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Giovedì, 25 Aprile 2024
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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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Due o tre proposte a proposito di Biomateriali e dintorni

La puntuale ricostruzione giornalistica della vicenda che sta interessando in questi giorni i dipendenti della Biomateriali Srl, è lo spaccato di ciò che, in materia di politiche industriali, sta accadendo nel nostro Paese. E non è un caso, proprio in questi ultimi giorni, che il Presidente della Repubblica on. Giorgio Napolitano, dall’alto della sua competenza oltre che autorevolezza, ha richiamato l’attenzione del Governo sulle politiche industriali (o sulla loro assenza) dell’Azienda Italia.

La puntuale ricostruzione giornalistica della vicenda che sta interessando in questi giorni i dipendenti della Biomateriali  Srl, è lo spaccato di ciò che, in materia di politiche industriali, sta accadendo nel nostro Paese. E non è un caso, proprio in questi ultimi giorni, che il Presidente della Repubblica on. Giorgio Napolitano, dall’alto della sua competenza oltre che autorevolezza, ha richiamato l’attenzione del Governo sulle politiche industriali (o sulla loro assenza) dell’Azienda Italia.

Biomateriali nasce nel 1989 e, attraverso un finanziamento con l’allora Legge 64 ed in sinergia con il Centro Ricerche sui materiali che la supportava, brevetta un materiale innovativo per la produzione di protesi vascolari. Nel 2007, a due anni credo dalla scadenza del brevetto, viene ceduta alla multinazionale americana LeMaitre Vascular; il tempo necessario per  delocalizzare segmenti della produzione ed ecco che la LeMaitre Vascular ne annuncia la chiusura per il prossimo 31 Dicembre.

Ai lavoratori   della Biomateriali dice di essere disposta a ragionare su tutto, compresa la cessione dei locali che la ospitano, dei laboratori e degli impianti di produzione, ma pone una clausola fedelmente riportata nell’articolo: “la Biomateriali (atteso che il brevetto è scaduto) non deve diventare una concorrente di LeMaitre nell’attuale produzione di protesi vascolari in filo di poliestere”.

Prima considerazione: perché a queste cessioni di rami o di intere aziende, a queste fusioni, incorporazioni non si impongono clausole che vincolino a non  delocalizzare la produzione “cuore” del processo produttivo per limitare i danni di uno smantellamento dell’intera azienda?

Seconda considerazione: dopo quel brevetto la ricerca si è fermata, come si è svuotato il Centro Ricerche sui materiali, nato con tante prospettive per l’intero territorio pugliese e con le aspettative, riposte nella mission del Centro da importanti aziende nazionali ed internazionali.

E’ innegabile il fatto che qualcosa andava corretta, ma Fitto, Presidente della Regione Puglia, sbagliò a decretare lo svuotamento della mission attraverso la leva della contrazione del sostegno finanziario pubblico. Occorre ritornare e riflettere su quelle politiche e fare tesoro degli errori commessi per non ripeterli.

In Puglia abbiamo risposto alla crisi dei Consorzi ASI ed a quella speculativa che ha investito il pianeta, licenziando una corposa modulazione dei Distretti industriali; è ora però di fare il punto su ciò che abbiamo prodotto, se il meccanismo previsto di sostegno alla ricerca ed alla innovazione sta producendo risultati concreti, se il o i centri di ricerca possono sostenere meglio e con più trasparenza i Distretti.

E veniamo alla Biomateriali. La professionalità maturata dal personale è il vero valore aggiunto dell’intera vicenda tanto che la LeMaitre intende trattare su tutto ma non la vuole concorrente sullo stesso segmento di mercato. Partiamo da questo dato per uscire dalla difensiva forse con un ragionamento “retrò” ma secondo me attuale.

Sfruttando il tempo offerto dall’applicazione ai lavoratori degli ammortizzatori sociali, è possibile pensare a questa platea come ad un soggetto giuridico autonomo che si butta nella produzione di farmaci da banco od anche nella protesica? Ed ancora, è possibile invitare qualche multinazionale dei due settori (e quindi anche la LeMaitre) a sviluppare insieme a questo nuovo soggetto giuridico  un accordo di programma per nuove produzioni?

Un secondo percorso: dopo aver finanziato con accordo di programma la produzione in Puglia della spiramicina, la giunta regionale può chiedere formalmente l’assorbimento di tale personale nel piano occupazionale nel caso in cui si concretizzasse la richiesta di accordo di programma per la produzione di altro antibiotico o antitumorale.

Infine essendo stato il primo ad aver avanzato la ipotesi della nascita a Brindisi di un Distretto del farmaco intorno alla Sanofi Aventis, distretto che agevolasse la nascita di incubatori per la produzione dei cosi detti “farmaci con brevetto scaduto”, ritengo attuale testare il “Distretto del Farmaco e dei Centri benessere”  (probabilmente unico in Italia), sulla opportunità, da offrire e sostenere finanziariamente, per nuova imprenditorialità a condizione che si doti delle professionalità necessarie per fare il salto. E questa è una terza ipotesi.

*consigliere regionale PD

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