Ambiente e salute a Brindisi: quando medicina e ricerca spronano la politica
Ho letto con molto interesse l’intervento del dott. Giuseppe Latini, comparso su questa testata, in cui si illustra lo studio (condotto con alcuni ricercatori dell’Università di Pisa) relativo all’incidenza elevata di nascite di bambini con malformazioni congenite nella città di Brindisi. Il dato risulta essere superiore alla media europea e richiede, come giustamente afferma il dott. Latini, un approfondimento sui fattori che lo hanno determinato.
Ho letto con molto interesse l?intervento del dott. Giuseppe Latini, comparso su questa testata, in cui si illustra lo studio (condotto con alcuni ricercatori dell?Università di Pisa) relativo all?incidenza elevata di nascite di bambini con malformazioni congenite nella città di Brindisi. Il dato risulta essere superiore alla media europea e richiede, come giustamente afferma il dott. Latini, un approfondimento sui fattori che lo hanno determinato. Anche e soprattutto per questo è utile e condivisibile la richiesta di avviare un' indagine epidemiologica compiuta nel nostro territorio.
Raccomandazione, peraltro, perfettamente in linea con quanto suggerito dallo Studio Sentieri. Non è escluso, infatti, come lo stesso medico ci dice, che il dato sia correlato al fatto che Brindisi sia pesantemente compromessa sul piano ambientale, al punto da essere ancora individuata come area ad elevato rischio di crisi ambientale. Nelle settimane in cui ho lavorato alla preparazione dell'interpellanza che ho rivolto al Governo, sulle condizioni ambientali e sanitarie di questa provincia, ho avuto modo non solo di leggere i principali risultati di questo studio, che ho peraltro sottoposto al Governo come elemento di riflessione, ma ho avuto il piacere di conoscere personalmente il dott. Latini.
Ho così potuto riscontrare la sua profonda sensibilità e il suo interesse non solo ad approfondire queste tematiche sul piano medico-scientifico, ma a farne un elemento costitutivo del dibattito pubblico che si sviluppa attorno alla questione ambientale ed industriale del nostro territorio, nella convinzione che questa non possa più essere scissa dalla dimensione epidemiologica e sanitaria. I risultati degli studi condotti da Latini ci parlano di una percentuale del 18% in più rispetto al dato del registro europeo di sorveglianza sulle malattie congenite (Eurocat) nei nati a Brindisi, mentre l?eccesso rilevato per le malattie cardiovascolari arriva addirittura al 49%.
Ora la domanda è: dobbiamo arrenderci all'idea che questi dati rimangano dei numeri stampati in qualche importante rivista scientifica o in qualche articolo di giornale? Oppure possiamo sperare che le istituzioni, ad ogni livello, abbiano finalmente la capacità di farsi carico di questi dati ed affrontare con tutti i mezzi a disposizione (il registro per le malformazioni congenite è solo uno di questi) il nesso ambiente-salute? Come si fa altrimenti, in un territorio come il nostro, già gravato da pesanti danni all'ambiente cumulatisi nei decenni, a dire di si oppure di no, ad esempio, all'avvio di un progetto industriale con un alto impatto ambientale, se non si conosce il prezzo che si paga o si pagherebbe in termini di rischio per la salute di tutti noi e di chi verrà al mondo?
Queste poche righe vogliono rappresentare un ringraziamento pubblico al dott. Latini, ed alle tante intelligenze presenti in queste provincia (medici e ricercatori), che in questi anni hanno prodotto studi altrettanto rilevanti capaci di aumentare il grado di consapevolezza rispetto ai nessi che intercorrono tra inquinamento e rischi per la salute. Ma l'occasione è ghiotta soprattutto per sottolineare come medici così siano da sprone alla politica e, più in generale, alle classi dirigenti di questo territorio, affinchè si possa finalmente superare quella visione miope dello sviluppo che sino ad ora non ha consentito di immaginare, scegliere e costruire un'economia realmente sostenibile, capace di coniugare industria e ambiente, lavoro e salute.
Per queste ragioni nessun tavolo governativo ed inter-istituzionale sulla ?vertenza Brindisi? potrà prescindere dall'obbiettivo di effettuare o programmare una ricognizione globale della situazione ambientale e sanitaria dell?area a rischio di Brindisi, come ho chiesto nella mia interpellanza. Inoltre, uno sforzo nel considerare le correlazioni tra i rischi per la salute e l'inquinamento ambientale potrebbe essere compiuto agevolmente dalle istituzioni locali e dalle forze politiche sin da ora, visti i numerosi e pregevoli studi prodotti nel corso degli anni sulla situazione del nostro territorio, le cui evidenze potrebbero essere accolte e valutate in ogni discussione relativa alla vertenza ambientale della nostra provincia.
Sarebbe questa una prima ed importante ?innovazione di metodo? capace di migliorare la qualità delle deliberazioni e dimostrerebbe l'urgenza di un'approfondita analisi epidemiologica. Certo, le resistenze nel compiere questo passo sono tante, ma i tempi sono maturi. Le conoscenze diffuse. E solo una politica intelligente ed istituzioni coraggiose e consapevoli possono evitare che si perda altro tempo, e che si compiano ancora una volta scelte sugli assetti industriali di questo territorio a prescindere dal loro impatto complessivo sull'ambiente e quindi sulla salute dei cittadini.
Un'indagine epidemiologica rappresenta, perciò, un elemento di conoscenza necessario, del quale non possiamo più fare a meno. Poter contare su studi approfonditi e scientificamente validi, su monitoraggi completi e costanti aiuterebbe ad evitare la strumentale contrapposizione tra chi tutela il lavoro e chi la salute. Introdurrebbe, finalmente, elementi condivisi di consapevolezza e razionalità sul versante dell'impatto sanitario, oltre che su quello ambientale e aiuterebbe tutti i decisori pubblici a compiere scelte più ponderate, e per questo più efficaci, in merito all'indirizzo da imprimere al futuro di questo territorio.
Con queste convinzioni, nei prossimi giorni, visiterò il reparto di neonatologia diretto dallo stesso Dottor Latini, per ringraziarlo personalmente del lavoro svolto, e per dare forza a questa battaglia di verità e di civiltà che investe il futuro delle nostre comunità.