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Martedì, 16 Aprile 2024
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Quelle donne straordinarie che fecero la storia di Brindisi

La conferenza organizzata il 14 novembre dall'Inner Wheel con lo storico Mario Caputo

BRINDISI - Sono tante le donne illustri che hanno fatto la storia di Brindisi. Le loro vicende però sono rimaste spesso in secondo piano, o addirittura nascoste. Per ricordarle quindi, la sezione locale del Club Inner Wheel “Porta d’Oriente”, in collaborazione con la sezione di Brindisi della Società di Storia Patria per la Puglia, giovedì sera ha organizzato una conversazione con lo storico Antonio Mario Caputo, dal tema: “L’incidenza delle donne nella storia di Brindisi”.

Per la conferenza Caputo ha presentato una propria ricerca storica molto interessante nella quale ha ricordato le donne illustri dell’età antica, moderna e contemporanea. La conversazione, patrocinata dall’amministrazione comunale, si è svolta nella sala conferenze di Palazzo Granafei-Nervegna, alla presenza di un attento pubblico, presenti anche alcune studentesse del Liceo “Palumbo” di Brindisi.Ad aprire la serata culturale, i saluti della presidente del Club Inner Wheel “Porta d’Oriente”, professoressa Raffaella Argentieri, che ha ricordato la tematica che il club affronterà quest’anno: “Donne in azione: insieme possiamo”.

Caterina Courtenay-2

“Brindisi non sarebbe quella che è dal punto di vista culturale e monumentale se non ci fossero state le donne”, sottolinea il professor Caputo, che apre la sua conversazione parlando di due donne  dell’età antica, Caterina Courtenay, principessa di Valois (foto sopra), per merito della quale fu edificata la più importante chiesa di Brindisi, Santa Maria del Casale, e Margherita di Borgogna, per la quale il re Carlo I d’Angiò, suo consorte, eresse la magnifica chiesa di San Paolo Eremita con annesso convento.

Sichelgaita di Salerno-2

Tra le donne dell’età antica, il professore ha ricordato anche Sichelgaita di Salerno (foto sopra), la principessa guerriera moglie di Goffredo, conte normanno di Conversano e dominator di Brindisi che costruì la celebre chiesa di San Benedetto, con annesso convento. Alla morte del marito, all’inizio del 1200, Sichelgaita si fece carico degli incarichi di Goffredo, tra cui anche quello di essere responsabile dei beni di Brindisi. Quando intorno alla metà del XIII secolo Brindisi fu oggetto dell’invasione ungherese, Sichelgaita si pose a capo dell’esercito, respingendo gli ungheresi e salvando Brindisi, i brindisini e la chiesa di San Benedetto.

Il pubblico della conferenza sulle donne nella storia di Brindisi-2

Una storia simile a quella di Sichelgaita fu quella di Costanza di Francia, che alla morte del marito, il re normanno Boemondo che a Brindisi nell’XI secolo costruì la Chiesa di San Giovanni al Sepolcro, prese la reggenza dei principati conquistati dal marito rivendicando per sé il titolo di regina e difendendo tenacemente i territori di Puglia, in particolare quelli di Taranto e Brindisi.

“Anche la chiesa di Santa Maria degli Angeli è legata ad un’altra donna”, evidenzia Caputo. La chiesa voluta da San Lorenzo da Brindisi sull’area della sua casa natale al centro della città fu costruita con il contributo dei duchi di Baviera e Lorena e con il notevole contributo di Maria Amalia di Sassonia (foto sotto), “donna bella e nobile d’animo”, “fortemente cattolica” e “ricca di umana pietà”.

Maria Amalia di Sassonia-2

Il professore fa notare poi come, al di là delle strade intitolate alle sante, a Brindisi vi siano pochissime strade, solo tre, intestate ad una donna: il lungomare Regina Margherita, via Giuditta Arquati e via Grazia Balsamo. Tra le donne del periodo antico Caputo ricorda, infine, la brindisina Giuseppina Scolmafora, che nel primo Ottocento ebbe un ruolo importantissimo nel dibattito culturale di Terra d’Otranto.

Per il periodo moderno il professore ha ricordato invece Elisa De Marco che a Bologna, nel periodo della Prima Guerra Mondiale, lavorò nell'Ufficio notizie fondato da Lina Bianconcini Cavazza, con altre 350 donne volontarie che collaboravano con la Cavazza e che scrivevano migliaia di lettere contattando i soldati al fronte per sapere quali fossero le loro necessità. Elisa De Marco, nata a Brindisi e sposata a Bologna, con una gerla sulle spalle, insieme ad altre volontarie, portò viveri ed indumenti ai soldati sui monti, in zona di guerra.

Per il secondo conflitto mondiale lo storico brindisino ha ricordato la regina Elena del Montenegro, moglie del re Vittorio Emanuele III. Nel periodo in cui il re dimorò a Brindisi, nel castello federiciano di terra, nel 1943, la regina seppe stabilire con i brindisini buoni rapporti interpersonali. Si prodigò in opere di carità verso i più bisognosi, svolgendo attività di servizio e volontariato presso le suore vincenziane di carità, in piazza Duomo.

Un ritratto fotografico di Grazia Balsamo

Altra donna eccezionale ricordata per il periodo moderno è la contessa brindisina Grazia Balsamo, che acquistò 25.000 metri quadrati di terreno in agro di Brindisi per edificare un’eccezionale opera salesiana. L’opera, finita nel febbraio del 1935, accanto alla chiesa dedicata al “Sacro Cuore” annoverava spazi aperti, palestre, laboratori artigianali, aule per l’educazione morale, civile e religiosa, scuole elementari, medie e ginnasio.

Un momento della conferenza-7

Di donna Grazia, il professore evidenzia come “volle con tutte le sue forze i Salesiani a Brindisi, ordine religioso che era ed è particolarmente portato alla formazione globale della gioventù” e come la porta della casa della contessa, in Piazza Duomo, fosse aperta a tutti, per venire incontro alle esigenze di chi aveva bisogno.

Tra le donne dell’età contemporanea Caputo ha ricordato, infine, la professoressa Maria Cosima Guadalupi, scomparsa due anni fa, ambasciatrice della cultura italiana in Lussemburgo, in Belgio e in Turchia; le nobildonne brindisine Rita Botrugno ed Elvira Caiulo, che spesero la loro vita e le loro risorse per aiutare i giovani seminaristi a diventare sacerdoti; Maria Quarantini Cafiero, ispettrice provinciale della Croce Rossa  e fondatrice del Corpo delle infermiere volontarie, che organizzò convegni paramedici a livello nazionale per incentivare il volontariato medico.

Poi Marta Milazzo, prima responsabile nel recupero delle giovani disadattate nell’Istituto Casa della Giovane in Piazza della Vittoria; e madre Augusta Succi, nativa di Cesenatico, che prese i voti antoniani con il nome di suor Valeria e che a Brindisi, nel quartiere Casale, istituì la Casa Generalizia Femminile Antoniana.   

Delia Cristofaro e Annalaura Giannelli

Caputo termina la sua conversazione parlando di due donne dell’epoca contemporanea viventi: la professoressa Delia Cristofaro (foto sopra), docente ordinaria, nei licei classici, di Latino e Greco, “educatrice carismatica ed esemplare di generazioni di giovani”, e la dottoressa Virginia Pirozzi, presente in sala, ispettrice capo della Polizia di Stato e primo dirigente, “vera servitrice dello Stato”; e delle tante donne che giornalmente svolgono i loro impegni con abnegazione e spirito di sacrificio.

Al termine dell’importante conferenza, la presidente del Club Inner Wheel, Raffaella Argentieri, ha annunciato che il professor Antonio Mario Caputo sta per pubblicare un nuovo libro: “Per le strade di Brindisi. Nello scrigno della memoria”.  

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