La vita: un miracolo che richiede cura e consapevolezza
Intervento dello psicologo e psicoterapeuta Vito Brugnola: “Quando a venire meno, nell’arco di così poco tempo, sono dei ragazzi riesce difficile riacquisire rapidamente una serenità vergine rispetto a questi accadimenti”
La vita è indissolubilmente legata alla morte, così come il sole con la notte e la felicità col suo fisiologico abbassamento per lasciare spazio ad emozioni meno allegre. Quando a venire meno, nell’arco di così poco tempo, sono dei ragazzi riesce difficile riacquisire rapidamente una serenità vergine rispetto a questi accadimenti.
Il turbamento viene naturale davanti a degli eventi “accidentali” che spezzano sogni e forze di giovani così brillanti. Un’inquietudine non fine a sé stessa, ma che può essere d’aiuto per far sì che certi incidenti siano probabilmente meno frequenti. I nostri comportamenti quotidiani sono responsabili di una parte degli eventi che ci accadono. Vi sono atteggiamenti che si rivelano alla lunga protettivi ed altri che, come gocce d’acqua, scavano nel solco di un evento infausto, improbabile ma non impossibile. Basta una sola parola per orientare le nostre scelte verso ciò che è positivo: la gioia per la vita.
La vita è qualcosa di straordinariamente complicato: siamo composti da 20 mila geni, circa 100 miliardi di neuroni si integrano per un sorriso o la semplice preparazione di un caffè. Vi è una collaborazione di tantissimi fattori, sin dal nostro concepimento, il cui risultato finale è il nostro corpo e la nostra anima. Abbiamo dato a questa meraviglia un mondo con tante sfumature, molteplici pretese e previsioni scontate, salvo poi svegliarci stupiti della sua vulnerabilità quando leggiamo la fine di una giovane vita per un incidente.
Quanto appena detto potrebbe aiutarci ad apprezzare maggiormente la semplicità delle piccole sicurezze e dei piaceri quotidiani che ci accompagnano, spronandoci a considerare che non vi è nulla di scontato e che questo miracolo chiamato vita ha un solo costo: una delicatezza che richiede cura e prudenza. Prudenza che fa rima con consapevolezza in quanto solo tramite quest’ultima intuiamo chi siamo: un’unità di imperfezioni e pregi che ci allontanano dall’idea di essere sia super-eroi che Atlante, unica vittima destinata sorreggere la pesantezza del mondo.
Per questo è necessario, senza ansie eccessive, apprezzare ogni risveglio (per quanto portatore talvolta di impegni fastidiosi), sedersi al bar con un amico facendo il possibile che la piena esperienza del presente ci porti a ripetere questo gesto in maniera sostenibile, o godere della rilassatezza di una lettura solitaria lontana da eccessi edonistici di un mondo alla ricerca di miti. Accettiamo le nostre debolezze, psicologiche e fisiche allontanando il brivido dell’adrenalina inutile e le piccole negligenze che, alimentate da concause fuori dal nostro controllo, sono capaci di rovinarci le giornate.
Solo toccando la nostra fragilità riusciremo ad apprezzare ogni battito di cuore e costruiremo intorno a noi una corazza di pensieri e comportamenti capace di aumentare i nostri giorni sorridenti.