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Sabato, 20 Aprile 2024
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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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Aeroporto, Emiliano e il distacco da Brindisi

Dopo il caso Marino, e ad esso evidentemente collegato, c'è la vicenda della nomina del consiglio di amministrazione degli Aeroporti di Puglia. Che la sua non sia una vendetta, o uno schiaffo alla città, Emiliano lo venga a spiegare ai brindisini. Stia tranquillo Presidente, Brindisi starà ad ascoltarla, è solo sfortunata perché rappresentata da persone inadeguate, senza progetti e spina dorsale, che al massimo le chiedono la nomina del commissario alla Fondazione "Giannelli"

BRINDISI - Michele Emiliano è “capu tosta”. Si fida solo di se stesso e della sua personalissima organizzazione, non so neanche se si tratti del solito “cerchio magico”, e ogni tanto va a sbattere contro i muri. Ma ha la pretesa di prendersela con gli altri. L’immagine di Emiliano in questi tempi travagliati della vita del pd affolla i media. Lo si identifica, forse in assenza di altri leader di adeguata caratura cresciuti nel tradizionale apparato del partito, come il possibile avversario di Matteo Renzi per la segreteria del Pd, o per Palazzo Chigi. Ancora non è chiaro.

Michele Emiliano e Nando Marino 5-2Di un fatto però si può essere certi, Emiliano non si adatterà mai al rispetto delle liturgie di partito che, come ha dimostrato negli anni in cui è stato segretario regionale, ha totalmente destrutturato. Una volta lo si sarebbe etichettato come “movimentista”, ossia distante da ogni forma di ortodossia e fortemente attratto dai movimenti, associazionismo o altro, della società civile. Si spiega anche cosi la sua “infatuazione”, in verità mai ricambiata, verso i 5 Stelle o la sua particolare attenzione verso grandi portatori di voti nelle realtà locali, a prescindere ogni tanto anche dalle decisioni del suo partito e qualche volta persino del buongusto.

Emiliano si vanta di metterci la faccia in ogni cosa che fa. Il guaio è che non usa protezioni, per cui quando le prende gli restano in faccia tutti i segni dei colpi ricevuti. Potremmo fare molti esempi, ci fermiamo solo a due, quelli –da brindisini- a noi più vicini. Emiliano, per la successione a Consales l’anno scorso, ha infilato una serie incredibile di errori, a cominciare dalla scelta del candidato sindaco. Marino poteva anche starci, ma a patto che la candidatura fosse stata espressione di un autentico rinnovamento, e che, con adeguate iniziative politiche, non si regalassero agli avversari (di sinistra) ampi scampoli del tradizionale elettorato del centrosinistra. Ne uscì, da una parte e dall’altra, una indigeribile marmellata di sapori diversi e contrastanti, ed alla fine ha vinto l’avversaria di Marino, suffragata al primo turno da un appena 20 per cento di consensi ottenuti dalla sua coalizione. Lo schieramento della Carluccio, nel suo abissale vuoto politico, nonostante qualche illustre apporto dell’ultimo momento, impostò la sua campagna elettorale al più bieco campanilismo, unicamente contro l’imposizione di Emiliano. Programmi, progetti? Vuoto assoluto, solo lo slogan: Brindisi ai brindisini. Che nelle periferie, ragioni generali a parte, ha segnato la sconfitta più cocente del centrosinistra.

Emiliano, invece di scendere nell’arena e affrontare le vere ragioni della sconfitta (che stavano tutte negli errori dello schieramento di Marino) e spingere perché finalmente il suo partito uscisse da una crisi antica e perniciosa, si è di fatto estraniato da ciò che accade a Brindisi riservando alla città la più burocratica delle attenzioni. Neanche alle più importanti partite di basket, di cui è grande tifoso, partecipa più! Che sotto ci sia qualcosa che non va, come se tutto quello che riguarda Brindisi gli provocasse ancora una fastidiosa orticaria, lo si coglie ogni giorno osservando l’andamento della vita politica locale e regionale.

Giuseppe AciernoHo detto che mi sarei fermato a due esempi, dei tanti possibili. Dopo il caso Marino, e ad esso evidentemente collegato, c’è la vicenda della nomina del consiglio di amministrazione degli Aeroporti di Puglia. Lasciamo stare la storia, quella dell’aviazione civile in Puglia –mi dispiace per i baresi o i tarantini- si chiama Brindisi e basta, ma la storia non sazia lo stomaco e pensiamo alla realtà. L’aeroporto “Papola” di Brindisi, nel complesso dei numeri di bilancio della Società Aeroporti di Puglia, ne rappresenta circa il 40 per cento, il resto è rappresentato dai numeri prodotti a Bari, con l’aggiunta di quelli, quasi irrilevanti di Foggia e Grottaglie. In una qualsiasi società che si rispetti al socio che produce simili quote di bilancio, una rappresentanza nel consiglio di amministrazione, non solo è doverosa ma addirittura d’obbligo. Emiliano non solo non ha applicato questa elementare regola del “buon padre di famiglia”, ma è andato addirittura oltre. Ha nominato in consiglio di amministrazione una leggiadra assistente di polizia di Martina Franca che lavora alla questura di Roma e che nella sua prima intervista ha dichiarato che lei s’impegnerà nella Adp “perché l’aeroporto di Grottaglie venga finalmente riaperto all’uso civile”. Ossia al ridimensionamento dell’aeroporto di Brindisi, con tutto ciò che ne consegue in termini di traffici, occupazione eccetera eccetera. Quello che i tarantini (e il mesagnese Vizzino) chiedono da tempo e di cui Emiliano pubblicamente si è detto favorevole.  

Che la sua non sia una vendetta, o uno schiaffo alla città, Emiliano lo venga a spiegare ai brindisini. Stia tranquillo Presidente, Brindisi è città civile e rispettosamente starà ad ascoltarla, è solo una città sfortunata perché rappresentata nelle istituzioni da persone inadeguate, senza progetti, senza idee, senza spina dorsale, che al massimo le chiedono la nomina del commissario alla Fondazione “Giannelli”, invece di una commissione d’inchiesta che ne indaghi sulle ignobili ruberie! E ci spieghi pure perché l’unico brindisino (di Mesagne) al vertice di una importante società regionale, quale appunto gli Aeroporti di Puglia, e che, con unanime giudizio, ha ottimamente operato nei quattro anni del suo mandato, è stato sostituito. Capisco la sua legittima aspirazione a volersi circondare del meglio e del nuovo per caratterizzare il suo mandato,  e si sarà pure accorto (spero) che non è operazione facile, ma certamente non la raggiungerà mai mandando a casa il meglio di cui già disponeva.

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