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Giovedì, 28 Marzo 2024
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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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"Brindisi merita il meglio ma serve il coraggio di indignarsi"

Enzo AlBano: "Mai arrendersi e voltarsi dall'altra parte scivolando nell'indifferenza che mortifica l'anima. Necessario rivendicare dignità"

In molti si chiedono  se l'Amministrazione comunale sia in grado  di conservare e presentare al meglio le bellezze  che il passato ci ha consegnato. Una domanda legittima se si fa riferimento allo stato di estremo abbandono e degrado del Castello Alfonsino, rimasto impantanato da moltissimi anni nel groviglio delle vicende burocratiche e delle dimenticanze  che hanno connotato da sempre le vicende di questa città. Oppure alla fontana di via Camassa recintata da anni. O anche alla statua di Cesare Augusto relegata nell'ombra  a causa di un inefficace sistema di  illuminazione, aggravato da alcune lampade spente e  da altre  inglobate nel fogliame della magnolia, che, nelle ore serali, le conferisce un aspetto desolante.  Ma anche alla epigrafe a Cesare Braico in  via Ferrante Fornari, per la  quale occorrerebbe un impegno economico limitato, accanto alla voglia di fare, che non c'è mai stata.

mura-2

Senza dimenticare i tanti arbusti che stanno crescendo indisturbati sulle mura dei Bastioni di Porta Napoli e di Porta Lecce. Come anche su quelle di via del Mare. Evidentemente  ad insaputa della stessa Amministrazione comunale, che in verità non ha dovuto impegnarsi molto  per rimanere estranea a quanto accade, protetta da una antica  attitudine  all'immobilismo, che la spinge  spesso lontana dai problemi della città.  Refrattaria alle tante richieste di intervento da parte dei cittadini, che vengono evidentemente avvertite con fastidio, quasi mai soddisfatte. In questo come in tantissimi altri campi. Forse si sta aspettando che l'erbaccia possa coprire tutte le mura, per darle un aspetto floreale.

epigrafe cesare braico-2

 Nondimeno, costituisce una immagine assolutamente mortificante e degradante,   che denota l'asssenza  assoluta di un controllo efficiente del territorio e della mancanza di una programmazione degli interventi ciclici. Considerato che si sta replicando il degrado degli  anni scorsi. Ma sono anche,  verosimilmente, il risultato di interventi non adeguati,  che non hanno risolto il problema.

Non credo che  possa essere sottovalutato il danno provocato dalle tante fessure, sempre più grandi prodotte dagli apparati radicali degli arbusti, che crescendo indisturbati, si stanno insinuando  sempre più a fondo, innestando  un processo di sgretolamento delle mura con conseguenze dolorose , sia per l'immagine della città, sia per i costi di ripristino.

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 Spesso la relazione  fra l'uomo e la testimonianza del suo passato è stato oggetto di pensiero e discussione in questa città, come valore identitario, come mezzo per mantenere la memoria, per evocare qualcosa o qualcuno con cui rimanere in contatto, per tramandare nel tempo esperienze e valori che sono il fondamento della cultura di una popolazione. Per rafforzare il senso dell'appartenenza. Molto spesso però tutto è rimasto confinato nell'ambito  ristretto dei convegni, degli scritti, delle parole, delle promesse di impegno.

 La mancanza di rispetto verso la propria storia ha molte responsabilità in questa città. L' amore per  la propria città e i propri cittadini  non si esprime solo a parole,  ma avendone cura, evitando e/o eliminando quelle situazioni che ledono il diritto di godere pienamente della possibilità di vivere in luoghi urbani, che offrano un dignitoso decoro estetico, che trasmettano sensazioni, valori, appartenenze, impedendo lo scadimento della qualità  della vivibilità urbana.

 E' difficile vivere nell'indifferenza di chi deve provvedere e non lo fa. Molti cittadini sono stanchi del degrado, delle tante dimenticanze, dell'incuria, come sono delusi e amareggiati da chi lo tollora, voltandosi dall'altra parte, facendo finta di niente. Brindisi  e i cittadini meritano di meglio, ma per raggingerlo bisogna avere il coraggio di indignarsi, per non arrendersi al peggio che ci circonda e che ci mortifica l'anima.

           

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