rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Opinioni

Opinioni

A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

Opinioni

Ancora pipì a letto? La soluzione c’è

Fare la pipì a letto fa parte della normale fase di crescita fino a tre anni. Con l’ingresso nella scuola dell’infanzia i bambini imparano gradualmente a togliere il pannolino e ad essere autonomi nel controllo della vescica

Fare la pipì a letto fa parte della normale fase di crescita fino a tre anni. Con l’ingresso nella scuola dell’infanzia i bambini imparano gradualmente a togliere il pannolino e ad essere autonomi nel controllo della vescica. Se l’episodio supera i 6 anni d’età, però, diviene fonte di preoccupazione per i genitori nonché frustante per i piccoli. L’enuresi notturna è un disturbo che consiste nell’emissione involontaria di urina durante il sonno, in assenza di difficoltà organiche. E’ un fenomeno abbastanza frequente, in quanto coinvolge circa il 10-15% dei bambini di sei anni di età. Conquistare l’autonomia per il bambino è un successo fondamentale per la crescita e per l’autostima: riuscire a farcela da soli significa andare alla conquista del mondo esplorandolo. 

Si parla di enuresi primaria se il bambino non ha mai acquisito il controllo della vescica, e di quella secondaria se, nonostante ha sviluppato il controllo, egli riprende a bagnare il letto; esiste poi una forma sintomatica, come conseguenza ad esempio di un’infezione urinaria. Alla base del disturbo, soprattutto nella forma secondaria, spesso c’è una componente emotiva: il bambino regredisce nell’evoluzione del suo sviluppo, tornando a fare la pipì a letto come quando era più piccolo per un cambiamento: nascita di un fratellino, ingresso a scuola, modifica di una routine, tensioni in famiglia, ospedalizzazione di un genitore, trasloco, lutto.

Si tratta di eventi che stravolgono la vita del piccolo, minando le sue certezze e i suoi punti fermi, influenzando il ritmo e lo stile di vita familiare: ciò si ripercuote sul bisogno di sicurezza, di attenzione e di dipendenza del minore. A volte di notte quando il corpo riposa i pensieri si manifestano in sintomi di questo tipo proprio perché in un ambiente sicuro il bambino inconsapevolmente si sente libero di esprimere.

Alcuni semplici accorgimenti possono essere utili e fondamentali. Ricordare che il bambino non la fa apposta e dargli supporto: in molti casi infatti il bambino va incoraggiato e sostenuto, senza additarlo come incapace. Resistere a non mettergli il pannolino di notte o di giorno per evitare che si bagni o allaghi il letto, è utile poiché sarebbe ancora più frustrante.  Buona abitudine poi bere meno la sera e meno bevande caffeinate (tè coca-coca). Cercare di resistere all’impulso di svegliarlo di notte per mandarlo in bagno: privare il bambino del sonno o del riposo può essere controproducente, perché stressante. Rimproverare il bambino o perdere la pazienza non lo aiutano a non bagnare più il letto. 

Si può insegnare al bambino a interrompere il getto una volta iniziato o a riempire sempre più la vescica prima di correre a vuotarla. È importante anche abituarlo a gestire il suo bisogno contando fino a 10 prima di iniziare a urinare; questo lo aiuta a prendere coscienza della propria capacità di controllare lo stimolo.

Fare un contratto “educativo” con il bambino può aiutare il piccolo ed il genitore a gestire questa difficoltà. Ad esempio segnare su un calendario, un cartellone le notti “asciutte” magari con adesivi divertenti che aiutino a sdrammatizzare. Evitare di enfatizzare le notti di enuresi in quanto possono creare maggiore disorientamento nel bambino: invece puntare sui comportamenti adeguati e funzionali entusiasma il piccolo a ripetere l’impegno che quando sente la necessità, si può alzare e andare in bagno. Le lodi, i complimenti sono rinforzi sociali, sono attenzioni alte che il bambino vuole riavere perché si è “comportato bene” e quindi riproporrà lo stesso comportamento. Va premiata la buona volontà a svegliarsi e andare in bagno, anche se dovesse non farcela ad arrivare al vasino: l’impegno rinforzato verrà riproposto con più frequenza perché il piccolo si sentirà incoraggiato. Si contratta con il piccolo che ogni tot di adesivi, stelline o smile accumulate in un tempo prestabilito ci sarà una ricompensa tanto desiderata che altrimenti non otterrebbe: una colazione particolare, un libro divertente, le figure, un traguardo che conquisterà con impegno e costanza. I risultati arriveranno e saranno benefici sia per i genitori che per i piccoli, in quanto regaleranno serenità. 
Non si tratta di una montagna insormontabile, ma di una fase delicata da superare insieme al bambino senza enfatizzare la preoccupazione. Stare vicino al proprio figlio magari col supporto di un professionista, può essere sicuramente un ottimo punto di partenza per riuscire ad affrontare un momento di difficoltà.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ancora pipì a letto? La soluzione c’è

BrindisiReport è in caricamento