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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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Brindisi, il 25 agosto ultimo appello

Si è chiuso in maniera interlocutoria il vertice dei capigruppo prima del consiglio comunale del 25 agosto, dedicato all’urbanistica. Nessun accordo concreto per adottare il Documento programmatico preliminare al nuovo Piano urbanistico generale prima dello scioglimento dell’assemblea elettiva, a fine mese, scaduti i 20 giorni dalla dimissioni del sindaco Domenico Mennitti. Il vicesindaco Mauro D’Attis dice che la speranza che giovedì mattina alle 9 ci sia la maggioranza sufficiente per rendere valida la seduta (26 consiglieri) è forte.

Si è chiuso in maniera interlocutoria il vertice dei capigruppo prima del consiglio comunale del 25 agosto, dedicato all’urbanistica. Nessun accordo concreto per adottare il Documento programmatico preliminare al nuovo Piano urbanistico generale prima dello scioglimento dell’assemblea elettiva, a fine mese, scaduti i 20 giorni dalla dimissioni del sindaco Domenico Mennitti. Il vicesindaco Mauro D’Attis dice che la speranza che giovedì mattina alle 9 ci sia la maggioranza sufficiente per rendere valida la seduta (26 consiglieri) è forte.

Non sarà della partita l’Udc di Giampiero Pennetta, a quanto pare, e ci sono sacche di resistenza nel PdL (le maggiori), ma pare anche nel centrosinistra. In tal caso, però, si tratterebbe di gente che sceglie di mettersi fuori dalla linea perché il Pd è per l’adozione, riservandosi successivamente di proporre integrazioni e modifiche. Lo stesso ha detto Sel, con un documento firmato e controfirmato dai segretari provinciale e cittadino, dal responsabile per gli enti locali e dal consigliere regionale Toni Matarrelli, annunciando un gruppo di lavoro ad hoc. Anche Sviluppo e Lavoro, il movimento che fa capo al consigliere regionale Giovanni Brigante, è per l’adozione pur riservandosi proposte successive.

Chi rappresentano, dunque, i dubbiosi di ambo le parti? Non certo la linea dell’amministrazione comunale, non certo quella ufficiale dell’opposizione (pennettiani e sostenitori del rigassificatore a parte). Perdersi nei distinguo, nel labirinto dei dubbi, addirittura da sciogliere invitando alla seduta consiliare le associazioni di categoria e i sindacati, sa tanto di sabbie mobili. Le solite. Il problema è semplice: si vuole incardinare - indipendentemente da limiti vari e ipotesi integrative, da modifiche possibili e da analisi ancora più approfondite sui bisogni e sul futuro della città – un punto di avvio di un nuovo processo di sviluppo, oppure no?

Ma chi ha voglia di stare dietro alle solite manfrine, mentre la città sta per affrontare un lungo commissariamento sino alla primavera, in un momento delicatissimo per le scelte che incombono? Lo sapremo giovedì. Facile. Poi i partiti saranno liberi di tenersi o meno gli eventuali protagonisti di trasgressioni della linea ufficiale. Mandarli via sarebbe un bene per tutti: almeno si capirebbe meglio qual è a Brindisi la linea di demarcazione tra politica e antipolitica. Ma chissà se segretari e coordinatori vari hanno quelle cose, che Bossi cita frequentemente, per compiere questo passo e rendere più salubre il clima delle prossime elezioni almeno in casa propria.

Per ora i fatti  stanno così. Il lavoro interno al PdL per portare il 25 in aula il maggior numero possibile di consiglieri è in corso. Nella peggiore delle ipotesi, il regolamento prevede che in assenza di numero legale il 25 agosto, si può convocare una nuova seduta 48 ore dopo e basterebbero solo 16 consiglieri, o addirittura 15. Sarebbe una vittoria di Pirro, ma gettala via di questi tempi. Poi tutto si fermerà sino alla primavera, almeno a palazzo di città. Fuori, se non ci saranno almeno le linee generali tracciate con un voto ufficiale del consiglio comunale prima dello scioglimento, tutte le battaglie per difendere la città saranno estremamente più difficili.

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