Ad Aleppo una delle peggiori catastrofi umanitarie della storia, nell'indifferenza dell'Occidente
Le forze lealiste siriane hanno ormai espugnato l'ultima roccaforte urbana dei ribelli anti-Assad, aiutate anche dai russi, dalle milizie sciite provenienti dall’ Iraq e dall’ Iran, oltre che dagli Hezbollah libanesi
Tanti genitori esausti stringono i loro bambini terrorizzati tra le braccia. Molti giovani spingono i più anziani seduti in carrelli di fortuna o su sedie a rotelle, mentre sono davvero tante le famiglie imbottite di valigie che cercano una via di fuga verso la speranza della salvezza. Sono queste le scene che, in queste ore, giungono da Aleppo-est. Le forze lealiste siriane hanno ormai espugnato
l'ultima roccaforte urbana dei ribelli anti-Assad, aiutate anche dai russi, dalle milizie sciite provenienti dall’ Iraq e dall’ Iran, oltre che dagli Hezbollah libanesi.
Centinaia di persone risultano scomparse e le associazioni per i diritti umani denunciano il fatto che potrebbero essere state barbaramente assassinate o finite nella tetra rete delle carceri e dei centri di tortura del regime, dove negli ultimi anni migliaia di persone sono state uccise.
L'attacco russo-siriano sulla città è andato avanti per settimane sino ad arrivare ad oggi, quando la città è stata totalmente da loro riconquistata grazie ad una pianificata strategia di bombardamenti indiscriminati coniugati al terrore ed alla distruzione più totale.
Negli ultimi giorni l’ esercito di Assad aveva fatto piovere dei volantini sulla zona est della città, tramite i quali avvertivano i civili che, qualora non fossero fuggiti, sarebbero diventati dei sicuri obiettivi dei bombardamenti. Civili ormai stremati dal freddo, dalla fame e dalle rappresaglie dei ribelli che sino ad ora li avevano cinicamente usati come scudi umani.
Ma dinanzi a questa catastrofe, l’Occidente cosa sta facendo? Assolutamente nulla. La Francia, che continua a mantenere forti interessi geopolitici in una nazione che è stata in passato uno dei suoi più importanti protettorati, per bocca del suo primo ministro Bernad Cazeneuve ha fatto sapere che “ad Aleppo si potrebbe consumare il più grande massacro di una popolazione civile dopo la fine della seconda guerra mondiale".
Nel frattempo la macchina della propaganda russa lavora, a fianco a fianco, con quella del regime siriano cercando in tutti i modi di dipingere questi eventi come la "liberazione" di Aleppo da gruppi di pericolosi terroristi islamici. Eppure non erano affatto tutti terroristi i siriani che nel 2011 avevano dato vita alla rivolta contro il regime di Damasco. Una rivoluzione che si è trasformata, in breve tempo, in una violenta guerra civile, anche grazie alle ingerenze straniere (soprattutto da parte di Turchia, Arabia Saudita e Qatar).
Sino al 2015, Assad sembrava avere le ore contate. Poi però, la Russia ha lanciato la sua offensiva militare per difenderlo, giungendo sino alla riconquista totale di numerose zone della nazione che erano state, negli ultimi anni, sotto il controllo ribelle. In tutto questo cupo scenario di guerra si è anche consumato lo strappo con Washington, che aveva invece affermato, senza mezzi termini, che le priorità di lotta sarebbero dovute essere quelle di liberare le zone controllate dai terroristi dello Stato Islamico.
Ma sulle atrocità di Daesh, invece, la Russia per ora non sta facendo nulla e prova ne è la riconquista della città di Palmira da parte delle truppe di Al Baghdadi. Chi sta patendo ora le piaghe dell’inferno sono gli oltre 250.000 abitanti di Aleppo-est, che saranno sicure prede delle rappresaglie del regime.
La fine dei ribelli ad Aleppo segna, forse definitivamente, il fallimento delle politiche contraddittorie e sgangherate dell'Occidente sulla Siria (che sino ad oggi avevano pubblicamente appoggiato proprio le fazioni ribelli). La sua caduta è invece una vittoria inequivocabile per tutta la strategia voluta da Vladimir Putin. Aleppo si unirà, quasi certamente, alla lista infame di città i cui nomi sono sinonimo di crimini di guerra commessi in maniera atroce mentre il tutto mondo restava, impotente, a guardare come Srebrenica, Grozny, o Guernica. Ancora una volta l’umanità è riuscita a scrivere un ‘altra delle peggiori pagine della storia contemporanea.