"A Brindisi si replica la sceneggiata degli ultimi venti anni"
Enzo Albano, LeU: "Siamo arrivati al punto in cui non si comprende più dov'è il confine tra la politica e lo spettacolo"
Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota di Vincenzo Albano di Liberi e Uguali di Brindisi, sulla situazione politica della città.
A seguire le vicende di questi giorni, credo si faccia molta fatica a interpretare i percorsi di gran parte dei politici brindisini. A riuscire a raccapezzarsi nella confusione quotidiana delle tante dichiarazioni e interpretazioni, talvolta contrastanti, che sembrano non avere alcun senso, se si guarda al futuro di questa città e della sua popolazione.
Si sta replicando da parte dei soliti personaggi politici la sceneggiata di sempre. Il collaudato diversivo delle tante riunioni, degli incontri, delle interviste, dei comunicati stampa, delle verifiche con tutti, allo scopo di propinare ai cittadini l'ennesima fantasia, nel tentativo di far dimenticare, le inefficienze, le responsabilità e i danni provocati da loro stessi in questi ultimi 20 anni di malgoverno, di promesse puntualmente non mantenute, che hanno fatto naufragare le speranze di rilancio di questa città.
Come sempre tutto si consuma lontano dalla gente, nello spazio ovattato delle tante esibizioni televisive o in quello della carta stampata o del web, utilizzando i soliti argomenti fumosi, senza alcun rapporto con la realtà della vita dei cittadini.
Siamo giunti al punto che non si comprende più il confine tra la politica e lo spettacolo. Si utilizza il solito espediente allo scopo di catturare l'attenzione dei cittadini, per anestetizzare le loro menti, per suggestionarli, mentre intorno, sotto le parole , le immagini, la fantasiosa narrazione di una città immaginaria, palpita una realtà fatta di dimenticanze, di disimpegno, di tassazione esagerata, di degrado, di povertà crescente, di disoccupazione specialmente giovanile, di emigrazione, di immigrazione, di privilegi, di sprechi, di degrado, di insicurezza, di emarginazione sociale, di servizi scadenti, di quartieri abbandonati, di desertificazione del centro urbano, di crisi del commercio, dell’artigianato, dell’industria, di attvità portuale, di inquinamento,di bisogni e di sofferenze, alle quali le maggioranze di governo che si sono avvicendate in questi anni , non sono riuscite a dare risposte adeguate o, più banalmente, non sono riuscite a dare alcuna risposta efficace.
Come sempre, non sono in discussione idee, progetti, ma solo convenienze tattiche, allo scopo di riconquistare una poltrona per loro stessi e per i propri familiari. Nessuna seria e approfondita riflessione sui provvedimenti da adottare con urgenza per evitare il disastro. Cosa cambiare rispetto ad oggi, per quale futuro, come farlo, chi deve farlo, con quali risorse, per quale ragione, in quanto tempo. Ma anche come porre superare la condizione strutturalmente deficitaria del bilancio comunale, che hanno fatto diventare pressoché ingestibile, tale ridurre notevolmente i margini di manovra. Non lo fanno anche perché, sarebbe come ammettere il loro completo fallimento.
Stiamo assistendo alla fedele riproposizione del percorso virtuale, persuasivo, accattivante, che ci ha traghettato da un consiglio comunale all'altro, da una giunta all'altra, da un fallimento all'altro, da un commissario all'altro, da un'aula di tribunale all'altra, da una visione della città all'altra, fino ad impantanarci nell' attuale città che non c'è. In verità queste discussioni sterili mi procurano grande disagio, perché nella mia ingenuità ho sempre pensato che l'impegno politico dovesse essere passione, impegno sociale, dedizione, mentre intorno c'è solo la confusione e l'agitazione di chi va alla ricerca esclusiva di comodi riposizionamenti, passando da un rito politico ad un altro, da un partito all'altro, da una sponda a quella opposta, senza crisi di coscienza.
Una situazione che, come emerso dalla recente consultazione elettorale, ci consegna la rabbia della gente e il diffuso clima di insofferenza, di distacco e di sfiducia nei confronti della vecchia inadeguata classe politica , che non ha mai saputo cogliere i fermenti e le richieste di cambiamento provenienti dal paese e collocare la politica al centro dei bisogni dei cittadini. Ci troviamo in bilico fra due possibili esiti. Essere il punto di avvio di un lungo processo di ricostruzione della dimensione politica o viceversa il punto terminale della crisi , l'ultima dissolvenza della politica e il definitivo passaggio ad una società guidata dalla combinazione di interessi individuali e di gruppo, senza che sia possibile indirizzarli verso un progetto di città .
Spero che i brindisini non si facciano ancora una volta ingannare dalle apparenze, dandosi un'occasione per cambiare, per farla finita , a non intestardirsi a replicare le sofferte esperienze del passato, perché in gioco non c'è solo il loro portafoglio, avvilito dalle tasse e dalle imposte che hanno aumentato a dismisura negli anni scorsi, ma anche la loro vita e il futuro dei propri figli. Di darsi un'occasione per voltare definitivamente pagina.
In linea con questa esigenza di pulizia e di cambiamento, di recupero del senso e della dignità del ruolo, si colloca la scelta di Liberi e Uguali di appoggiare la candidatura di Riccardo Rossi alla carica di sindaco di questa città. Sugli stessi questi stessi principi saranno articolate le liste dei candidati al consiglio comunale. Facce nuove, persone capaci e competenti, che nulla hanno a che fare con i disastri commessi fino ad ora.