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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Morte tra le fiamme del "Gran Ghetto" dei braccianti africani

Un violento incendio è scoppiato la scorsa notte nel “Gran Ghetto” di Rignano Garganico, la baraccopoli abitata da centinaia di immigrati perlopiù africani. Due le vittime, entrambe originarie del Mali

Un violento incendio è scoppiato la scorsa notte nel “Gran Ghetto” di Rignano Garganico, la baraccopoli abitata da centinaia di immigrati perlopiù africani. Due le vittime, entrambe originarie del Mali: Mamadou Konate (33 anni) e Nouhou Doumbia (36 anni). Le salme sono state identificate dagli altri residenti del ghetto.

La procura di Foggia ha escluso l’origine dolosa, e ha avviato un’indagine per incendio colposo e omicidio colposo a carico di ignoti.Mamadou Konate è stato trovato carbonizzato sulla sua brandina, colto nel sonno. Il corpo di Doumbia era invece vicino all’uscita della baracca: quest’ultimo aveva forse fatto in tempo a rendersi conto del pericolo, ma è stato comunque troppo tardi.

Il rogo si è sviluppato improvvisamente, forse a causa di una stufa lasciata accesa durante la notte. La propagazione delle fiamme è stata violenta e molto rapida, favorita dal forte vento e dall’esplosione di alcune bombole a gas usate dagli immigrati per alimentare stufe e cucine. L’incendio si è propagato in un’area di 5 chilometri quadrati, distruggendo oltre 100 baracche. Facile intuire che la conta delle vittime, come spiegano anche gli inquirenti, sarebbe potuta essere senza dubbio più alta.

Incendio Rignano Garganico 2-2-2

Quello della notte scorsa è stato il settimo incendio del “Gran Ghetto” dal 2012, e il secondo negli ultimi 12 mesi. Proprio l’1 marzo era iniziato lo sgombero della baraccopoli, e molti dei residenti erano stati già portati in altre strutture della vicina San Severo. Le autorità devono però affrontare la resistenza di chi rifiuta il trasferimento altrove.

Una tragedia, l’ennesima, che riporta sotto ai riflettori la piaga del caporalato. Gli immigrati del “Gran Ghetto” sono residenti da anni nella provincia di Foggia, usati come forza lavoro a buon mercato dai moderni schiavisti. Un destino che spesso non lascia alternative: è per questo che molti di loro continuano a rifiutarsi di essere trasferiti in altre strutture, visto che è proprio nella baraccopoli che la forza lavoro viene reclutata dai caporali (Foto Ansa).

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