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Sabato, 20 Aprile 2024
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Guerra, dalla Polonia bus per l'Italia grazie alla Protezione civile di Torchiarolo: "Ecco come aiutiamo chi fugge"

Il presidente Giovanni Liaci, già impegnato in passato in altre emergenze sanitarie, spiega quello che sta succedendo. Al momento a Cracovia ci sono tre volontari fissi e due che si alternano

TORCHIAROLO - “Prova a immaginare di essere a casa tua tra le tue cose, con la tua famiglia e improvvisamente ti dicono che hai 10 minuti di tempo per mettere tutta la tua vita in un trolley. E’ questo quello che è successo e sta succedendo alla gente che fugge dall’Ucraina, nell’arco di pochi minuti intere famiglie devono decidere della loro vita, cosa fare, come farlo, cosa portare con sé, cosa lasciare. Si incamminano verso l’ignoto lasciandosi alle spalle tutto quello che avevano costruito fino a quel momento, anche familiari impossibilitati a muoversi”. Il racconto arriva da Cracovia, città a sud della Polonia dove cinque volontari dell’associazione di Protezione di civile di Torchiarolo da qualche settimana hanno trasferito la loro vita per cercare di mettere in salvo quante più persone possibile in fuga dall'orrore. Regalare loro un futuro, una speranza. Il presidente Giovanni Liaci, già impegnato in passato in altre emergenze sanitarie, spiega quello che sta succedendo. Al momento a Cracovia ci sono tre volontari fissi e due che si alternano, si tratta di: Federica Prato, Cristina Colesnicu, Corrado Serinelli, Giovanna Caputo. La Protezione civile di Torchiarolo è riuscita a portare in Polonia 1 autobus da 80 posti e 6 da 50. Ieri ne è partito uno, che arriva oggi, domenica 20 marzo a Torchiarolo. 

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Come vi siete organizzati?

Abbiamo creato una specie di ufficio operativo nell’albergo in cui alloggiamo. Ci siamo registrati nei centri di accoglienza del posto così man mano che le persone arrivano e sono pronte per partire le prendiamo in carico e attraverso i pullman le mettiamo in viaggio per l’Italia. Naturalmente tutto viene eseguito secondo precise indicazioni. I viaggiatori vengono registrati e a ognuno eseguiamo un test rapido anti covid. Il mio numero rimbalza da persona a persona e il mio telefono squilla continuamente così ci ritroviamo anche a dover andare in stazione all'ultimo momento per prelevare gente da mettere in viaggio. 

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Che succede in stazione? 

Si vede di tutto, gente ammassata, infreddolita, spaesata. Persone di tutte le età, bambini compresi, che dormono per terra senza coperte, un giorno c’era addirittura un ragazzo che distribuiva cartoni. 

Una volta in Italia? 

I profughi non arrivano tutti a Torchiarolo, gli autobus si fermano in diverse città a seconda delle loro esigenze. Molti sanno già dove andare, hanno familiari a cui ricongiungersi, ex datori di lavoro, amici che si sono occupati di trovare loro un alloggio. Altri, invece, non hanno la minima idea di dove andare. Nel viaggio di sabato a Torchiarolo arriveranno due famiglie che saranno ospitate da altre due famiglie, si tratta di un nucleo formato da cinque persone e un altro da tre. Poi ci sono altre cinque/sei persone che ancora non sappiamo a chi affidare, ma qualcuno lo troveremo. Nessuno resterà senza un tetto.

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Come funziona la ricerca delle persone disposte a ospitare? 

Con un passaparola. Ho tanti contatti, e amici di amici che mi danno una mano sparsi per l’Italia. Attraverso giri di telefonate riusciamo a trovare gente disposta a ospitare. Purtroppo al momento non ci sono a disposizione alloggi comunali e dobbiamo rivolgerci direttamente ai cittadini. E l’appello è sempre aperto. Chi può ospitare famiglie ce lo faccia sapere. Preciso, “Famiglie”. 

Perché? 

Perché molti vogliono solo i bambini da crescere e si rifiutano di prendersi l’impegno delle famiglie. Ma qua ci sono nuclei interi, persone che vivevano insieme e che hanno bisogno di aiuto, di un tetto, e di restare unite. Hanno solo un trolley e niente altro. I minori senza genitori, anche se li portiamo noi, non possiamo affidarli alle famiglie, seguono altri percorsi decisi dalle Prefetture. La priorità adesso è portare al sicuro quanta più gente possibile e dare loro una speranza. 

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Avete trovato persone con il Covid? Che succede in questi casi?

Il tampone lo eseguiamo di nostra iniziativa, in questa fase non è previsto. E’ successo di trovare positivo solo un membro della famiglia e di doverlo separare dagli altri parenti. E immaginate il dramma e il dolore. I positivi vengono portati in centri per la quarantena. Purtroppo, però, non si può fare diversamente, non possiamo ignorare e rischiare mettendo gente con il covid in viaggio insieme da altre persone per tante ore. 

Come fate a gestire economicamente tutto questo? Con quali soldi? 

Tutto questo è reso possibile grazie al contributo economico di molti imprenditori, aziende e semplici cittadini che ci conoscono e sanno come lavoriamo. Ogni viaggio costa la bellezza di 7/8mila euro e se riusciamo a organizzarlo è solo grazie alla solidarietà di privati e aziende. I comuni del nostro territorio al momento non hanno un piano di emergenza/accoglienza e questo è un grosso problema. Perchè se non ci sono famiglie disposte a ospitare non sappiamo dove mandare queste persone e dobbiamo metterci alla ricerca di cittadini disposti a farlo. Sempre attraverso giri di telefonate. Le Prefetture hanno indicato nei Servizi Sociali dei Comuni il riferimento per l’accoglienza. Io sono in contatto con questi uffici ma purtroppo le disponibilità giunte fino a questo momento, come già detto, riguardano solo bambini. Qua bisogna capire che ci sono persone che nell’arco di pochi minuti hanno dovuto mettere la loro vita in una valigia, lasciare tutto e partire. Che la loro casa è stata bombardata che i loro soldi non hanno più valore. E soprattutto devono trovare un posto dove andare in poco tempo. 

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Di cosa avete bisogno adesso? 

Al momento alimenti, medicinali, vestiario non mancano. Sarà brutto chiederlo ma adesso servono i soldi. Il nostro budget sta per finire e qui la situazione peggiora di giorno in giorno. Dove stiamo noi sono rimasti a disposizione solo alberghi a cinque stelle. Se arriva qualcuno di sera che poi dovrà partire il giorno successivo dobbiamo trovargli un posto dove stare e purtroppo gli unici alloggi ormai disponibili costano 100 euro a notte. Poi li dobbiamo far mangiare, provvedere ad altre esigenze personali. Un esempio che ti fa stringere il cuore, e che nessuno vorrebbe per i propri figli: ai bambini piccoli durante il viaggio non viene mai cambiato il pannolino. Immaginate in che condizioni arrivano, come è ridotta la loro pelle. Non è facile raccontare tutto questo, bisogna viverlo, vederlo con i propri occhi. Noi faremo il possibile per rendere migliore la vita di queste persone. Ma serve l’aiuto di tutti. Molte mamme, altro esempio, lasciano i bambini nei centri di accoglienza, naturalmente in mani sicure, e tornano al confine. Hanno capito che solo stando lì possono far arrivare medicinali e viveri a chi non può spostarsi ed è costretto a restare lì. 

E i bambini che fanno quando la loro mamma se ne va? 

Niente, sembrano bambini senza anima.

Chi vuole contribuire a questa grande impresa di umanità può contattare la Protezione civile di Torchiarolo ai numeri 3311257321-3299866096

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