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A cura di Blog Collettivo

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Il basket nazionale ed europeo ostaggio del Covid, in cerca di soluzioni

Stretto fra un virus implacabile ed una conseguente crisi economica e finanziaria strisciante che potrebbe compromettere il proseguimento del campionato per molti club, il basket si interroga sulla necessità di proseguire o di fermarsi in questa che è diventata ormai una complicata corsa ad ostacoli, senza scorgere un meta finale.

E’ quasi come un bollettino di guerra. I comunicati ufficiali di società che registrano giocatori positivi al Covid 19 e sospendono l’attività si susseguono con continuità inquietante in Italia ed in Europa quasi con frequenza giornaliera. 

Olimpia Milano ed Happy Casa Brindisi sospendono gli allenamenti

Ieri è toccato all’Olimpia Milano comunicare che “a seguito di test effettuati domenica sera come da protocollo, nel gruppo squadra sono emersi casi di positività al Covid 19. Tutti i soggetti, asintomatici, stanno eseguendo l’isolamento, come da protocollo”. Non ci sono conferme, ma si dice che siano addirittura 8 i giocatori contagiati. Ora anche Happy Casa Brindisi, alla vigilia della partita in Champions League contro la squadra turca Darussafaka, ha comunicato che è stato rilevato un caso di positività all’interno del gruppo squadra. Milano e Brindisi, le due squadre leader del campionato, hanno sospeso l’attività, secondo quando previsto dai protocolli sanitari, in attesa dei successivi tamponi cui sarà sottoposto il gruppo-squadra, nella speranza di risultati negativi.

La Lega ferma ancora due partite del prossimo turno di campionato

Nel campionato nazionale di serie A, intanto, la Lega basket ha dovuto sospendere le partite Allianz Trieste-Unahotels Reggio Emilia e Vanoli Cremona- Cantù in calendario la scorsa settimana ed ancora, per il rispetto del protocollo Covid 19, ha dovuto fermare le partite in programma nella prossima giornata fra De Longhi Treviso e Vanoli Cremona e Unahotels Reggio Emilia- Fortitudo Bologna. Il gruppo team della Vanoli Cremona ha riscontrato la positività di ben 8 giocatori e la squadra aveva già sospeso l’attività dalla scorsa settimana, mentre la formazione dell’Unahotels di Reggio Emilia sta proseguendo il protocollo sanitario e quello Fip dei giocatori positivi al Covid. Resta l’incognita di stabilire le date dei recuperi tenuto conto del sovrapporsi degli impegni in programma che coincidono con le competizioni europee.

L’allarme di coach Ettore Messina

Il coach di Olimpia Milano, Ettore Messina ha lanciato per primo un segnale preoccupante per quanto riguarda le competizioni europee. Già la scorsa settimana il coach milanese aveva interessato personalmente e direttamente le principali autorità che governano il basket europeo la Fiba, la Eca e la Uleb per chiedere una sospensione delle partite di ogni livello europeo a seguito dei continui rinvii per il manifestarsi di cause di infezione da Coronavirus e per l’impossibilità di programmare poi date sicure per i relativi recuperi.

Ettore Messina-2

La squadra milanese dell’Olimpia è ferma in Eurolega da due turni, poi è stata la volta di Happy Casa Brindisi costretta il 28 ottobre scorso a rinunciare alla trasferta in casa della formazione Hereda San Paolo Burgos con la squadra spagnola dimezzata e, per ultima, della Virtus Bologna che ha dovuto fermarsi e non giocare contro la formazione del Panevezys Lietkabelis che non riusciva a schierare ben 8 giocatori, minimo consentito per scendere in campo.

Le “zone rosse”: fermarsi adesso per ripartire a febbraio

Sul basket incombe ora il rischio che si rileva dall’ultimo Dpcm che divide l’Italia in zone rosse, arancioni e gialle, e che vieta gli spostamenti da una regione all’altra. Ed allora a quali rischi di contaminazione si possono esporre le squadre che dalle zone gialle ed arancione, andranno a giocare nella zona rossa contro le squadre di Milano, Varese, Cantù, Brescia e Cremona, mettendo a repentaglio il gruppo giocatori, con staff e dirigenti al seguito? E sull’opportunità di andare a giocare in “zone rosse” si è pronunciato chiaramente Luca Baraldi, l’amministrazione delegato della Virtus Bologna, che in una intervista rilasciata al “Resto del Carlino” di Bologna ha dichiarato tutte le sue perplessità: “Portare 20/25 persone a soggiornare li, frequentando alberghi e ristoranti, impianti sportivi e docce, in ambienti chiusi ed umidi, non mi sembra opportuno e lo eviterei – ha dichiarato Luca Baraldi - immagino che la Lega Basket queste riflessioni le abbia fatte, quindi, presumo che a breve arriveranno indicazioni su ciò che va fatto”. Il piano è quello di fermarsi adesso per ripartire a febbraio.

In discussione l’equità sportiva

Sussiste poi un legittimo problema di equità sportiva che verrebbe meno nel caso in cui uno o più giocatori positivi al Covid, sia pure asintomatici, non potrebbero scendere in campo nel rispetto del protocollo sanitario e Fip previsto per la sicurezza di tutti.  Si corre il rischio di portare avanti un campionato, sia nazionale che di competizioni europee, dove verrebbe puntualmente meno l’equità sportiva, con partite disputate fra squadre in formazione rimaneggiate contro quelle più fortunate, in cui non ci sono giocatori contaminati dal Covid.

Club in difficoltà senza abbonati e ticketing

Privi delle liquidità che in estate sostiene la campagna abbonamenti e dai ricavi del ticketing della biglietteria, molti club hanno iniziato il campionato esclusivamente sostenuti dalle risorse finanziarie messi a disposizione dagli sponsor, risorse destinate ad andare in esaurimento dopo aver fatto fronte per mesi al pagamento di stipendi a giocatori, staff e personale, ed altri oneri generali, di trasferte in Italia ed in Europa. I club attendono il “decreto ristoro” per capire quali mezzi finanziari saranno messi a disposizione delle società di basket per poter continuare e concludere il campionato fino all’ultima partita.

Ma, allora, che basket è?

E poi ci sono loro, i tifosi costretti a disertare i palazzetti. Si continuerà a giocare sicuramente a porte chiuse, infatti, e non si sa ancora per quanto tempo, considerato il trend crescente dei contagi da Covid 19. L’argomento sulla possibilità di riaprire i palazzetti al pubblico non viene giustamente neppure accennato. E allora che basket è senza tifosi, con squadre costantemente a rischio, con l’impossibilità di recuperare le numerose partite sospese in relazione alla sovrapposizione di campionati nazionali ed europee, con i club in sofferenza finanziaria.

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