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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Cyberbullismo: le vittime sono tante e non lo sappiamo

Dalla lingua inglese il “Cyber bullying“ è il bullismo elettronico, nel quale le azioni moleste e diffamatorie sono perpetrate attraverso la posta elettronica, i siti web, la messaggistica istantanea, i blogs, Sms, Mms e telefoni cellulari

Dalla lingua inglese il “Cyber bullying“ è il bullismo elettronico, nel quale le azioni moleste e diffamatorie sono perpetrate attraverso la posta elettronica, i siti web, la messaggistica istantanea, i blogs, Sms, Mms e telefoni cellulari. La nuova forma di bullismo, che dilaga nelle scuole, nei centri di ritrovo, nei gruppi è volto a ferire e danneggiare un singolo o un gruppo, è intenzionale e può anche costituire un crimine informatico.

Il bullismo di fatto è un comportamento aggressivo ripetuto nel tempo atto a prevaricare, vittimizzare e offendere (Olweus,1986-1991). Si sceglie la rete perché è una forma indiretta di bullismo, non c’è l’interazione faccia a faccia, l’esposizione, ma ci si nasconde dietro un monitor un telefono, una chat. Questo fa sentire il carnefice anche più forte, sicuro e meno controllato. Ciò che accade in rete è altamente amplificato e dilagato senza freni e l’imbarazzo, la vergogna, il disagio, il senso di colpa inondano la vittima che ha sempre meno fiducia in sé.

Inviare messaggi dal linguaggio offensivo o volgare, denigrare con pettegolezzi per rovinare l'immagine o la reputazione di una persona, violare l’identità scrivendo o inviando messaggi a nome di qualcuno per rovinare le sue amicizie, violare la privacy svelando con l'inganno i segreti di qualcuno, divulgando notizie imbarazzanti, rendendo pubbliche con internet o cellulari immagini a sfondo sessuale, escludere intenzionalmente qualcuno da un gruppo on line, perseguitarlo mandandogli ripetutamente messaggi minacciosi o che possano fargli temere pericoli.

Sono questi i contenuti di ciò che accade in rete sotto l’occhio spaventato della vittima che non può, pur volendo difendersi direttamente. Tutto questo conferma nella vittima l’idea che ha di se stessa: incapace di difendersi, di osare, di parlare, “meritarsi” forse ciò che gli viene detto. Il cyber-bullismo non va preso alla leggera! Attirare attenzione, essere parte di un gruppo, farsi accettare sembra muovere l’esigenza di mettere in atto comportamenti inadeguati come questi.

Inoltre la vittima potrebbe ad un certo punto reagire avendo un monitor che lo separa dal bullo e gli dà coraggio, e diventare di fatto bullo a sua volta. Le dinamiche che si muovono dietro questi comportamenti sono profondamente dannosi e si estendono a macchia d’olio senza controlli. Ciò che prova la vittima emotivamente è rabbia, angoscia, paura, tristezza, frustrazione. Continui soprusi, offese, insulti, violazione della sua privacy, essere il pettegolezzo della chat o della rete porta la vittima a sentirsi fortemente inferiore, schiacciato, perdente.

E in questo limbo di emozioni e pensieri può farsi strada la vendetta o l’attuazione di comportamenti autolesionisti, caso estremo, ma non raro tentare il suicidio. Se il temperamento del bullo è l’aggressività, la scarsa empatia, impulsività, quello della vittima è ansia, insicurezza, locus of control esterno e perciò non parla, non racconta, non esprime i suoi malesseri. I dati ci dicono che specie alle scuole superiori le telefonate anonime hanno interessato il 43% degli studenti, seguiti da un 30% di alunni delle scuole medie che riferiscono contenuto diffamatorio nelle telefonate ricevute.  

Essere attenti a queste dinamiche significa poter dare la possibilità di parlare senza paura, timore, significa divulgare l’idea di non stare alle minacce del bullo. Controllare come i minori utilizzano telefonini, computer, iPhone, social network è necessario e utile per fermare la catena di comportamenti di cyberbullismo. Senza essere mastini invadenti e insopportabili, altrimenti si otterrebbe l’effetto contrario, ci si può avvicinare al mondo del bullo e della vittima adolescenti. Ricordiamo che se il bullo esibisce, è perché non è ascoltato nei suoi bisogni emotivi, e la vittima non sa parlare perché i punti di riferimento sembrano lontani dal proprio mondo.

Alcuni accorgimenti per le vittime del cyberbullismo possono essere: non reagire in modo aggressivo se qualcuno offende in chat, piuttosto lasciare la conversazione; cambiare mail o numero di telefono, conservare le registrazioni delle conversazioni o le e-mail contenenti gli insulti o le minacce. (rita.verardi@libero.it)

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