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Wikileaks, Assange ora accusato di essere al soldo della Russia

La “nuova guerra fredda” tra russi e yankee continua anche a suon di spie informatiche, ma i veri occulti segreti di entrambi restano ben blindati in sistemi invulnerabili come in una cassaforte di acciaio

Non c è pace per Julian Assange, il fondatore del controverso sito “ Wikileaks” dove sono stati pubblicati migliaia di documenti riservati inerenti all’ attività politica e militare degli Stati Uniti d’ America. Questa volta tocca al New York Times, dalle righe del suo giornale, accusare l’informatico australiano di essere nientemeno che al soldo della Russia.

Assange è da anni letteralmente asserragliato a Londra nell’ ambasciata dell’Ecuador, che lo sta proteggendo anche da un mandato di cattura internazionale spiccato dalla Svezia che lo accusa di violenza sessuale nei confronti di una donna. Wikileaks ha ormai consolidato negli anni il suo ruolo di grande “spione” degli affari interni americani, una sorta di “Grande fratello” pronto a divorare le nefandezze più occulte degli affari statunitensi.  Ma, attenzione, cosa possiamo davvero leggere su questo tanto discusso portale? In molti pensano di poter consultare gli archivi segreti dell’ intelligence americana, quasi come se ci trovassimo dinanzi al Pozzo di San Patrizio di occulti ed oscuri segreti internazionali sia politici quanto militari. Invece non è esattamente cosi. Assange, esattamente nel 2010, è riuscito a trafugate documenti dalla rete  Siptis, che viene costantemente utilizzata dal dipartimento di Stato americano per lo scambio di informazioni  non solo con l’intelligence interna , ma anche con tutti gli ambasciatori all’estero e con  alti funzionari americani per dialogare e scambiare notizie  in tutto il mondo.

Questa rete era accessibile a migliaia di persone, come venne scritto a caratteri cubitali  dal  “ The Guardian” già nel 2010 stesso . Il biondo informatico di Townsville è riuscito quindi a “bucare” questo sistema, non operando certamente da solo ma avvalendosi dell’ operato di alcuni hackers esperti. In ogni caso, il SIPTIS non era abbastanza protetto sino in fondo, in quanto ha sempre contenuto informazioni più che altro riservate, ma non segrete. Era, più che altro, un metodo utilizzato dall’ amministrazione Bush per raccogliere e divulgare, da e verso le sedi diplomatiche americane sparse in tutto il pianeta,  notizie ed indiscrezioni sui governi delle altre nazioni.

In questo lavoro di vero e proprio accumulo di informazioni (comprese anche quelle riguardante la vita privati di politici stranieri) venivano chiaramente messi in rilievo tutte le pecche dei Paesi non allineati agli Stati Uniti. Il bersaglio principale, colpito sempre come un pupazzo davanti ad un instancabile fionda spara sassi, è stato proprio Vladimir Putin.  Il capo del Cremlino è stato bollato come “capo mafioso di una cleptocrazia responsabile di corruzione ed omicidi politici”. E sono stati messi, sotto i riflettori, anche i nomi dei capi di Stato ritenuti vicini ed amici alla politica di Mosca, primo fra tutti l’allora presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi. Nei documenti su Wikileaks lo si riteneva troppo vicino a Putin e che avrebbe chiuso non uno ma tutte e due gli occhi sulla dilagante corruzione presente in Russia.

Sempre sul portale di Assange, si poteva anche leggere che Putin avrebbe promesso a Berlusconi una quota dei profitti provenienti dai gasdotti costruiti dalla Gazprom insieme all’ Eni. Ma, ripetiamo, si tratta in tutti i casi di notizie provenienti da fonti confidenziali. Non siamo, quindi, di fronte al database della Cia , che è in realtà veramente protetto e contenente i veri segreti statunitensi che farebbero venire l’acquolina in bocca ai nemici dell’ amministrazione Obama. Di sicuro tutto quello che viene diffuso da Wikileaks non viene visto bene da Washington, dato che è innegabile il favore che viene cosi fatto alla Russia, che dal 2013 protegge anche Edward Snowden, l’informatico americano accusato di alto tradimento e spionaggio da alcuni procuratori degli Stati Uniti.

La “ nuova guerra fredda” tra russi e yankee continua anche a suon di spie informatiche,  ma i  veri occulti segreti di entrambi restano ben blindati in sistemi invulnerabili come in una cassaforte di acciaio.

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