tutte le azioni utili a fronteggiare la situazione emergenziale".

"Abbiamo accolto senza indugio l'appello dei sindaci" ha dichiarato il direttore generale Asl Brindisi Flavio Maria Roseto "perché siamo consapevoli che l'emergenza al Pronto soccorso richiede soluzioni immediate, indifferibili e straordinarie. Colgo l'occasione per ringraziare i vertici regionali per la tempestività della risposta: la sinergia fra enti si conferma in ogni caso la migliore delle strategie da seguire". Con grande impegno si stanno garantendo tutte le attività, così da assicurare i livelli prestazionali adeguati e necessari alla popolazione del nostro territorio.

Nota del commissario regionale di Forza Italia, l’on Mauro D’Attis

“La Asl di Brindisi ha chiesto ed ottenuto dalla Regione la dichiarazione di stato di emergenza per impossibilità di proseguire nell’erogazione del servizio sanitario: è una questione di gravità inaudita ed urge l’intervento del governo prima che si passi alla conta delle vittime. Ho già presentato interrogazioni sul punto, ma chiedo ora l’intervento del Ministro Schillaci e del sottosegretario Gemmato perché quanto sta accadendo in provincia di Brindisi richiede un’ispezione immediata. Lo stato di emergenza consente alla Asl di operare con una serie di deroghe per coprire il servizio anche con medici non specializzati, giusto per dirne una. A farne le spese, naturalmente, sarà l’utenza a cui non verrà garantito più un servizio sicuro, di qualità e affidabile. La competenza - oltre alla responsabilità- è della Regione, ma è chiaro che non si possa più continuare su questa linea e che spetti al governo intervenire per affrontare la situazione a tutela della salute dei cittadini. Ciò considerando, peraltro, che i fondi di cui dispone la Regione sono quelli trasferiti dallo Stato”.

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