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Sabato, 20 Aprile 2024
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A cura di Blog Collettivo

I problemi dell'avvocatura al tempo del Covid

Riflessioni dell'avvocato Raffaele Missere, che punta l'attenzione sulla difficile situazione dei praticanti e dei colleghi che effettuano gratuito patrocinio

In questo stramaledetto periodo c'è una cosa positiva quella che ho più tempo per pensare, qualcuno dirà: "male". Sento, leggo, vedo colleghi di città (compresi quelli che pur abitando in paesi conducono crociate di alto livello culturale) sicuramente più, più, più, più di me in tutto. Che si impegnano in battaglie in difesa di massimi sistemi. Processi in remoto in primis. E' sicuramente un argomento di portata epocale.  Dalla decisione del Governo dipenderà il futuro della Avvocatura e oserei dire della Giustizia. Fiumi di inchiostro e infinite ore di discussione. Io se può valere sono contrario alla eliminazione della presenza in aula, sarebbe l'anticamera della cancellazione della presenza dell'Avvocato. Sono comunque convinto che la decisione finale, come spesso è accaduto, vedasi troian ed altro, passerà sopra il cadavere dell'Avvocatura. Non abbiamo forza e coesione sufficiente a vincere una battaglia di civiltà giuridica sconosciuta a chi ci governa.

L'avvocato Raffaele Missere

Detto questo però devo rientrare nel mio ambito naturale che è quello di avvocato di paese. Voglio chiedere e chiedo: la sopravvivenza della professione è legata ai litigi tra tal Di Matteo e il Guardasigilli, a parer mio entrambi stanno dando il meglio per far vedere il peggio che si annida nelle stanze del comando, o è legata ad altro?

Qualcuno di Città dirà: quali? E ne voglio indicare alcuni: mancata tutela dei praticanti in questo disastroso periodo; mancata liquidazione e pagamento di fatture per assistenza in gratuito patrocinio; mancanza di adempimenti per pagamenti, già ordinati dal giudice, di somme rinvenienti da esecuzioni; uffici del ministero di giustizia che non liquidano pagamenti.

Sono, come vedete, riflessioni di un avvocato di paese. Ma i miei colleghi più dotti mi sanno rispondere come faranno i praticanti a sopravvivere, gli avvocati a pagare le spese di ogni giorno, le tasse, gli affitti se, per alcuni, il gratuito patrocinio è la fonte primaria se non unica di reddito? Ma sempre i dotti diranno: Raffaele il solito rosicone e hanno ragione. Perché io non tacerò mai di fronte a situazioni di tal fatta. Io sono nato povero e so cosa significa avere paura di non poter più andare avanti, avere paura di non riuscire ad avere il minimo indispensabile.

Fanno bene le Camere Penali e gli Organi di rappresentanza della Avvocatura a impegnarsi sui massimi sistemi ma dovrebbero finche' ancora contiamo qualcosa pensare ai minimi sistemi, cui facevo cenno, e indire immediatamente proteste che siano utili a bloccare tutto fino a quando, chi  detiene il potere e le direzioni locali e periferiche  nel sistema giustizia, non avrà messo fine a ritardi inaccettabili e deleteri per gli avvocati.

Ritardi inspiegabili specie quando le altre attività degli uffici sono limitate. Per questo non bastano le "educate" missive a, sicuramente rispettabili, direzioni territoriali. Il riconoscimento di diritti nei confronti dei praticanti sono fatto necessario e se proprio non lo si ritiene possibile vi chiedo e mi chiedo è possibile per chi non ha alle spalle economie o studi di famiglia continuare a " fare pratica"? Riflessioni banali dirà qualcuno ed è vero sono le riflessioni di Raffaele Missere - avvocato di paese

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