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A cura di Blog Collettivo

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Scissione nel Pd: 37 deputati e 13 senatori aderiscono a "Democratici e progressisti"

Gli "scissionisti" Arturo Scotto, Enrico Rossi e Roberto Speranza hanno presentato il nuovo partito. Nel Pd inizia il conto alla rovescia in vista delle primarie programmate per il 30 aprile

E cosi è fatta. Dopo tante discussioni e mal di pancia all’interno del Partito Democratico, che avevano fatto intravedere già da tempo l’ombra della scissione, nasce un nuovo gruppo parlamentare formato da deputati e senatori che hanno deciso di abbandonare il partito nato 9 anni fa dalla fusione tra la Margherita ed i Democratici di Sinistra. L’annuncio ufficiale è stato dato a Roma da Roberto Speranza, dove in una convention che si è tenuta ieri presso la “Città dell’altra economia” ha annunciato la nascita del “Movimento dei democratici e progressisti”.  

Presenti anche Enrico Rossi, governatore della Toscana che aveva già ampiamente annunciato la sua fuoriuscita dal Pd, e l’onorevole Arturo Scotto. Assenti invece i “grandi vecchi” del nuovo movimento, Pierluigi Bersani e Massimo D’ Alema. Alla Camera dei deputati il nuovo gruppo è formato da 37 onorevoli, composto da alcuni ex Pd fra i quali vi sono, oltre gli stessi Bersani e Speranza, anche Nico Stumpo, Gugliemo Epifani, Davide Zoggia, Francesco Laforgia e Filippo Fossai, ed ex appartenenti a “Sinistra Italiana” fra i cui si possono leggere i nomi di Alfredo D’Attorre, Claudio Fava, Giovanni Martelli e Stefano Quaranta. 

Al Senato questo nuovo partito potrà contare su una formazione composta da 13 aderenti, fra cui spiccano i nomi di Miguel Gotor, Maurizio Migliavacca e Felice Casson. “Dobbiamo dare risposte certe al dramma sociale della disoccupazione giovanile” ha detto Speranza, sottolineando ancora che la loro scelta è stata dettata da motivi di profondo dissenso politico nei confronti dell’ex segretario del Pd, Matteo Renzi. 

Intanto è scoppiata una grana con il deputato democratico Ernesto Carbone, che rivendica la paternità del nome “Democratici e Progressisti” in quanto egli stesso aveva già depositato a Montecitorio il simbolo di un movimento che ha lo stesso identico nome, che esprime già 3 consiglieri comunali a Reggio Calabria. 

La querelle su nome e simbolo è iniziata, quindi, e potrebbe acuire ancora di più le lacerazioni già presenti a tutto tondo tra il Pd ed il nuovo partito di Bersani. A “Democratici e Progressisti” si è anche aggiunto l’ex governatore dell’Emilia Romagna, Vasco Errani, perché secondo lui vi è bisogno di “un nuovo centrosinistra”. 

Nel Partito Democratico, intanto, è iniziato il conto alla rovescia che porterà tutti i suoi elettori alle primarie del 30 aprile prossimo, data in cui verrà eletto il nuovo segretario nazionale. In lizza, oltre a Matteo Renzi, anche l’attuale Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ed il governatore della Puglia, Michele Emiliano. Bocche cucite, invece, sulla possibile data della prossime elezioni politiche, non più certe e sicure per giugno, come era stato inizialmente fatto trapelare da ambienti legati a Palazzo Chigi. Su questo aspetto molto dipenderà dagli esiti che avrà l’iter congressuale del Pd.
 

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