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Venerdì, 29 Marzo 2024
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A cura di Blog Collettivo

Insurrezione contro Maduro, repressione spietata: almeno 30 morti in Venezuela

Moltissimi venezuelani stanno manifestando per le strade non solo di Caracas, ma anche di tutte le altre città della nazione, per chiedere a gran voce che vengano ripristinate le regole dello Stato democratico. ALL'INTERNO DEL PEZZO UN VIDEO INEDITO DEGLI SCONTRI

Sono tempi di vacche magre per il Venezuela. Moltissimi venezuelani stanno manifestando per le strade non solo di Caracas, ma anche di tutte le altre città della nazione, per chiedere a gran voce che vengano ripristinate le regole dello Stato democratico e che vengano subito indette le elezioni. I cittadini della storica repubblica bolivariana, che un tempo è stata tra le più ricche in assoluto di tutto il Sud America, protestano tenacemente contro il presidente Nicolas Maduro. 

UN VIDEO INEDITO DEGLI SCONTRI FRA MANIFESTANTI E POLIZIA A CARACAS

Nel Paese ormai manca di tutto: dal cibo ai medicinali. Una situazione drammatica incorniciata dalla totale assenza di legalità, in quanto in tutto questo tetro scenario di sofferenza ci sta sguazzando pienamente la criminalità locale. Le forze di sicurezza nazionale e quelle paramilitari dei “Collettivos” (considerati una sorta di Pasdaran del presidente) stanno facendo man bassa totale di tutte le manifestazioni di protesta in cui, dalle notizie che ci giungono, ci sarebbero stati sino ad ora oltre 30 persone assassinate.  

La situazione è iniziata a farsi difficile per Maduro, da tutti etichettato ora come vero e proprio tiranno, a partire dallo scorso mese di Venezuela-3dicembre, quando la vittoria alle elezioni politiche era andata al MUD (Mesa de la Unitad Democratica), che si opponeva al presidente. Da quel momento la situazione è andata sempre più degenerando, sino ad arrivare alla fine dello scorso mese di marzo quando una sentenza della Corte suprema di giustizia ha esautorato il parlamento dai propri poteri. 

In una nazione già provata dalla fame, dalla mancanza di viveri e di ogni bene di prima necessità è stata, in quel momento, un colpo di bastone troppo forte sulla testa della popolazione. La protesta è allora esplosa in tutto il Paese, e non sembra esserci per ora alcun barlume di speranza per far tornare la calma tra la popolazione e l’ordine pubblico. 

Chi si aspettava dal successore dell’ex paracadutista Ugo Chavez un nuovo Venezuela, più bello, ricco e prosperoso dovrà ora forse fare marcia indietro. Alcuni analisti di politica internazionale sostengono che dietro queste proteste vi siano in realtà gli Stati Uniti, a cui farebbe gola allineare ai propri interessi una nazione del Sud America produttrice di petrolio e facente parte dell’Opec. 

Una teoria che viene smentita dalla comunità venezuelane presenti in Italia, che affermano senza mezzi termini che se il Venezuela rischia seriamente di essere messo a ferro e fuoco e di finire nel terrificante tunnel di una pericolosa guerra civile è solo perché tutto il popolo, ormai, è ridotto alla fame. Henrique Capriles, che aveva sfidato prima Chavez e poi Maduro nella corsa per le elezioni presidenziali, denuncia il fatto che la nazione si sta trasformando in una piena e completa dittatura. Non sappiamo come andrà a finire. Per ora da quella che fu una splendida nazione fondata da Simon Bolivar ci giungono solo immagini di lacrime e sangue.
 

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