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Giovedì, 18 Aprile 2024
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A cura di Blog Collettivo

Contagi: "Da qualche giorno l’Rt della Puglia è in evidente crescita"

Questo indice serve a controllare l’evoluzione d’una epidemia dicendoci, nel concreto, quante persone in media, una persona contagiata al tempo t, è in grado di contagiare

Da quando i colori della nostra esistenza dipendono da un suo valore, che piaccia o no, l’Rt è entrato nelle nostre case. Semplificando al massimo, abbiamo appreso che questo indice serve a controllare l’evoluzione d’una epidemia dicendoci, nel concreto, quante persone in media, una persona contagiata al tempo t, è in grado di contagiare.

Sappiamo anche che, se Rt è superiore ad 1, le cose incominciano a diventare serie, in quanto 100 persone contagiate sono potenzialmente in grado di contagiarne un numero superiore e, pertanto, può far prevedere un numero di infezioni destinato ad aumentare. Quando, invece, è inferiore ad 1 a vederle diminuire. Quello che, invece, meno si sa è che esistono diversi metodi per calcolare Rt.

Quelli statistici consentono una stima di Rt, intendendo con ciò che non si ottiene un valore puntuale ma un intervallo – chiamato di confidenza o di fiducia – di valori probabili. Si pensi alla “forchetta” delle maratone elettorali di Mentana e si avrà un termine di possibile riferimento.

Nel caso specifico, il calcolo di Rt potrebbe basarsi, come avviene in genere, sul numero di persone quotidianamente contagiate oppure, ad esempio, in base ai soli contagiati sintomatici. Quest’ultimo è il metodo adottato dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) che stima l’Rt riferendosi appunto ai soli casi sintomatici. Il che ha i suoi pro ed i suoi contro.

A favore è che, riferendosi ai “sintomi”, si basa sulla data della loro comparsa, quindi indietro nel tempo ed in definitiva su di un passato di cui si possono conoscere con maggiore precisione i valori. A sfavore che, per gli stessi motivi, essendo valori del passato, forniscono una stima vecchia di circa due settimane. In altre parole, l’Rt dell’Iss non è la stima del valore odierno ma di quello di quasi due settimane prima. 

Basandosi invece sulle persone quotidianamente contagiate (e quindi sui risultati dei tamponi) i metodi utilizzati danno una stima di Rt magari meno “precisa” ma più vicina alla realtà, per il semplice motivo che possono stimarlo per lo stesso giorno di valutazione dei tamponi.

Ci sono inoltre fattori contingenti che possono influire sulla stima di Rt, qualunque sia il metodo statistico adottato. Dal momento che si utilizzano tecniche di inferenza bayesiana, si ha la necessità di basarsi su un campione statistico. Ebbene in un periodo, come quello attuale, in cui il numero dei casi è tale da non consentire neppure il tracciamento, anche fare un piano di campionamento statistico diviene molto difficile, se non, nel concreto, impossibile.

Questo allarga la possibile forchetta dei valori, o più correttamente l’intervallo dei possibili valori, rendendo quindi la stima ancor meno puntuale.

Se poi s’aggiunge che, a mio avviso, l’Rt interpreta meglio l’evoluzione di una epidemia che si sviluppa in maniera omogenea e non per cluster, come quella che ci sta mettendo in croce, si comprende il poco entusiasmo con cui in genere uno statistico accoglie un Rt stimato con il metodo usato dall’Iss. Ciò non toglie che l’Rt risulti un indice di estrema importanza, in grado di caratterizzare  la tendenza del fenomeno, come si potrà notare nel grafico da me elaborato su stime di Rt di fonte Infn, basate su tutti i contagi giornalieri. 

È sufficiente una semplice occhiata per notare che, da qualche giorno a questa parte, l’Rt della Puglia è in evidente crescita, come per altro avviene per il Paese nel suo complesso. 

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