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Giovedì, 28 Marzo 2024
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A cura di Blog Collettivo

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Giovani e cibo: quando mangiare rende felici ma obesi

L'estate sta volgendo al termine ed inevitabilmente chiunque si ritrova a mettere da parte lo spirito vacanziero per cimentarsi in tutte le attività messe momentaneamente in stand by durante la canicola estiva. Piccole e grandi sfide si affacciano alla ripresa delle attività e, nonostante lo stress coinvolga (e talvolta travolga) i più grandi, anche bambini e adolescenti riprendono attività poco gradevoli, non sempre con la motivazione necessaria

L'estate sta volgendo al termine ed inevitabilmente chiunque si ritrova a mettere da parte lo spirito vacanziero per cimentarsi in tutte le attività messe momentaneamente in stand by durante la canicola estiva. Piccole e grandi sfide si affacciano alla ripresa delle attività e, nonostante lo stress coinvolga  (e talvolta travolga) i più grandi, anche bambini e adolescenti riprendono attività poco gradevoli, non sempre con la motivazione necessaria.

Non è un caso che molti individui tendano, nei momenti di stress, ad intraprendere condotte alimentari nocive, spesso ipercaloriche, per compensare parte dello stress percepito durate routine quotidiana. I bambini e gli adolescenti non sono da meno, e spesso, con lo stagnare di abitudini alimentari dannose, rischiano di entrare nella poco invidiabile fascia di peso che va dal leggero sovrappeso sino all'obesità grave.

Statistiche alla mano, l 'Italia resta ancora ai primi posti in Europa per obesità, con il 20,9% di bimbi in sovrappeso e il 9,8% obeso, con picchi rilevati soprattutto nelle regioni meridionali. Le spiegazioni a questo fenomeno risentono di aspetti culturali, familiari, psicologici e di costume in cui ogni individuo è immerso ma, a tal riguardo, è curioso venire a conoscenza che bambini e ragazzi, nella costruzione mentale del proprio ideale corporeo, risentono fortemente delle immagini che guardano in TV o nei social network.

Ricerche americane hanno dimostrato che i bambini ai quali vengono mostrate immagini di attori o sagome paffute tendono a mangiare più cibo spazzatura rispetto ai coetanei non esposti  alla visione delle stesse figure. Ovviamente questi fenomeni introiettivi comprendono anche la visione di figure troppo magre che, però, incitano al controllo a volte eccessivo, soprattutto nelle ragazze, delle quantità di cibo da assumere durante la giornata.

Le grandi industrie alimentari conoscono a fondo questi processi psicologici, tant'è che le campagne pubblicitarie sono basate esclusivamente sull'estetica e sul presunto senso di benessere: anche le più comuni scatole di cereali per bambini, nel corso dei decenni, si sono evolute, associando il loro prodotto a disegni rappresentanti personaggi forti e vigorosi.

Se dal punto di vista estetico le cose sembrano andare per la direzione giusta, dal punto di vista neuropsicologico le cose non volgono in maniera così lineare. Ricerche hanno dimostrato che la visione di spot televisivi alimentari è capace di iperattivare negli adolescenti con problemi alimentari  le aree cerebrali legate alla ricompensa e al gusto, ed addirittura parti della corteccia somatosensoriale, deputate al controllo della bocca.

In poche parole, in questi ragazzi, al momento della visione di un qualunque alimento saporito, si attivano inconsciamente i muscoli facciali come a voler attuare una masticazione simulativa.

Molte volte bambini e adolescenti rifuggono nel cibo per evitare stati di disagio o dispiacere, dati dalle relazioni con i coetanei, da problemi familiari o da altre dinamiche non sempre accessibili ad un occhio poco attento. Il versante emotivo è fortemente influenzato dai processi d'alimentazione: basti pensare ai processi sintetizzanti alcuni neurotrasmettitori, come la seratonina e la dopamina, che, grazie a particolari alimenti vengono sintetizzati  più velocemente, dando una sensazione di benessere indotta esclusivamente dal cibo che viene assunto.

E' facile comprendere come in età delicate, quali l'infanzia e l'adolescenza, un possibile legame tra  cibi potenzialmente dannosi e sensazione di benessere innescherà in futuro meccanismi di dipendenza da suddetti alimenti, con conseguenze deleterie in età adulta.Nei momenti di stress che un bambino o un'adolescente affronta durante la propria crescita, è sempre consigliabile che la risoluzione di queste esperienze passi tramite un supporto umano capace di accogliere stati emotivi di frustrazione o di tristezza, piuttosto che dare conforto con merendine od un illusorio senso di sazietà.

Cambiare determinate abitudini può risultare difficile e non sempre la coppia genitoriale è in grado di riconoscere o affrontare il problema. Ma, nei casi in cui sia presente un minimo sospetto legato alla salute del proprio figlio, è importantissimo intervenire il prima possibile per cambiare l'assetto fisiologico e psicologico del bambino o dell'adolescente dato che le abitudini, specialmente le più dannose, sono le più difficili da cambiare col passar del tempo. (v.brugnola@libero.it)

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