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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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Famiglia e difficoltà tra coniugi: negarle o arrendersi è sbagliato

Le classifiche, uscite sul Sole 24 Ore riguardanti i parametri qualitativi della vita nelle principiali città italiane, e province, vedono Brindisi in piena sintonia con la media riguardante il numero di separazioni coniugali. In particolar modo, vi sarebbero ben 51 divorzi ogni 1000 abitanti

Le classifiche, uscite sul Sole 24 Ore riguardanti i parametri qualitativi della vita nelle principiali città italiane, e province, vedono Brindisi in piena sintonia con la media riguardante il numero di separazioni coniugali. In particolar modo, vi sarebbero ben 51 divorzi ogni 1000 abitanti. Ciò che sembra un diritto, cioè la separazione da un coniuge con cui non vi sono più le condizioni per condurre una convivenza serena, in realtà è una conquista abbastanza recente nella storia della società italiana e, addirittura, in molti paesi orientali questa possibilità è soggetta a forti discriminazioni sessuali.

L’Italia ha permesso, tramite la legge Fortuna-Baslini, e il successivo referendum abrogativo, di regolamentare l’interruzione del matrimonio, apportando successivamente varie modifiche, sino a all’intervento dell’allora presidente della Camera, Nilde Iotti, che nel 1987 favorì la riduzione dai 5 agli attuali 3 gli anni di separazione richiesti prima di poter accedere alle pratiche del divorzio.

I tempi burocratici rendono perfettamente l’idea del grande dispendio di risorse economiche e psicologiche che devono affrontare due coniugi prima di poter chiudere un capitolo importante della loro vita. Stando a queste condizioni, è facilmente deducibile l’utilità di interventi preventivi sulla coppia, ancor prima che si giunga ad un punto di non ritorno che sfoci con la separazione.

Il matrimonio non nasce come un’entità a sé stante, ma si plasma in base ai contesti culturali nei quali si crea e si sviluppa. Le statistiche forniscono elementi sorprendenti: l’aumento dell’alfabetizzazione ed il riconoscimento dei propri diritti sono i processi primari che hanno aumentato le percentuali di separazioni in tutto il mondo occidentale. Del resto, le dinamiche psicologiche di un matrimonio sancito agli inizi del ‘900 risulterebbero incompatibili con le aspettative odierne di due giovani che decidono di convogliare a nozze.

All’interno di un rapporto matrimoniale, i primi scricchiolii di quello che sembrava un meccanismo perfettamente funzionante si delineano quando i conflitti si trascinano con conseguenze, spesso inutili, che minano fortemente il benessere psicofisico dei due partner. Uno dei presupposti per il superamento dei conflitti è il riconoscimento del modello della propria unione. Una coppia può esprimersi tramite tre modelli o stili, ciascuno difficilmente compatibile con l’altro e portante in sé gli schemi di funzionamento rintracciabili nelle dinamiche quotidiane.

La prima forma si esprime in un modo infantile ed egocentrico: “ti amo perché mi ricordi mio padre, mia madre, mia sorella”, ed è contraddistinto dall’immaturità, che impedisce lo sviluppo di abilità empatiche ed identitarie tipiche dell’adulto. Il secondo stile d’unione presenta pensieri tipicamente tipici dell’adolescenza che non hanno subìto la giusta evoluzione: alla base del legame vi è l’apprezzamento delle mere caratteristiche fisiche e di alcune abilità superficiali (“ti amo per la tua bellezza, per come balli, per gli amici che frequenti, etc...”).

Infine vi è il modello di coppia più evoluto, quello “adulto”, dove il legame è finalizzato alla presa in cura del compagno, alla ricerca della felicità condivisa attraverso l’altruismo verso l’altro. Ovviamente, affinché l’unione sia duratura, entrambi i partner devono esprimere queste qualità. Può accadere che due persone, dopo l’unione, possano imbattersi in conflitti che prima erano visti in maniera meno radicale. Ad alimentare i litigi, sovente, non è il problema in sé stesso, ma una serie di sovracostruzioni elaborate dai due coniugi.

Dall’illusione si passa alla delusione: le qualità primarie del fidanzamento si svalutano nel matrimonio, quello che prima faceva tenerezza adesso irrita. Molti matrimoni o convivenze risentono dei cambiamenti psicologici della coppia, per cui alcune motivazioni alla base dell’unione si riducono, come ad esempio il senso di solitudine che non fa più cosi paura, mentre crescono bisogni di libertà e fuga dalla routine. Successivamente può subentrare un calo della gratificazione da “altruismo” perché nel fidanzamento la sollecitudine era funzionale alla crescita del legame, mentre dopo l’ufficializzazione dell’unione viene considerata come uno scambio di promesse da mantenere per contratto.

Questi assetti psicologici spesso gravano nei conflitti matrimoniali e vengono rinforzati da luoghi comuni che costituiscono i binari di un treno che inevitabilmente andrà a scontrarsi contro le difficoltà di un rapporto illusorio. Semplificando parte delle confessioni riportate dai coniugi nelle terapie familiari, ecco alcuni esempi di luoghi comuni:

1.Se ci tenesse veramente a me, farebbe quello che chiedo

2.Se si hanno dubbi sul rapporto significa che qualcosa non va

3.Se fa qualcosa che mi turba è per offendermi o denigrarmi

4.Se tenesse a me sarebbe più affettuoso/a

Spesso la base di un buon matrimonio risiede nel temperamento compatibile tra i due compagni, nella condivisione di valori e obiettivi; ciò ovviamente non esclude la nascita di conflitti, talvolta importanti, che potranno esser risolti con l’ausilio di figure esperte, capaci di riformulare le tensioni in materiale utile per la crescita e lo sviluppo della coppia stessa.

In una società sempre più liquida, dove si perdono costantemente punti di riferimento utilissimi per intere generazioni, la famiglia rimane uno dei pochi capisaldi capace di dare sicurezza e benessere in tutte le fasi della nostra vita, del resto Charles Dickens affermava che gli incidenti capitano anche nelle migliori famiglie, quindi perché negarli o arrendersi passivamente davanti ad essi?

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