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Venerdì, 29 Marzo 2024
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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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Il basket, lo sponsor A2A e le polemiche. Intanto accade di tutto

E’ uno sponsor “senza impatto ambientale” Happy Casa, che con il suo logo apre una nuova fase della New Basket Brindisi dopo il periodo Enel

BRINDISI – E’ uno sponsor “senza impatto ambientale” Happy Casa, che con il suo logo apre una nuova fase della New Basket Brindisi dopo il periodo Enel. Si erano fatte tante ipotesi, sino a poche ore fa, dalla pasta ai traghetti (Divella e Grimaldi, per intenderci) nate chissà come e chissà dove. E adesso la sorpresa, che fa passare in seconda linea – almeno per il momento – l’acquisizione tra i golden sponsor della squadra (un passo dietro il main sponsor Happy Casa) di quell’A2A Energiefuture che ha rapidamente rinfocolato sia i sospetti degli oppositori di sempre del progetto di tenere in vita il sito ex Edipower di Costa Morena, sia gli anatemi dei nuovi.

Si continua a vedere il basket come foglia di fico per gestioni industriali che hanno qualcosa da farsi perdonare (per Enel non c’è più neppure quella ormai, nella tempesta recente delle indagini sulla corruzione negli appalti a Cerano e quella sul traffico di ceneri ai metalli pesanti), e allora ecco l’ombra del sostegno alla squadra locale per dare una spintarella al progetto di riconversione del sito di Costa Morena da centrale a carbone a un centro di energie alternative: dalla produzione di compost e gas dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani, al solare, al mini-eolico.

La centrale Edipower-A2A di Brindisi Nord Costa Morena

Un investimento che è già nel pacchetto dei progetti del “patto per Brindisi” in fase di elaborazione tra governo, istituzioni locali e forze sociali, tuttavia. Il fuoco di fila per ricordare come quel sito sia invece da liberare, almeno nelle previsioni dello strumento programmatico preliminare del Piano urbanistico generale di Brindisi, però è già cominciato. Stranamente proprio evocato dalla sponsorizzazione della squadra di basket, e non quando si è appreso che di questa riconversione si parla da mesi in sede di tavoli tecnici ministero-delegazione brindisina.

Gli esorcismi sulla presunta strumentalizzazione dello sport locale fanno male allo sport stesso e non risolvono alcun problema. Le sedi e i contesti per discutere della riconversione del sito ex Edipower sono altrove, hanno bisogno di ben altra continuità (e qualità). Uno più idoneo, ad esempio, sarebbe quello in cui la politica, le imprese, i sindacati e le istituzioni comincino a fare e dire qualcosa di nuovo davanti alla vasta gamma di temi sui quali bisogna decidere, scegliere, stabilire priorità. Vedremo mai questi “stati generali” brindisini?

Vogliamo parlare di aree portuali e retroportuali? Beh, c’è ad esempio un progetto che se ne è andato avanti per la propria strada ottenendo recentemente, sia pure con prescrizioni, parere favorevole dal Comitato tecnico Via del Ministero dell’Ambiente. E sempre di Costa Morena parliamo: per il deposito di benzina e gasolio della Brundisium Spa del gruppo Miccolis ormai c’è la strada quasi libera (malgrado il no della Regione Puglia), manca solo il parere del Ministro dei Beni culturali.

La planimetria del progetto di Brundisium Spa-2-2-2

Si è mai discusso di questo progetto in uno dei tanti tavoli tecnici di cui è cosparsa la recente storia della città? Si tratta di otto serbatoi da 40mila metri cubi di carburanti, collegati alla banchina di riva di Costa Morena da una condotta di circa 450 metri. Il sito è quello dell’ex Consorzio Cooperativo Vitivinicolo “Brindisium” Soc. Coop. Arl. Per superare l’esame del Comitato tecnico Via, la Brundisium Spa ha dovuto tra le altre cose effettuare uno studio sugli impatti delle attività del deposito sulle concentrazioni di benzene nella zona industriale e nell’area urbana, definite “non significative”.

Quando si faranno i conti con i temi del futuro del porto? Per ora a combattere per ottenere un ruolo importante di Brindisi nella governance della nuova Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale  noi vediamo in campo solo gli operatori marittimi, che hanno ottenuto un impegno formale (al sostegno) solo dal commissario straordinario al Comune.

Aeromobili nelle piazzole dell'Aeroporto del Salento-3

E dell’aeroporto non abbiamo più memoria e aggiornamenti? Forse a molti sfugge che non c’è più a Bari – per fine mandato – quell’amministratore unico brindisino che ha gestito con imparzialità il compito affidatogli, così garantendo anche le aspirazioni dell’Aeroporto del Salento e del suo vasto bacino di tre province. Ora c’è un consiglio di amministrazione (spese triplicate) di cui non conosciamo progetti e strategie. Non sappiamo nulla dei percorsi di privatizzazione parziale di Aeroporti di Puglia, non possiamo essere tranquilli sugli assetti nel breve e medio termine dei due principali vettori Alitalia e Ryanair, e quale impatto avranno su Bari e Brindisi.

Parliamo di contatto vitale col mondo, di economia turistica, di mobilità per la gente comune e per le imprese, di difesa delle nostre aspirazioni di crescita. Ma eccoci qui a discutere di sponsor e basket. Come se tutto potesse dipendere da un logo su una maglia: non è quella la chiave di ingresso per la conquista di Brindisi, non possiamo essere tanto ingenui e preoccuparci dell’ultimo dei problemi, mentre affari, progetti, e purtroppo anche tresche politico-affaristiche o strategie industriali censurabili seguono percorsi sui quali non riusciamo mai a puntare i riflettori in tempo utile.

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