"Ed ora rottamiamoli tutti"
Ed ora “rottamiamoli” tutti. Quelli che sono entrati in consiglio comunale subito dopo la Prima Comunione, ancora con i calzoncini corti, quelli che nel corso di molti anni hanno avuto e concesso privilegi e posti di governo municipale di rilevante importanza, quelli che grazie ad una legge elettorale benevola riescono a convogliare a proprio favore i voti dei famigliari o del proprio condominio per garantirsi una indennità-stipendio e vivere di politica, quelli “a senso civico zero”che antepongono i propri interessi personali a quelli sempre più stringenti e pressanti della collettività, quelli che cambiano casacca privi di cultura politica e di ideologica, che tradiscono con estrema disinvoltura la fiducia di chi li ha votati, mettendosi sfacciatamente e spudoratamente sul mercato delle poltrone senza un briciolo di dignità.
Ed ora ?rottamiamoli? tutti. Quelli che sono entrati in consiglio comunale subito dopo la Prima Comunione, ancora con i calzoncini corti, quelli che nel corso di molti anni hanno avuto e concesso privilegi e posti di governo municipale di rilevante importanza, quelli che grazie ad una legge elettorale benevola riescono a convogliare a proprio favore i voti dei famigliari o del proprio condominio per garantirsi una indennità-stipendio e vivere di politica, quelli ?a senso civico zero?che antepongono i propri interessi personali a quelli sempre più stringenti e pressanti della collettività, quelli che cambiano casacca privi di cultura politica e di ideologica, che tradiscono con estrema disinvoltura la fiducia di chi li ha votati, mettendosi sfacciatamente e spudoratamente sul mercato delle poltrone senza un briciolo di dignità.
I mesi di commissariamento che separano la città dalla prossime elezioni dovranno servire a politici ed elettori per una profonda pausa di riflessione. Brindisi ha la necessità non più derogabile di essere governata da persone capaci e di ineccepibile onestà morale ed intellettuale, che siano in grado di risolvere il grave problema occupazionale che travaglia la società e che da anni sta minando alle basi lo sviluppo e l?economia dell?intera provincia. Spetta alla politica non mettere in difficoltà i cittadini con candidature inaccettabili e scegliere, invece, candidati che abbiano le caratteristiche richieste a uomini che devono saggiamente governare ed amministrare una città per molti versi difficile e scongiurare il rischio sempre più imminente della fuga dal voto e dalla stessa politica.
La rinascita della città passa attraverso la piena rivoluzione culturale della politica e la ricomposizione di un gruppo di amministratori fedeli ai principi della collettività e della sana gestione della cosa pubblica. Le recenti esperienze insegnano che non basta affidarsi ad un solo uomo-simbolo, al politico di razza qual è stato Mimmo Mennitti, ma per amministrare un città è indispensabile la formazione di un gruppo di dirigenti fedeli ad un progetto politico e rispettosi delle esigenze della città e dei cittadini, capaci di onorare il proprio impegno senza condizioni e ricatti , devoti alla propria maglia indossata in campagna elettorale e che non può più essere dismessa, barattata e svenduta in cambio di poltrone e poltroncine, per condizionare la vita amministrativa del Comune.
E così che si può formare una classe politica che finalmente non dismetta e deleghi con estrema incoscienza la gestione del porto e dell?area industriale, che costituiscono i più importanti fattori della produzione e della crescita della città e della provincia, il vero volano che genera sviluppo ed occupazione, affidandola a personaggi in cerca di gloria e di indennità da ?parlamentare? privi di conoscenza dei problemi portuali, delle esigenze del territorio, senza legami con il territorio e carenti di motivazioni. Non sono stati certamente gli elettori brindisini ma è stata la ?politica? a candidare ed affidare la guida dell?Autorità Portuale i vari Mascolo, Giannini, Ravedati, Giurgola (ed ora il ?professore? Haralambides), presidenti che hanno avuto solo la straordinaria capacità di far crescere gli altri porti (Bari, Taranto), forti di un immobilismo e di una incapacità di progettare e di amministrare che ha prodotto solo risultati sconcertanti e la desertificazione del porto.
E nessuno dei brindisini ha mai votato un dipendente regionale a commissario dell?Area di sviluppo industriale, da oltre dieci anni alla guida dell?Asi fra l?indifferenza dell?intera classe politica, sindacale ed imprenditoriale.
*già segretario generale del Consorzio del Porto e direttore generale del Consorzio Asi