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Venerdì, 29 Marzo 2024
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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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Buona e cattiva politica, la gente non ci crede più. O si cambia, o si affonda

Bisogna rendersi conto che la vicenda del Lazio ha modificando radicalmente i termini del dibattito politico. E’ sparita l’innocenza e anche la differenza, che pure c’è, fra politica buona e politica cattiva. Lo stesso gesto di Vendola, di tagliare il proprio compenso, è apparso come giusto ma tardivo. Quello che la politica e i politici tardano a comprendere, sia al centro sia in “periferia”, è che la ricreazione è finita e che l’opinione pubblica è pronta per un Grande Cambio che veda nuovi protagonisti e nuove soluzioni politiche. C’è questo sia nel voto che i sondaggi assegnano a Grillo sia nella preferenza che gli stessi esprimono per Monti. Per salvare la politica occorrono quindi scelte radicali.

Bisogna rendersi conto che la vicenda del Lazio ha modificando radicalmente i termini del dibattito politico. E’ sparita l’innocenza e anche la differenza, che pure c’è, fra politica buona e politica cattiva. Lo stesso gesto di Vendola, di tagliare il proprio compenso, è apparso come giusto ma tardivo. Quello che la politica e i politici tardano a comprendere, sia al centro sia in “periferia”, è che la ricreazione è finita e che l’opinione pubblica è pronta per un Grande Cambio che veda nuovi protagonisti e nuove soluzioni politiche. C’è questo sia nel voto che i sondaggi assegnano a Grillo sia nella preferenza che gli stessi esprimono per Monti. Per salvare la politica occorrono quindi scelte radicali.

La prima consiste nell’adeguare struttura degli organismi elettivi e compensi dei rappresentanti a criteri di trasparenza e di efficienza. Ora sotto i riflettori sono le Regioni. Spendono troppo, remunerano troppo, spesso non si rivelano enti utili. Lo stesso dibattito, che questo giornale ospita, sulla ridefinizione delle province va riconsiderato. Che senso ha discutere di una grande provincia con Taranto e Brindisi oppure con Taranto, Brindisi e Lecce? Probabilmente sarebbe più serio dire che bastano Regione e Comuni e che di province non ce n’è più bisogno. Al tempo stesso la Regioni dovrebbero nel giro di poche settimane, soprattutto in Puglia dove è all’orizzonte il voto anticipato se Vendola dovesse decidere per un impegno nazionale, ridurre il numero dei consiglieri e abbassare la loro remunerazione.

Altrettanta trasparenza serve per la prossima gara per le candidature al Parlamento. Si torni al passato dei grandi partiti. Il centrosinistra chieda posti da assegnare a propri inviati, sulla base di motivazioni trasparenti (cioè competenza, prestigio eccetera, non per grazia ricevuta da parte di correnti) e il resto sia assegnato sulla base di primarie che spingano a candidare quelli più suffragati. Non siamo più, come società e come mondo politico, nelle condizioni di reggere a lungo questa tensione drammatica fra l’attività pubblica e il senso comune dei cittadini.

L’Italia potrà uscire dalla crisi se la società non si deprime. Per evitare questo rischio occorre una politica economica che guardi al tenore di vita dei cittadini e soprattutto dei meno abbienti e una politica che dia il senso della comune appartenenza a una comunità solidale. Una politica affollata di mezze calzette, di gente di corrente, di chiacchieroni televisivi scoraggia il sentimento pubblico. In Puglia si sta in questi giorni svolgendo una battaglia per tanti aspetti indicativa dei problemi dell’oggi, penso allo scontro sull’Ilva che chiama in causa impresa e magistratura, sindacati, lavoratori e cittadini.

E’ uno scontro moderno ma non per questo meno drammatico. Non possiamo immaginare che fra qualche mese quella politica che non sa dare risposte a questi problemi possa offrire alla pubblica opinione lo spettacolo delle proprie miserie frutto della gara per un seggio parlamentare o per un posto alla Regione. Bisogna cominciare ad abituarsi a fare cose nuove altrimenti ben più che una risata ci seppellirà.

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