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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Associazione mafiosa, rideterminata pena per un giovane brindisino

La corte d’Appello di Lecce, accogliendo l’istanza presentata dagli avvocati Federica Faggiano e Francesco Cascione, ha rideterminato la pena a 12 anni e 11 mesi di reclusione per il 31enne Andrea Reho

BRINDISI – La corte d’Appello di Lecce, accogliendo l’istanza presentata dagli avvocati Federica Faggiano e Francesco Cascione, ha rideterminato la pena a 12 anni e 11 mesi di reclusione per il 31enne Andrea Reho attualmente detenuto presso la casa circondariale di Asti per associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta del 2016 The Beginners per la quale è stato condannato ad 8 anni e sei mesi

Doveva scontare circa 20 anni per un cumulo di condanne relative a reati commessi precedentemente all’inchiesta che lo accusa di associazione mafiosa, gli avvocati nell’istanza hanno chiesto di applicare la disciplina della continuazione ex art. 671 cpp dimostrando che i reati oggetto delle condanne altre condanne facevano parte dello stesso e unico disegno criminoso riconducibile all'operazione The Beginners. 

“Andrea Reho, affiliato al gruppo di Daniele Vicentino, referente per il territorio di Brindisi della frangia mesagnese della Scu, gruppo riconducibile a Luca Ciampi, fu arrestato il 5 aprile del 2013 perché latitante (per aver commesso una rapina insieme a Ciampi nel febbraio precedente) e nell’occasione fu trovato in possesso di un kg di hashish e durante la sua detenzione lo stesso aveva continuo contatti con il mondo esterno per il tramite di “pizzini” e di telefonate dal carcere”. Si legge nell'istanza. 

“Il legame con il Ciampi è testimoniato dal fatto che questi - parlando al telefono con la madre del deducente -  ci teneva a fargli pervenire il suo personale saluto affettuoso, nonché, dal contenuto delle lettere che lo stesso si preoccupava di fargli pervenire in carcere e dal sostentamento economico ricevuto dagli altri solidali – compreso Ciampi Luca nel perdio di detenzione”.

Gli avvocati evidenziano anche come i fatti delittuosi delle condanne riferire a febbraio e aprile 2013, “vanno ragionevolmente interpretati come una già avvenuta adesione dell’odierno istante al gruppo mafioso Scu dei mesagnesi all’epoca operante nel territorio di Brindisi e capeggiato da Ciampi Luca, ragion per cui, il medesimo già al momento della commissione del primo reato di rapina in quel di Bologna (in concorso con Ciampi Luca) ha avuto intenzione di commettere una serie di altri delitti dello stesso genere, tutti posti a fondamento dell’attuazione del programma delinquenziale della societas sceleris a cui aveva già aderito, e contribuire, pertanto al sostentamento della stessa, dei suoi sodali ovvero agevolare l’attività malavitosa dell’associazione de qua nel territorio di Brindisi” 

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