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A cura di Blog Collettivo

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Consales e le donne in giunta: violate anche le direttive per l'aggiornamento dello statuto

Non mi è piaciuta, ed ho visto che contemporaneamente non è piaciuta a tanti altri, la vicenda della nuova ennesima giunta Consales nominata appena alcuni giorni fa. E non mi è piaciuta perché io sto di qua e lui, il sindaco, sta di là. O perché provo gusto a dire il contrario a prescindere

Non mi è piaciuta, ed ho visto che contemporaneamente non è piaciuta a tanti altri, la vicenda della nuova ennesima giunta Consales nominata appena alcuni giorni fa. E non mi è piaciuta perché io sto di qua e lui, il sindaco, sta di là. O perché provo gusto a dire il contrario a prescindere. Non mi è piaciuta perché credo che un sindaco non possa palesemente e costantemente cedere a tutte le richieste di tutti quelli che lo tengono in piedi a tal punto da nominare in soli due anni 25 assessori e 16 di questi mandarli a casa sostenendo pure che erano bravi.

La nomina della giunta è prerogativa assoluta del sindaco. Sono "suoi" gli assessori seppur nominati dalla mediazione tra il sindaco e i gruppi consiliari della maggioranza che lo sostiene. Sono del sindaco, sostanzialmente, le scelte. E non di altri. E se un sindaco manda a casa continuamente tutta quella gente, vuol dire che quella squadra non ha funzionato, vuol dire che l'allenatore ha sbagliato tutto. E non bastano i comunicati stampa a coprire l'evidenza di un fallimento nei fatti.

Mauro D'AttisIn questo trita-assessori sono finite pure, anzi soprattutto, le donne. Intese, quelle, non come specie protetta o da proteggere, ma come esseri umani al pari degli altri, gli uomini. So che è una considerazione ovvia questa e che qualcuno starà già sorridendo, ma anche le cose più ovvie Consales è riuscito a stravolgerle.

Pare infatti che il sindaco di Brindisi abbia mandato a casa, nel breve tempo trascorso, 4 assessori donna e poi sia rimasto con una sola in giunta su 9 assessori, per il semplice fatto che "le donne non votano le donne": vale a dire che se le donne non fossero cannibali tra loro, il sindaco Consales avrebbe una giunta tutta di donne, magari.

Ecco, è questo che non sopporto. Sovvertire la realtà, inventando giustificazioni surreali senza assumersi la responsabilità di una scelta che non ha nulla a che vedere con le spiegazioni date e, addirittura, cercare sempre negli altri, questa volta le donne, una colpa per lavarsi le mani e, spesso, pure la coscienza (Nella foto, Mauro D'Attis).

È Consales che non ha nominato le donne in giunta, che non le ha cercate, che non le ha valorizzate. Non sono le donne che non si votano tra loro ad aver escluso la partecipazione femminile in giunta. È Consales che ha manifestato chiaramente che della parità di genere non gliene può fregar di meno se davanti ci sono gruppi di consiglieri comunali i quali, a loro volta, se ne fregano ancor di più di dare spazio al sesso femminile.

Qualcuno ha anche provato a spostarla in gazzarra andando a ricercare la storia delle giunte precedenti. Ai famosi sette anni degli avversari politici. Ma il paragone non regge perché, fortunatamente, oggi sono cambiate anche le leggi. Ed è questo il punto. Ho la prova che, l'amministrazione Consales, non ha guardato alle donne non solo per manifestata insensibilità al tema ma anche e soprattutto per completa ignoranza delle norme introdotte nel periodo appena trascorso.

Il 5 marzo 2013, l'allora presidente dell'Anci, Graziano Delrio, scrisse a tutti i sindaci, e quindi a Consales, e ricordava della necessità "di procedere all'adeguamento dello statuto del Comune per ottemperare alle nuove norme in materia di rappresentanza di genere negli organi del Comune (legge 23 novembre 2012 n. 215) e negli organi di amministrazione e controllo delle società controllate dalle pubbliche amministrazioni (legge 12 luglio 2011 n. 120 e DPR 30 novembre 2012 n. 25).

La sollecitazione riguardava, quindi, la "modifica di tutte le disposizioni dello statuto che attengono alla modalità di nomina dei rappresentanti del Comune in vari organismi. Il riferimento alla composizione della giunta, in particolare, era al nuovo articolo 46 comma 2 del decreto legislativo 267/2000 che stabilisce che il sindaco, nel nominare gli assessori, debba rispettare il principio di pari opportunità tra uomini e donne garantendo la presenza di entrambi i sessi, norma che può dirsi effettivamente rispettata se si traduce in un'equilibrata presenza di entrambi i sessi sotto il profilo tanto numerico quanto qualitativo.

L'adeguamento, previsto dalla legge 215/2012, doveva essere operativo entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della stessa, vale a dire entro il 26 giugno del 2013, ossia oltre un anno fa. È evidente che non c'è traccia di questo adeguamento statutario ed è evidente che, ora che lo abbiamo saputo, procederemo nella apposita commissione, presieduta dal collega Santoro, alla immediata revisione in favore dell'equilibrio di genere. Seppur vigente la nuova legge detta "Delrio", essa rimanda comunque agli statuti comunali.

Consales presenta la nuova giuntaQuindi, mi sento di dire, che non è illegittima questa giunta Consales ma è illegittimo lo statuto comunale che, Consales e i suoi, non si sono mai preoccupati di modificare nonostante la comunicazione fosse stata diretta allo stesso Sindaco e della quale, sia chiaro, i gruppi di opposizione non hanno mai potuto avere conoscenza prima di adesso.

Il rispetto della parità di genere è ormai valore consolidato in Europa ed è dimostrato che soltanto nei Paesi in cui l'equilibrio di genere è stato indotto dalle leggi, si sono raggiunti risultati numerici e qualitativi importanti. Ora, a parte la norma, evidentemente ignorata dal Comune di Brindisi, vi è un aspetto molto più importante che riguarda la opportunità di favorire l'equilibrio uomo/donna in giunta e, non ultimo, il dovere di rispettare ciò che si dice (Nella foto, il sindaco Consales).

Mi riferisco alle parole usate dall'allora candidato a Sindaco Consales nel 2012. In piena campagna elettorale, fummo intervistati sulle nostre intenzioni circa la presenza di donne nella eventuale giunta da nominare. La sua risposta fu netta: "Almeno quattro le donne assessore!". Qualcun altro, come me, rispose diversamente, con più ragionevolezza.

Per me questo non è poca cosa: dire in campagna elettorale, pubblicamente, che le donne saranno quattro e poi in realtà diventano una soltanto, è offensivo nei confronti delle donne e degli elettori in generale. Delle due l'una: o Consales, quando fece quelle affermazioni, non sapeva su cosa stesse realmente prendendo impegni oppure, peggio, era in malafede. Ed anche su questo, valuteranno, spero, i brindisini.

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