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A cura di Blog Collettivo

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"Aggressioni in ospedale: cresce nei reparti la domanda di sicurezza"

Nelle strutture sanitarie il 30 per cento degli episodi che avvengono sui posti di lavoro. l'educazione anti-violenza

BRINDISI - La grave aggressione fisica subita ieri dal primario del reparto di Pediatria di Brindisi impone una seria riflessione sulla sicurezza vigente all’interno delle strutture ospedaliere. I dati nazionali riferiscono circa 1200 atti di aggressione ai danni dei lavoratori della sanità, circa il 30% dei 4mila casi totali registrati nei luoghi di lavoro.

Il trend è in netta crescita, non sono pochi i casi in cui l’aggressione provoca seri danni fisici e non è una sorpresa che le denunce arrivino soprattutto dai presidi territoriali di emergenza e assistenza isolati, con scarsa illuminazione e dove il contesto culturale risente della mancanza di regole.

La violenza non ammette scusanti né attenuanti, soprattutto se rivolta verso figure professionali che mostrano passione, impegno e sacrificio verso i propri pazienti, eppure ciò che rende l’episodio occorso al reparto di Pediatria ancora più grave è il contesto in cui tutto è avvenuto.

A pochi metri da quelle urla e contatti fisici, ci sono bambini ricoverati e genitori preoccupati in cerca di un po’ di serenità, condizione necessaria per affrontare situazioni delicate e quadri patologici talvolta gravi. In quei corridoi, colorati e disegnati per essere a misura di bambino, vi è una micro-comunità caratterizzata da sale giochi, sale disegno, clown e staff ospedaliero che tenta di rendere un evento difficile, quale il ricovero, un momento di gioco per il piccolo paziente.

E la speranza che accomuna tutti è che quel reparto segni un piccolo ricordo positivo per bambini e famiglie, anche in un momento di forte preoccupazione. Ecco perché la violenza non può essere tollerata, soprattutto nei corridoi e nelle stanze in cui riposano bambini e genitori in difficoltà.

Inoltre, non possiamo ignorare la sempre maggiore prepotenza e l’atteggiamento sfidante che si scatena nei confronti dei dipendenti statali e sanitari. Professori bullizzati e aggrediti, medici ed infermieri picchiati rispecchiano l’aridità di valori che una parte della società decide di abbracciare.

Dinanzi a questo fenomeno è necessario investire ancor di più nell’educazione delle giovani generazioni ed incrementare il senso di sicurezza, ovvero la presenza dello Stato, in tutti i luoghi pubblici dove costantemente correnti demolitive tentano di piegare la civiltà comunitaria. Solamente così potremo proteggere i bambini da ulteriori violenze e permettere a dottori preparati e carismatici, quali il primario Fulvio Moramarco e la sua equipe, di poter continuare a curare i suoi pazienti nelle migliori condizioni possibili.

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