Storia e cultura: è uscito il libro “Cellino Ottocento”
L’opera scritta dal prof. Pietro Caprioli ripercorre la demografia, l’economia e la vita quotidiana, rivolte politiche, briganti e masserie. La prefazione è dell’avvocato Mario Pennetta
CELLINO SAN MARCO- È stato pubblicato il nuovo libro del prof. Pietro Caprioli, intitolato “Cellino Ottocento -Demografia, economia e vita quotidiana, rivolte politiche, briganti e masserie, in Cellino San Marco nell’Ottocento”, con la prefazione dell’avvocato Mario Pennetta.
L’introduzione è di Angelo Maci, presidente di “Due Palme – Cantine del Sud” che, con la consueta generosità, ha voluto proporre il nuovo lavoro a tutti i cellinesi, in particolare ai giovani, affinché approfondiscano la conoscenza e le radici storico- culturali della loro terra.
L’impulso della nuova opera è stato offerto dalla lettura di un libro - conservato nella preziosa e vasta biblioteca dell’avvocato Mario Pennetta e concesso all’autore - redatto dall’avvocato Donato Maria Stasi, figura poco nota, ma, di fatto, determinante nella storia dell’Ottocento di Cellino, in quanto personaggio protagonista delle rivolte popolari, avvenute in Cellino, alcuni mesi dopo il compimento dell’Unità nazionale.
L’analisi del libro “Cellino Ottocento”
Buona parte del libro, intitolato “Legislazione ed osservanza speciale intorno alle prestazioni decimali nella Provincia di Terra d’Otranto”, è manoscritto, ed include, oltre a pubblicazioni già note, tanto materiale eterogeneo, tra cui una serie di articoli del “Cittadino Leccese”, le proposte di legge sull’abolizione delle decime ed il racconto dettagliato delle rivolte di Cellino.
Ovviamente, il materiale contenuto nel manoscritto s’innestava con gli eventi più generali di Terra d’Otranto, quali il dibattito sulla natura del sistema decimale e la relativa richiesta di commutazione in denaro, lo scontro con il potere dei Decurioni, il ruolo svolto dalla Guardia nazionale, il rifiuto del sistema dell’apprezzo e del coacervo su base decennale, tutti avvenimenti che connotavano le lotte della popolazione cellinese per superare, definitivamente, quanto sopravviveva del sistema feudale. Il libro del prof. Caprioli ripercorre non solo i momenti che testimoniano le rivolte e gli scontri avvenuti in Cellino, contro le pretese cavillose del neofeudatario Stasi, ma allarga la ricerca anche ad altri aspetti salienti della storia locale, tra cui porre in discussione l’origine del nome del paese – non è certo che il nome Cellino derivi dalle olive celine, come comunemente si crede - e pronunciare una parola definitiva sull’annosa questione, mai definitivamente chiarita, dell’autonomia amministrativa dal comune di San Pietro Vernotico.
Indubbiamente, il filo rosso che regge tutta la ricerca storica è la vicenda economica. Partendo dall’abolizione della feudalità, il racconto storico descrive, nella diacronia del secolo, i vari tentativi della popolazione di regolamentare e superare il sistema delle decime, narra il ruolo svolto da alcune famiglie di notabili cellinesi, in particolare quella dei Prete, ne racconta la partecipazione nei movimenti dei cosiddetti “settari” ed, infine, chiarisce il ruolo svolto, nell’ambito dell’economia locale, da un’altra famiglia “nobile” di ex feudatari, ovvero i Chyurlia.
Non mancano, nel testo di Caprioli, le nuove ed interessanti ricostruzioni, basate su ricerche archivistiche, di alcuni dei momenti più significativi della vita quotidiana nell’Ottocento cellinese, nonché quelle dei problemi più rilevanti della vita amministrativa e socio-politica del paese.
L’attenzione è stata rivolta anche ad alcuni episodi, passati alla storia come lotta al brigantaggio, ma, in realtà, rivisti e descritti come “controstoria” di un eccidio perpetrato contro alcuni sbandati del disciolto esercito borbonico, da parte della Guardia Nazionale e del suo capitano, Luigi Lupinacci, futuro sindaco del paese, per quasi un ventennio, il cui ruolo, nell’intricata vicenda, appare occulto e fortemente ambiguo.
Conclude il testo una disamina approfondita delle masserie cellinesi, descritte attraverso una copiosa mole di contratti notarili dell’epoca e poste in relazione alla funzione economica e sociale della vita del paese.
Insomma, un libro interessante da leggere e diffondere tra chi ama andare alla radice delle proprie tradizioni storiche e culturali, in cui è possibile leggere tutte le coordinate fondamentali dei futuri sviluppi storici verificatisi nel corso del Novecento di Cellino.
Con “Cellino Ottocento”, Pietro Caprioli pone un altro e significativo tassello nella ricostruzione della vita economica, politica e sociale di questa piccola, ma significativa, comunità salentina di Terra d’Otranto, nell’antica terra dei Messapi.