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Come difendersi dalla diffusa "Sindrome del lunedì"

Viene chiamata  “Sindrome del lunedì” la difficoltà a riprendere i consueti ritmi lavorativi dopo un fine settimana in cui si è tentato di raggiungere l’agognato riposo e la cancellazione di tutti i problemi accumulati durante la settimana precedente

Viene chiamata  “Sindrome del lunedì” la difficoltà a riprendere i consueti ritmi lavorativi dopo un fine settimana in cui si è tentato di raggiungere l’agognato riposo e la cancellazione di tutti i problemi accumulati durante la settimana precedente. I sintomi possono essere vari, estremamente soggettivi, ma i più frequenti sono: disturbi del sonno, apatia, disturbi dell’umore, irritabilità, perdita della gioia di vivere, ansia, incapacità di attenzione e di concentrazione e scarso desiderio sessuale.

Se anche voi avete vissuto alcuni dei disagi riportati, non vi preoccupate, siete in buona compagnia: ricerche dimostrano che il 52% dei lavoratori europei ha difficoltà nel prendere sonno la domenica sera, valore che si dimezza durante la settimana. I lavoratori più sereni sembrerebbero essere gli spagnoli, i norvegesi e i danesi mentre i più stressati sarebbero i britannici.

Le cause di questo malessere possono essere le più variegate: dall’alternanza dei bioritmi al cambio improvviso dei comportamenti. Dalla Gran Bretagna arriva però un ulteriore spiegazione di questo fenomeno. I più colpiti sarebbero i lavoratori tra i 45 e i 54 anni, i più sensibili alla perdita dell’impulso primitivo ancora presente negli strati più profondi della nostra psiche, che prova disagio nell’ambiente lavorativo che spezza la sensazione piacevole data dai processi di socializzazione che si concentrano nel fine settimana.

Questo slancio tribale e primitivo è ciò che caratterizzava i primi raggruppamenti di individui quando la nostra vicinanza con i primati era più netta di quanto lo sia adesso. Questo eco del passato, il desiderio d’appartenenza con ambienti scelti da noi, si sente nel momento in cui effettuiamo il repentino cambio di attività tra la domenica e il lunedì. Ecco il perché dell’innalzamento dello stress percepito. La Sindrome del lunedì è stata al centro anche di una canzone del gruppo irlandese Boomtown Rats, che scrisse “I don’t like Mondays” ispirato da una sparatoria in una scuola americana ad opera di una ragazza che si giustificò asserendo che non sopportava il primo giorno della settimana. Tralasciando questi esempi estremi, ci sono numerosi consigli per attenuare il senso di fatica post weekend.

In primis si consiglia di dedicare un sufficiente spazio di tempo ai momenti di socializzazione lavorativa: il caffè tra colleghi (graditi) è un rituale ancestrale che innalza lo spirito lavorativo. Successivamente è consigliabile sviluppare relazioni costruttive con cui condividere preoccupazioni, opinioni e gioie. Anche un’eccessiva serietà lede il nostro benessere, il lavoro è responsabilità e non tristezza e rigidità. Mettersi in discussione con una certa leggerezza aiuta a migliorarsi senza essere travolti dai nostri dubbi.

Inoltre sarebbe utile evitare di arrivare in ufficio o in fabbrica in ritardo o investiti dai propri pensieri, così rischiamo di sovraccaricare il nostro sistema cognitivo già messo alla prova dal recupero d’informazioni messe in stand by dalla settimana precedente. Infine, è consigliabile inserire nel lunedì alcune attività piacevoli, che vadano dalla cura per il proprio corpo all’esecuzione di attività costruttive e stimolanti per il nostro intelletto, in modo da compensare il disagio della ripresa delle attività lavorative.

In definitiva, difficilmente il luogo di lavoro sarà piacevole come una vacanza od una domenica all’insegna del divertimento e del riposo, ma esso rimane comunque la traccia delle nostre competenze e la testimonianza del nostro ruolo all’interno della società, motivo per cui è importante provare la soddisfazione del nostro operato. Sempre.

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