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Venerdì, 29 Marzo 2024
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A cura di Blog Collettivo

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"Contano le loro idee, non ciò che i leader fanno nel privato"

Europa, Chiesa, politica e valori. Dopo l'articolo di fabrizio Maltinti ecco una opinione del tutto opposta inviataci da Massimiliano De Noia del Movimento +39

Quando le fake news, creano mostri ideologici e finte convinzioni. Partendo da un articolo di giornale, facciamo chiarezza su cattolicesimo e politica. I leaders politici sono “leaders politici”! Sono individui con due identità: sono portatori di interessi diffusi, ideologicamente omogenei, ma anche persone fisiche che portano avanti tali idee con i propri limiti e propria umanità. Pretendere di unificare tale dualismo, ha odore di settarismo.  Io elettore mi devo preoccupare che le mie idee vengano portate avanti dal mio leader politico, non che il mio leader politico le attui nel suo privato. Quello si chiama gossip, con la politica ha poco da spartire e lo lascio ai vari reality show.

“Se dal presepe eliminassimo gli extracomunitari resterebbero solo il bue e l’asinello”. Slogan semiserio del web per indirizzare l’opinione pubblica ad un certo approccio. Ma chiariamo. La Sacra famiglia era Giudea, etnia indoeuropea, euroasiatica, ebraica. Il popolo palestinese, inteso come etnia di religione islamica, non esisteva, essendo con tale termine indicato l'insieme di popolazioni che, dopo la trasformazione di Israele in provincia Romana, fu cambiata la denominazione originaria da Giudea, in Palestina. Non erano profughi, ma regolari cittadini in casa propria, tornati a Betlemme per censirsi all'interno dell'Impero Romano. Non fuggivano da nulla.

Per esigenze sanitarie (Maria ha avuto le doglie improvvisamente), dato che non vi erano posti nelle locande per via del censimento, hanno dovuto accettare una ospitalità fortuita. Nessuno di loro era profugo, discriminato, fuggitivo, straniero, respinto, maltrattato, rifiutato per razzismo, perché forestiero, migrante, diverso, povero o quant'altro. I visitatori alla nascita dell’Altissimo, erano pastori del luogo, della stessa nazionalità, non foss’altro che si trovavano anch’essi all’interno dell’Impero Romano. Solo il bue e l’asinello in verità hanno origine ignota. Ma lascio all’autore dello scritto il compito di dimostrarne la discendenza genetica.

“Quali sarebbero, inoltre, queste “tradizioni culturali cristiane” a cui si fa riferimento?”. A questa frase ha fatto seguito una serie di interpretazioni storiche, da chiarire. Partiamo dalla colonizzazione del nuovo mondo. La disputa sulla considerazione da tenere nei confronti delle nuove popolazioni parti già nel 1512. Con la conferenza di Valladolid, si ebbe il confronto-scontro ufficiale tra il potere politico dei sovrani, con quello cattolico per la tutela dei diritti degli individui a prescindere dal credo religioso.

Giuristi francescani e gesuiti portavano avanti diritti che lo stato moderno ha riconosciuto “appena” 400 anni dopo, con la “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”. La cristianizzazione delle popolazioni amerinde, veniva attuata per tutelare le popolazioni autoctone, dato che non si poteva porre in schiavitù i cristiani (leggasi “Le riduzioni gesuitiche: lo stato sociale del Guaranà”).

Ricordiamo la Bolla “Veritas Ipsa” (o “Sublimis Deus“) del giugno 1537 di Papa Paolo III, in cui era contenuta un’affermazione dirompente: “Indios veros homines esse“. La disputa andò avanti per decenni, divisa fra il potere laico, interessato a deumanizzarli per poterli schiavizzare, e il potere ecclesiastico, che li riteneva uomini a tutti gli effetti (https://zweilawyer.com/2014/06/10/gli-indiossono-uomini-la-sublimis-deus-di-paolo-iii-1537/). La differenza del trattamento lo tocchiamo con mano. In Nord America, a conquista prettamente protestante-laicista, gli autoctoni sono recintati in riserve. Popolazione, storia e cultura sono quelle europee importate come conquista del territorio. Nel Sud America invece, dove vi fu un maggior peso del cattolicesimo, si riconoscono nei tratti somatici dei contemporanei, nella cultura e nella storia, le peculiarità delle popolazioni precolombiane. I valori cattolici sono stati uno scudo.

Sulle crociate, ricordiamo che erano guerre di “liberazione” di un territorio occupato militarmente e che i conquistatori, oltre a ridurre allo stato “animale” i cristiani, non permettevano la visita ai luoghi sacri. Una mappa renderà poi meglio le misure di dispute e conquiste. Anche qui sorge una domanda: di cosa stiamo parlando? Il discorso sull’Inquisizione poi è una materia di vasta portata e coinvolge non solo il potere religioso ma anche e soprattutto quello politico.

Al tempo, il potere politico e quello religioso non avevano i rapporti che esistono ora, e che la possibilità di controllo della popolazione era molto distante da una banale opera di discussione moderna. Ricordiamo i fustiganti: individui che si ergevano a salvatori del mondo che giravano per le piazze dei comuni pretendendo non solo oboli, ma il riconoscimento di una propria autorità e di propri diritti (addirittura lo ius primae noctis) a dispetto dell’ordinamento monarchico generale

Il diritto romano equiparava l’eresia al tradimento politico poiché la sovranità era tale per delega divina, dimodoché all’eresia era inerente una sfida all’autorità reale. L’Inquisizione portò ordine, impedendo le esecuzioni sommarie degli eretici. Quando gli abitanti di un villaggio acciuffavano un sospettato d’eresia, lo portavano di fronte al signore locale che poteva deciderne la condanna a morte anche tramite “ordalia”. Piuttosto che rischiare linciaggi a furor di popolo, i vescovi erano invitati a verificare le accuse di eresie, tramite l’esame di ecclesiastici competenti che sapessero servirsi del diritto romano. In altre parole, che sapessero condurre un'”inchiesta” (donde il termine “inquisizione”). La degenerazione e le storture servirono più per finalità politica che per il resto.

Basti ricordare la posizione di Carlo V contro il papato e l’uso che fece dell’inquisizione per eliminare i propri nemici (non a caso quella “spagnola” era una delle più temute). Attualmente è il modello europeo, dove ha avuto maggiore influenza il cristianesimo, formatosi nei millenni da e con esso, che è riferimento per ogni nuova nazione, stato e ordinamento giuridico basati su valori civili. Ogni altro modello politico sviluppatosi nel tempo non ha avuto l’evoluzione che hanno avuto gli stati nati e cresciuti a contatto con il cristianesimo. Di stati prettamente atei, ateisti ne abbiamo avuto esempi storici (la Russia stalinista) e alcuni sono tutt’ora presenti: la Cina e la Corea del Nord per citare i più conosciuti, dove invito a recarsi per toccare con mano la degenerazione di diritti e situazioni.

Lo spazio di attuazione dell’organismo statale è la società in toto. Lo spazio di attuazione della religione cattolica, è l’individuo. Se l’ordine parte dall’individuo e arriva allo Stato l’immagine costruita è quanto di meglio l’uomo ha prodotto nei millenni. Se invece si inverte la rotta ed è lo Stato che vuole dominare sull’individuo, le brutture sono sotto gli occhi di tutti, anche negli esempi sopra riportati. Ma soprattutto nei modelli storico/politici che hanno segnato pagine vergognose della storia dell’uomo.

Ben vengano allora i difensori di tali approcci e di tali posizioni attestate a Destra, che hanno fatto di tali valori fondamento dell’approccio politico alla società. Quelle poi riportate come esempi di modernismo paiono involuzioni piuttosto che evoluzioni. Gli effetti di tali approcci si stanno toccando con mano nelle nazioni che hanno perduto la propria identità e nelle infauste politiche pro morte e anti deboli, sotto gli occhi di tutti. Poiché come disse Papa Benedetto XVI: l’Europa o sarà cristiana o non sarà!

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