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Nuovi retroscena sulla storia delle Brigate Rosse in un libro da poco in libreria

“Brigate Rosse. Dalle fabbriche alla campagna di primavera” (Deriveapprodi, pag. 534, 2017). Già vendute 1000 copie in pochi giorni. "“L’idea è nata dal fatto di aver sentito il bisogno di scrivere e di dare vita ad un nuovo lavoro"

“Brigate Rosse. Dalle fabbriche alla campagna di primavera” (Deriveapprodi, pag. 534, 2017). E’ questo il titolo di un ultima ed interessantissima pubblicazione sulla storia dell’organizzazione brigatista, fondata da Renato Curcio nel 1970. Si tratta, in realtà, del primo di ben 3 volumi il cui intento non è solo quello di ripercorrere, in maniera lucida ed obiettiva la storia della delle B.r., ma anche quello di fare chiarezza su un pezzo fondamentale della storia contemporanea italiana. 

L’opera è stata redatta da tre autori: dallo storico Marco Clementi, che attualmente insegna Storia dell' Europa Orientale presso l’Università della Calabria, dalla ricercatrice Elisa Santelena insegnante presso l’Università di Grenoble e dal giornalista e già ricercatore presso l’Università “Paris VIII” Paolo Persichetti, il quale ha già da tempo scontato una condanna per la sua passata adesione alle “B.r. – Unione Comunisti Combattenti” e pronto quindi a fornire un fondamentale contributo derivante dalla sua esperienza. 

“La narrazione inizia con il tragico ritrovamento del corpo di Aldo Moro in via Caetani a Roma. Continua con le origini della Brigate rosse nelle grandi fabbriche del nord, il crescendo delle loro azioni armate in molte città, per giungere infine alla mattina del 16 marzo 1978 in via Fani”.  Sono queste le battute iniziali della presentazione del libro che si trova all’interno della copertina. Di particolare interesse sono le fonti utilizzate dagli autori, provenienti in parte dall’Archivio centrale dello Stato, dove la documentazione primaria è stata prodotta dagli Enti investigativi di polizia giudiziaria come Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Procure della repubblica e Servizi di intelligence, che sono provenienti in tutto da un arco temporale che parte dal 1978 ed arriva al 1995.

Gli autori hanno anche attinto informazioni dall’Archivio centrale di Roma, dove è attualmente in corso la totale digitalizzazione dei processi “Moro”, delle lettere e delle memorie del presidente della Dc a cui vanno aggiunti documenti di importanti Commissioni parlamentari di inchiesta come la “Moro 1”, la “Stragi” e la “Mitrokin” presenti nell’ Archivio storico del Senato e nell’ Archivio del Tribunale di Torino. 

La vera novità riguarda, invece, le fonti orali, frutto di colloqui con alcuni brigatisti non dissociati e non pentiti, che hanno così contribuito a ricostruire alcune fatti di lapalissiana importanza. Su tutto questo abbiamo posto qualche domanda a Paolo Persichetti, a cui come prima cosa abbiamo chiesto come e perché è nata l’idea di scrivere questa storia delle B.r. che, lo ricordiamo, è con precisione sviluppata in totale di tre volumi. 

Su questo aspetto le sue parole sono state chiare: “L’idea è nata dal fatto di aver sentito il bisogno di scrivere e di dare vita ad un nuovo lavoro, anche per andare a completare un libro già esistente scritto in passato da Marco Clementi. Quello che poi ci ha indotto definitivamente a fare una nuova pubblicazione è stata la scoperta di un vero giacimento documentale presente presso Archivio centrale dello Stato. Ed è stata quella una scoperta anche alquanto casuale, perché quando non avevo ancora del tutto concluso la mia vicenda giudiziaria, avevo iniziato a frequentare l’archivio del Senato per ottenere informazioni sulle Commissioni “Moro” e “Stragi”. In quell’occasione mi venne risposto che potevo rivolgermi all’ Archivio di Stato, dove erano stati resi di libera consultazione una valanga di documenti, in osservanza della “direttiva Prodi”. A quel punto, dopo aver iniziata la lettura e lo studio di queste carte, mi sono reso conto, insieme agli altri, dell’importanza di questa molte documentale che era utilissima per la stesura di un nuovo libro.

Uno degli aspetti più interessanti sono le fonti orali da voi citate, in molti casi provenienti da ex appartenenti alle Brigate rosse

“Un lavoro storico deve anche prendere sempre in considerazione le fonti orali. Ecco perché ci siamo rivolti a quei militanti delle Brigate rosse che avevano avuto un ruolo nella vicenda Moro e non solo.  Queste persone si sono rese disponibile a fornire delle informazioni importanti su episodi che non erano stati ancora del tutto chiariti. E’ stato quindi condotto un serio lavoro di incrocio tra radici documentali e fonti orali” 

Questo è il primo di ben tre volumi. Di cosa vi occuperete, in maniera specifica, nelle prossime altre due pubblicazioni? 
“Questo primo volume si ferma, in pratica, al 17 maggio 1978, con la scoperta della tipografia di via Foà a Roma e l’arresto di Enrico Triaca. Una novità, presente nel libro, sono le sicure notizie che anche la magistratura aveva certificato riguardanti lo stesso Triaca, era stato sottoposto a torture. Abbiamo anche trovato dei documenti inerenti all’attività svolta dal nucleo del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, che ci conduce ancora di più avanti del maggio ’78.  I prossimi volumi partiranno quindi dall’analisi di quello che è avvenuto dopo quel periodo, per giungere alla conclusione della vicenda legata alle Brigate rosse, che da allora è durata ancora per altri dieci anni”

Il testo del libro è abbastanza chiaro e gradevole nella lettura e si discosta del tutto da altre pubblicazioni, fatte negli ultimi anni, di natura prettamente dietrologica. Mentre di autori sono al lavoro per sfornare il prossimo capitolo, sono già andate vendute quasi 1.000 copie in pochi giorni. A breve sarà disponibile la prima ristampa. 
 

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